Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Il tunnel infernale del gioco d’azzardo patologico

Il gioco d’azzardo è la drammatica rappresentazione di una passione patologica per il gioco, che sfocia in una dimensione infernale...

di Redazione

Il gioco d’azzardo patologico è la drammatica rappresentazione di una passione patologica per il gioco, che sfocia in una dimensione infernale in cui si configura tutto lo squallore dell’esistenza umana sul piano sociale, psicologico, economico, morale. Viaggio nel tunnel infernale del gioco d’azzardo patologico

 

 di Luca Licata

Il gioco d’azzardo è uno dei fenomeni sociali più antichi nella storia dell’umanità e, nel corso dei secoli, è stato interpretato, contrastato o, talvolta, incentivato e diffuso secondo schemi sociali e ottiche collettive diversissimi. In ogni caso, comunque, si rivela sempre come la drammatica rappresentazione di una passione patologica per il gioco, che sfocia in una dimensione infernale in cui si configura tutto lo squallore dell’esistenza umana.
Comunque, viene identificato come tale per una serie di caratteristiche molto precise. In primo luogo, il giocatore mette in palio del denaro o qualcosa di valore; la posta in gioco, comunque, è sempre alta. In secondo luogo, la stessa posta messa in gioco non può essere più ritirata. In terzo luogo, il risultato del gioco è affidato esclusivamente al caso e alla fortuna.
Per tali caratteristiche, il gioco d’azzardo è un fenomeno molto complesso e con risvolti sociali insidiosi e pericolosi sotto tutti i punti di vista.

 

Dati sul gioco d’azzardo

L’Italia è tra i primi Paesi al mondo per la pratica del gioco d’azzardo. Si stimano, più o meno, 17 milioni di persone che hanno giocato almeno una volta in un anno. Mentre tra i 600 e i 700 mila giocatori risultano ad alto rischio di ludopatia. Infine, tra i 250 e i 300 mila sono considerati già patologici.
La distribuzione geografica mostra una maggior presenza di pratica del gioco d’azzardo tra il centro e il sud della Penisola.
In Sicilia, la piaga della ludopatia è molto diffusa. I giocatori patologici sfiorano sull’Isola, più o meno, le 90 mila unità, il 5 per cento della popolazione. Le famiglie investono sul gioco d’azzardo il 6,5 per cento del proprio reddito.
Una delle province in cui il fenomeno è più diffuso è la provincia di Ragusa, dove le persone affette da dipendenza da gioco sono, circa, 4 mila 500.
In Italia sono presenti attualmente 308.230 slot e 51.939 videolottery.

 

gioco bambini

Il gioco d’azzardo tra le varie fasce di età
Decisamente allarmante è il coinvolgimento dei giovani, sempre più numerosi. Nella provincia di Catania, il 64 per cento dei ragazzi compresi tra i 16 e i 20 anni, gioca d’azzardo. All’interno di una popolazione scolastica compresa tra i 15 e i 19 anni, è emerso che poco meno del 50 per cento della popolazione studentesca è affetta dal gioco d’azzardo, con valori di genere molto differenti: il 60 per cento maschi e il 38 femmine. Il 7 per cento dei giovani intervistati presenta una condizione problematica al gioco, mentre il 3 per cento, una situazione patologica.
Ma il fenomeno non è prerogativa soltanto dei giovani. Sorvolando la fascia intermedia, che è, senza ombra di dubbio, la più numerosa,  possiamo affermare che anche gli anziani sono fortemente proiettati verso il fenomeno. All’interno di ogni tabaccheria, retrobottega di bar, piuttosto che in una sala giochi molto esposta, non è insolito trovare anziani che, in maniera meno spudorata rispetto ai giovani o con falso pudore, mettono in gioco la propria pensione, al di là dell’entità di quest’ultima. Insomma, una fascia sommersa che, comunque, ha il suo peso.

 

Problematiche legate al gioco d’azzardo
Il Gioco d’azzardo patologico è un fenomeno trasversale nel senso che riguarda tutte le fasce sociali, al di la del proprio reddito.
I nodi da sciogliere sono tanti. Tra questi, la difficoltà a inserire i soggetti patologici all’interno di una comunità. A cui si aggiunge il tipo di risposte da dare. Tutto ciò, perché la patologia non è ancora inserita nei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) e ha un percorso più complesso.

 

Soluzioni legate al gioco d’azzardo
Non è facile risolvere il fenomeno. Ridimensionarlo, comunque, potrebbe essere possibile. Bisognerebbe applicare una serie di misure, in parte introdotte dalla legislazione, in maniera più capillare. Pensiamo, per esempio, a un’opportuna revisione della collocazione degli apparecchi da gioco sul territorio, con l’introduzione di sistemi di stop e warning in caso di comportamenti problematici, formazione degli operatori, incontri nelle scuole, istituzioni di centri di ascolto, divieto di pubblicità. Questi, per esempio, sono alcuni dei capisaldi delle Linee Guida sulla prevenzione del Gioco d’azzardo Patologico approvate dall’Assessorato Regionale della Salute della Regione Sicilia. Ma bisogna, soprattutto, sensibilizzare i giovani a conoscere i rischi del gioco d’azzardo e tutti i pericoli a esso correlati.
La cura dal gioco patologico non è semplice. La migliore terapia è la prevenzione. Il Decreto 495 dello scorso anno individua tre tipi di prevenzione: universale, ambientale, selettiva. Tre rimedi da attuare attraverso una serie di azioni coordinate da un Tavolo Tecnico Regionale Permanente composto da dirigenti del Dasoe, Dipartimento attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico, nonché funzionari dei servizi di Dipendenze Patologiche delle aziende sanitarie di Siracusa, Enna, Catania, Trapani, Palermo, Ragusa, Messina.
I compiti previsti dovrebbero riguardare la predisposizione di programmi e metodologie e coordinamento, attuazione delle linee guida a tutti i rami  coinvolti nella specifica assistenza al Gap nel rispetto della normativa vigente, parere tecnico per tutte le iniziative a carattere scientifico e divulgativo in materia di Educazione Sanitaria nell’ambito della prevenzione, indicazioni di ordine tecnico sanitario sui modelli applicati.
Anche le aziende sanitarie dovrebbero avere un ruolo determinante nei rimedi contro il gioco d’azzardo. Sono tenute ad attivare linee di azione e progetti sulla prevenzione del Gap.
Ma il nodo fondamentale sarebbe quello di ridurre l’offerta del gioco, sempre più estesa, e aumentare i controlli. Purtroppo, però, non sembra vengano fatti né l’uno né l’altro.
E, poi, ancora, applicare il divieto di gioco prima dei 18 anni, ridurre il numero delle sedi da gioco nel territorio, dislocandole lontano dalle scuole e dalle sedi di raduno giovanili; in realtà, si fa l’opposto. Sarebbe opportuno, pure, regolamentare la collocazione delle apparecchiature da gioco negli esercizi pubblici, nonché inserire l’uso di carte prepagate controllabili e tracciabili e, infine, prevedere l’utilizzo della tessera sanitaria prima dell’inizio del gioco nelle slot machines 

gioco bambini

 

Il monopolio dello Stato sul gioco e business economico
Dal 2004 a oggi si è registrata una crescita esponenziale del fatturato che ruota attorno al gioco d’azzardo. Si è passati da un fatturato di 25 miliardi di euro nel 2004 agli 88 del 2012. Solo nel 2013 c’è stato un leggero calo del fatturato, che si è fermato a 84 miliardi, probabilmente legato alla crisi.
La vera contraddizione è rappresentata dalla posizione che lo Stato riveste. Chi ci governa, da una parte mostra e deve dimostrare di redimere il fenomeno, ma dall’altra non vuole rinunciare a una fonte di reddito così cospicua come quella rappresentata dal gioco. Basti pensare che sino al 2014, lo Stato ha incassato attraverso il fenomeno ben 8 miliardi. Nel 2015, la cifra ha sfiorato i 10 miliardi di Euro.
Da una parte, comunque, incassa enormi cifre, dall’altra deve far fronte a considerevoli spese sanitarie per aiutare i giocatori compulsivi a guarire.
Pertanto, il Governo, invece di stroncare il fenomeno alla base, togliendo slot-machine e gratta e vinci, incita il giocatore o potenziale tale a giocare, conoscere e approfondire il gioco d’azzardo nelle sue più svariate forme, attraverso una forma di pubblicità sempre più invasiva e conturbante.

 

Aspetto socio-sanitario
In Italia, di fronte all’aumento smisurato del numero di soggetti affetti dalla patologia, il Governo ha ritenuto utile impiantare dei centri di sostegno e supporto.
Per curare, aiutare e supportare il giocatore patologico e i propri familiari, esiste un servizio pubblico gratuito del sistema sanitario nazionale denominato inizialmente SerT, servizio per le tossicodipendenze, ora denominato SerD, servizio per le dipendenze. Si tratta di strutture dedicate interamente alla cura, alla prevenzione e all’assistenza.
All’interno di questi centri SerD, dislocati in tutte le Regioni italiane, troviamo personale qualificato che introduce il paziente in un percorso fatto di dialoghi, colloqui, suggerimenti, terapie. L’obiettivo principale è quello di ridurre, fino a eliminare, lo spasmodico bisogno di giocare.
Gli operatori dei Serd cercano di continuo le strategie più innovative per aiutare non solo il giocatore patologico, ma anche la famiglia. Ma è necessaria la piena e totale partecipazione del paziente, che deve essere fortemente proiettata verso la guarigione.
In Sicilia, i dati dimostrano come il numero dei giocatori patologici assistiti dai Sert, da un anno all’altro, sia quasi raddoppiato, passando dal 2,5 al 5 per cento. Il gioco d’azzardo nella sua espressione patologica è un fenomeno prevenibile e riducibile. L’efficacia degli interventi è strettamente legata alla tipologia di assistenza a cui assegnare le varie categorie di soggetti esposti.
Come prima cosa avviene un colloquio sociale per raccogliere più notizie possibili sul grado della patologia, poi si passa alla valutazione medica e infine si programma un colloquio di tipo psicologico. Di solito il periodo di valutazione è di circa un mese. Tutti i giocatori sono diversi, per questo bisogna condividere il percorso insieme, per così poter costruire la giusta terapia personalizzata per ogni soggetto.

 

Aspetto psicologico: quando il gioco diventa patologico       gioco
La dipendenza patologica, diventa una situazione neuro fisiologica, e quindi i cambiamenti delle funzioni celebrali sono continui. Nel giocatore si attiva come un sistema della ‘ricompensa, che è certamente un sistema distorto, che però si adatta a qualsiasi forma di appagamento. Il meccanismo della dipendenza, infatti, è facile da instaurare proprio perché è un meccanismo di ricompensa cerebrale. Il cervello tende a semplificare e a velocizzare le azioni mentali e meccaniche al fine di raggiungere il piacere con la minor fatica e il minimo lavoro.
Inoltre, quando il gioco diventa patologico, la capacità decisionale a livello frontale diminuisce sensibilmente e avviene una sorta di inibizione del lobo della corteccia cerebrale che porta alla diminuzione della capacità di giudizio, per questo le strategie del giocatore non sono mai a lungo o medio termine, ma seguono la logica del meglio poco ma subito.
I motivi che attraggono le persone in questa trappola sono tantissimi: il tentativo di recuperare uno status sociale perso precedentemente, oppure la volontà di continuare a tenere uno stile di vita alto pur non avendone le possibilità. La persona non crede più nelle proprie possibilità e quindi si affida al caso, trasformando il gioco in azzardo, che diventa, così, una patologica che sfugge al controllo, non essendo più volontaria ma compulsiva.  Di solito chi entra nel tunnel del gioco d’azzardo lo fa perché non è gratificato dal proprio lavoro, non ha molta autostima, o perché è molto solo.
Ci sono dei segnali diagnostici ben precisi. Il primo è, senz’altro, il cambiamento repentino delle abitudini e il ricorso sempre più frequente alla menzogna. A questi si aggiungono l’ansia, nervosismo, insonnia e disinteresse per la famiglia. Il segnale più eclatante viene dato, comunque, dal conto corrente, sempre più spesso in rosso.
Purtroppo spesso la patologia del giocatore d’azzardo è solo la punta dell’iceberg, infatti quasi sempre il giocatore d’azzardo è dipendente anche dall’alcool o nasconde altre gravi patologie.
Un giocatore d’azzardo rimane sempre a rischio. L’obiettivo da raggiungere è un’alleanza medico – paziente che può portare a grandi possibilità di guarigione totale.
Spesso, però, un paziente guarendo dalla forma compulsiva del gioco d’azzardo può sviluppare violenti  depressioni, dolore costante o altre forme di sofferenza psicologica.
Un ruolo importante è dato dalla famiglia, che non deve sottovalutare i segnali, non deve esitare a chiedere aiuto e deve mantenere un comportamento collaborativo, accettando il paziente.

 

Aspetto giuridico del gioco d’azzardo
Nella cornice europea, i primi passi cominciano a muoversi nel 2013. Quando, il Parlamento europeo, con una risoluzione ha delegato ai singoli Stati membri, gli interventi necessari per la tutela, quindi la protezione, dei giocatori. Si sono susseguite, dunque, da quell’anno in poi, in Italia, una serie di interventi a tutela dei cittadini-consumatori.
Nel 2014 la Commissione Europea è intervenuta, con una raccomandazione,  sul tema del gioco d’azzardo online. Ha stabilito i principi che gli Stati membri sono invitati ad osservare, al fine di tutelare i consumatori, con particolare attenzione, però,  ai minori e ai soggetti più deboli. Venne sottolineata la necessità di fornire informazioni ai giocatori, circa i rischi cui vanno incontro, di realizzare una pubblicità responsabile, di vietare ai minori l’accesso al gioco d’azzardo online. Un grosso passo in avanti, dunque, in ambito europeo. In Italia, però, già con la legge n. 88 del 2009, venne prevista l’adozione di strumenti ed accorgimenti, per l’esclusione dall’accesso al gioco online, da parte dei minori. Con la legge n. 220 del 2010, viene rivisto lo schema di ‘convenzione tipo’ per le concessioni per l’esercizio e la  raccolta dei giochi pubblici, anche al fine di contrastare la diffusione del gioco irregolare o illegale in Italia e le infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore.
Nella legge di stabilità per il 2016, che inizialmente era incentrata solo su una revisione del prelievo fiscale e sulle nuove concessioni per le sale gioco, sono state introdotte norme per sanzionare l’impiego dei c.d. totem (apparecchi che permettono di collegarsi con piattaforme per il gioco online) ed avviare un processo di contenimento del numero delle slot machine. Sono state approvate infine, disposizioni limitative della pubblicità, con riferimento sia agli orari in cui sono vietati i messaggi pubblicitari nelle tv generaliste, sia ai contenuti dei messaggi stessi.

 

Gioco d’azzardo e criminalità organizzata
Il gioco d’azzardo è la terza impresa siciliana, l’unica con un bilancio sempre in attivo e che riesce a mantenere saldo l’argine contro la crisi. Tutto rigorosamente gestito dalla mafia, che sul gioco non va mai in tilt. Con il supporto di sofisticatissime tecniche, finalizzate all’elusione dei presìdi di controllo posti dallo Stato, le cosche mafiose si accreditano come l’undicesimo concessionario ‘occulto’ del Monopolio di Stato.
In Sicilia, ben tre Procure della Repubblica direzioni distrettuali antimafia nell’ultimo anno hanno effettuato indagini: Palermo, Caltanissetta, Catania. Sono ancora di più le città dove sono state effettuate indagini e operazioni delle Forze di Polizia in materia di gioco d’azzardo con arresti e sequestri direttamente riferibili alla criminalità organizzata.
L’azzardo è un’opportunità unica per chiunque voglia riciclare o spostare denaro passando inosservato. Le organizzazioni criminali lo sanno e sanno sfruttare le opportunità che il gambling offre.
Gioco d’azzardo online               gioco d'azzardo online
Da sempre, il gioco d’azzardo, può considerarsi una tra le principali piaghe sociali. Non è di solo “vizio al gioco” che si parla. Nell’ambito del “gioco d’azzardo patologico”, infatti, sono una serie le componenti che possono far sviluppare dipendenza nell’individuo. Portandolo di conseguenza, a non avere più il controllo delle proprie azioni, del proprio volere. Sfociando spesso, in comportamenti ossessivo-compulsivi. A preoccupare molto però, negli ultimi anni, è il gioco d’azzardo online. Un fenomeno in costante crescita, che individua soprattutto nelle nuove generazioni, i soggetti più esposti. La tecnologia, i nuovi modi di comunicare, possono essere alle volte, causa di rapido e facile accesso a questo mondo. Basta un computer, anzi, uno smartphone per accedere alle sale slot virtuali e iniziare a giocare.
Dodicimila tornei ogni 24 ore, seicentomila euro al giorno spesi complessivamente dai giocatori italiani, nei siti nazionali. Questi i dati allarmanti, portati alla luce dalla School of Management del Politecnico di Milano, la quale, con un Osservatorio dedicato, studia il mondo dei giochi online. Ecco dunque, che si individua in 3,8 miliardi di euro, il volume totale d’affari già dal 2009, del mercato del gioco digitale, con un tasso di crescita annuale del 150 per cento.
I motivi che, inoltre, spiegano questa diffusione a macchia d’olio, possono sintetizzarsi nella estrema facilità dell’accesso al gioco online, nell’aumento continuo dell’offerta, nella pubblicità, nello scarso controllo. Nonostante infatti, il susseguirsi di leggi e regolamentazioni, avvenute soprattutto negli ultimi anni, questo fenomeno non riesce ad arrestarsi.
‘A mancare è soprattutto il controllo’ denunciano a gran voce associazioni come “Movimento NoSLot” impegnate quotidianamente, nel contrasto al gioco d’azzardo di massa. “Il pericolo – si legge dalla propaganda del movimento su Facebook – sta soprattutto nella Rete. Il gioco d’azzardo ha invaso i social network, le applicazioni dei cellulari, il mondo dove, ormai, tutti viviamo, soprattutto i nostri figli”.
Tra i problemi riscontrabili da chi – a colpi di slogan e simboli – lotta contro il proliferare dell’azzardo online, c’è, fra tutti, il mancato controllo. Non tutti i siti di gioco, infatti, sono soggetti ai controlli da parte dell’AAMS (Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato), la quale, ha il compito di regolamentare e controllare gli operatori del settore.

Nella battaglia contro il gioco d’azzardo on line si stanno muovendo numerosi movimenti.

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