di Sonia Parrilli*
Lamentarsi di ciò che non va bene, non porta a nulla. Se alle critiche non seguono i fatti, le lamentele rimangono sterili e inutili.
E’ importante, altresì, prendere atto che, unendo le forze verso una direzione comune, possiamo apportare notevoli benefici alla comunità. Quindi, agendo insieme con tenacia e credendo in ciò che si fa, si può ottenere qualcosa di buono.
Alla luce di questi principi, desidero focalizzare l’attenzione su una particolare categoria sociale, spesso, ‘invisibile’, perché sfugge allo sguardo comune. Sto parlando dei ‘senza fissa dimora’. Tutti coloro che vivono per strada e che, pur volendo trovare lavoro, non sono neppure presentabili al cospetto altrui.
Io e Nino Rocca di “Addio Speco”, vorremmo scuotere le tranquille coscienze di tutti gli altri cittadini che neppure si accorgono di loro.
Se camminando, passate davanti a un clochard, non guardatelo con pietà e commiserazione. Chiedetevi, piuttosto, se potete fare qualcosa per aiutarlo. Vorrei, inoltre, rivolgere alle associazioni di volontariato che operano sul territorio palermitano e che conoscono bene questa realtà, un appello, chiedendo tutto il loro appoggio nel sostenere una ‘ragionevole proposta’ che mi appresto a fare, attraverso le pagine di questo giornale, nella piena convinzione che uniti possiamo fare tanto.
Si tratta di una proposta fatta, già da tempo, dal comitato di ‘Lotta per la casa 12 luglio’ al presidente della commissione al bilancio Mimmo Russo. Attraverso questa proposta, si chiedeva semplicemente di utilizzare per coloro che non hanno una casa, la somma già destinata al bando per il contributo abitativo per i senza casa. La somma, che si aggirava intorno a un milione di euro, è stata quasi del tutto inevasa.
Il motivo per cui tale somma sia rimasta inevasa è legato alle condizioni richieste dal comune per ottenere il contributo, cioè quella di presentare un contratto di affitto regolarmente stipulato dal proprietario.
Una condizione decisamente impossibile, perché sappiamo bene che il proprietario di un immobile, prima di firmare un contratto, richiede all’affittuario tutta una serie di credenziali, come, per esempio, un reddito stabile, nonché la sicurezza che nel momento in cui il Comune non dovesse più pagare l’affitto, l’inquilino lascerebbe l’alloggio senza fare storie.
Il capitolo relativo al contributo alloggiativo Fondi Comunali è il capitolo numero 13702, per il quale nel 2015 sono rimasti non impegnate 883.000,00, che si aggiungono per il 2016 a un altro 1.000.000,00 di Euro.
Avevamo sperato che non ci si ostinasse a riproporlo. Invece è stato riproposto negli stessi termini in cui fu proposto nel 2015.
Emergenza abitativa. La nostra proposta
Con l’assestamento del bilancio, che avverrà tra la fine di ottobre e i primi di novembre, il suddetto capitolo di spesa potrebbe essere utilizzato, sempre per gli sfrattati e i senza casa, affittando, il Comune stesso, 200 appartamenti al costo di 400 euro al mese, per un anno, per destinarli, secondo la graduatoria, alle prime 200 famiglie della lista di emergenza. Lista, che ha superato le 1700 famiglie.
Tra l’altro, l’affitto da parte dello stesso Comune, con o senza la mediazione della banca, è previsto dal regolamento approvato dal Consiglio Comunale.
Non vi sembra una proposta ragionevole, dal momento che, con l’esperienza dello scorso anno, la somma resterebbe quasi del tutto inevasa?
Se poi, al milione si aggiungessero le 883.000 euro non spese nello scorso anno, il numero di affitti salirebbe oltre 350.
Abbiamo la forza contrattuale per ‘costringere’ l’Amministrazione a mettere in campo un provvedimento ragionevole e fattibile che allevierebbe la sofferenza di oltre 350 famiglie?
Forse, se unissimo le nostre forze, potremmo riuscirci. Che ne pensate?
*Associazione Luce nelle mani