Donne che partoriscono bambini malformati e dal sesso indefinibile, senza arti e con strane malformazioni al viso. Il 40 per cento dei bambini palestinesi soffre di anemia e di malformazioni causate dai gas tossici
di Fateh Hamdan
I gas tossici e le bombe a raggi usati dall’esercito di occupazione israeliana contro i palestinesi cominciano ad avere conseguenze sui nascituri.
Il dottor Abed El Jabar Attaibi, direttore generale della medicina primaria del Ministero della Sanità ha dichiarato che la difficile situazione in cui vive la popolazione palestinese a causa, soprattutto, delle applicazioni del coprifuoco da parte dell’esercito israeliano, della proibizione della circolazione e dello spostamento dei cittadini e, non ultima, dell’elevata percentuale di disoccupazione, ha fatto sì che le condizioni di salute dei bambini al di sotto dei cinque anni e della donna in gravidanza si è molto aggravata.
Il dottor Attaibi ha dichiarato, inoltre, che il 45 per cento dei bambini al di sotto dei cinque anni e delle donne gravide soffre di anemia. Inoltre, è in aumento pure il numero dei bambini che nascono sotto peso e comunque più piccoli rispetto alla media (13 per cento).
In una dichiarazione medica dell’ospedale di Ashfa nella città di Gaza, è documentato che una donna palestinese ha partorito un bambino considerato un caso stranissimo e unico in quell’ospedale e in tutta la Palestina: il bambino è indefinibile come sesso, è privo di arti e ha delle malformazioni al viso. Lo stato di salute del bambino è grave, pesa meno di un chilogrammo ed è lungo meno di 27 centimetri.
Dopo l’intifada hanno cominciato a verificarsi altri casi meno gravi di malformazioni, provocate dalla malnutrizione e dalla respirazione da parte delle madri dei gas tossici e delle bombe a raggi usate dall’esercito israeliano.
Il dottor Mohammed Alshirafi aggiunge ancora che ci sono stati negli ultimi anni notevoli aumenti di casi di aborto provocati dalla paura e da altre cause psicologiche a causa dei bombardamenti sui centri abitati e dei posti di blocco sparsi ovunque che impediscono lo spostamento degli abitanti e delle macchine di soccorso.
Tutto ciò viene confermato anche dalle statistiche ufficiali pubblicate dai centri di ricerca internazionali con la collaborazione dell’università araba di Gerusalemme, che avvertono sull’aggravarsi della situazione dei bambini e delle loro madri nei territori palestinesi dove c’è più del 30 per cento dei bambini fino a cinque anni che soffre per la malnutrizione e per la mancanza della medicina primaria impedita a causa del blocco militare israeliano e della chiusura economica che subiscono le città, i vollaggi e i campi profughi.
Si aggiunge ancora che il 20 per cento delle madri soffre di malnutrizione