L’ordinamento della finanza pubblica locale ha modificato notevolmente l’andamento della gestione finanziaria degli enti locali siciliani. Da una parte, aumenta l’autonomia finanziaria dei comuni attraverso il finanziamento dei propri tributi, dall’altra, le numerose manovre correttive sulla finanza pubblica hanno ristretto l’autonomia finanziaria degli stessi, imponendo numerosi vincoli. Ne parliamo con Giacomo Scala, presidente dell’Anci Sicilia, Associazione nazionale dei Comuni d’Italia
di Patrizia Romano
Il coacervo delle modifiche apportate all’ordinamento della finanza pubblica locale hanno modificato notevolmente l’andamento della gestione finanziaria degli enti locali siciliani, assumendo peculiarità ambivalenti e contraddittorie. Infatti, da una parte, avviando il cantiere normativo del federalismo fiscale, si pongono l’obiettivo di aumentare l’autonomia finanziaria dei comuni attraverso il finanziamento dei propri tributi, dall’altra, le numerose manovre correttive sulla finanza pubblica hanno ristretto l’autonomia finanziaria degli stessi, imponendo numerosi vincoli.
E’ facile, alla luce di tale analisi, immaginare le difficoltà gestionali incontrate dai Comuni. L’andamento della gestione finanziaria, proprio in virtù di tali modifiche, segue, infatti, un percorso tortuoso.
“In questo scenario – dichiara Giacomo Scala, presidente dell’Anci Sicilia, Associazione nazionale dei Comuni d’Italia – la situazione dei Comuni siciliani presenta una forte peculiarità. Questi, infatti, non possono ampliare la propria autonomia, utilizzando gli strumenti previsti dal decreto legislativo sul federalismo municipale, visto che quest’ultimo non ha trovato applicazione diretta nelle regioni a Statuto speciale, anche se, nello stesso tempo, essi hanno subìto le misure di contenimento della spesa pubblica. Pertanto – continua il presidente dell’Anci – la situazione finanziaria che i comuni siciliani hanno affrontato nel nuovo contesto di crisi economica e di restrizioni alla finanza pubblica locale è difficile e complessa perché, diminuendo la disponibilità, ha costretto gli enti locali a scelte di riduzione dei servizi erogati e di maggiore efficienza dell’organizzazione amministrativa”.
Il livello di autonomia finanziaria dei comuni siciliani, la capacità cioè di acquisire nel proprio territorio le risorse necessarie a garantire i servizi si attesta intorno al 40 per cento. Parecchi punti meno rispetto ai comuni del Nord
“E’ difficile, pertanto – conclude Giacomo Scala – esprimere una valutazione su quali siano e come funzionino gli indicatori finanziari che permettono di seguire l’andamento della gestione finanziaria di ciascun ente. Non ci resta che adeguarci e arrangiarci. E tutto questo…. in nome dell’autonomia”.