Sempre al centro dell’attenzione di tutte le società antiche e moderne. Monitoraggio di un fenomeno prepotentemente sempre alla ribalta, dietro al quale, si nasconde, spesso, il delirio. Il parere degli esperti
di Patrizia Romano e Giusi Serravalle
Nata da una serie di impulsi, a volte contrastanti, la magia ha governato il mondo nel corso dei secoli, affondando le proprie radici nelle pieghe più recondite di ogni società, creando, goccia dopo goccia, un complesso apparato culturale. Un immenso meccanismo cristallizzato in credenze, superstizioni, riti, misteri, leggende, usi e tradizioni. Ma, al di là delle numerose componenti, cos’è la magia? Il termine, nella sua accezione più completa e significativa, trae origine dagli antichi sacerdoti persiani che praticavano una serie di metodi per sottoporre alla propria volontà le potenze occulte superiori. La parola ‘magia’ significa, infatti, pratica esoterica capace di controllare le forze della natura.
Scettici o fervidi credenti, tutti quanti ci siamo posti lo stesso interrogativo: ma la magia esiste davvero? “Per affermare se la magia esiste – spiega Giuseppe Mirisola, studioso di tradizioni popolari ed esoterismo, nonché fondatore della New Light Association – bisognerebbe, innanzitutto, definire il concetto di magia. Innumerevoli antropologi, studiosi ed esoteristi hanno dato la propria definizione a riguardo. Personalmente – sottolinea il nostro esperto – ritengo che si possa definire magia l’insieme delle pratiche, delle preghiere e degli studi volti ad accrescere la consapevolezza fisica, psichica e spirituale che abbiamo di noi stessi e di ciò che ci circonda. È saper creare dentro e fuori di noi dei movimenti di energia capaci di influenzare positivamente la nostra vita. Credo ad esempio che un pensiero positivo possa apportare del bene a noi e a chi ci sta vicino, proprio come un pensiero negativo può ottenere l’effetto contrario. È una questione di volontà e di energia vitale, e le parole e i gesti sono semplicemente delle variabili che accompagnano le nostre preghiere”.
Magia: chi la pratica e chi la segue?
In molti sostengono di possedere poteri magici, di avere dentro di sé una particolare sensibilità che permette di percepire alcune frequenze energetiche intangibili e invisibili. “In effetti, questa capacità – sostiene sempre Giuseppe Mirisola – sono in molti ad averla, sicuramente alcune persone sono più predisposte di altre e riescono a sviluppare e preservare nel tempo l’abilità di essere intellettualmente e spiritualmente in contatto col mondo invisibile”.
Il mondo della magia certamente affascina un po’ tutti. La differenza sta nello scegliere se e come avvicinarsi ad essa. Chi si rivolge ad un mago col solo scopo di ottenere una sorta di ‘miracolo’ di solito è una persona che non conduce studi esoterici. Si tratta in genere di un individuo che ha un problema che le scienze cosiddette ‘esatte’ non possono risolvere. Mentre chi conduce un minimo di reali e sani studi, quando si rivolge all’esoterista, sa bene di poterne trarre un vantaggio, ma certamente sa anche di non poter basare la sua vita sull’aspettativa di un miracolo.
Viene spontaneo chiederci se esista un identikit del mago, ovvero se sia possibile distinguere un ciarlatano da chi, padroneggiando tra discipline esoteriche, sia davvero in grado di aiutare chi a lui si rivolge per vivere meglio. “Il ciarlatano è facile da riconoscere – sostiene Mirisola – avrà sicuramente una discreta parlantina, sarà molto pieno di se e si mostrerà sempre sicuro dei suoi poteri. Il suo tratto distintivo in assoluto è l’abilità di carpire all’assistito piccoli o grandi segreti sulla sua vita da riproporgli in un secondo momento, usando termini differenti, fingendo di esserne venuto a conoscenza grazie ai propri poteri. Un vero operatore esoterico – continua il fondatore della New Light Association – non ha alcun bisogno di ostentare grandi poteri o eccessiva sicurezza. È semplicemente consapevole di ciò che fa e di non potersi sostituire alla figura di un medico. È una sorta di counselor che, tramite pratiche esoteriche e spirituali, prova a dare un po’ di serenità a chi chiede il suo aiuto, consapevole dei propri limiti”.
Exursus storico attraverso i popoli
La magia, nel corso della storia, ha attraversato fasi altalenanti. Nell’antichità ha influenzato tutti gli aspetti della vita, fondandosi sul principio che quasi tutti i dolori umani erano causati dai demoni, che aggredivano l’individuo perché evocati da qualche stregone. Maghi ed esorcisti occuparono un posto preminente anche nella gerarchia del clero mesopotamico duemila anni prima di Cristo e avevano il compito di neutralizzare le forze ostili che agivano sull’uomo. Presso gli antichi egizi, invece, la magia ispirava tutte le pratiche religiose. In India, l’ascetismo, pratica che mira al dominio degli istinti, si è sempre espresso attraverso la magia. La Grecia classica, invece, non crede ai maghi, che tornano in auge in Etruria. Proprio tramite gli etruschi, la magia viene trasferita nell’antica Roma. Anche Maometto ammetteva l’efficacia della magia: per i Musulmani essa si basa sulla credenza negli spiriti.
Dopo un periodo di decadenza, tra la fine del Medioevo e l’inizio del Rinascimento, la magia torna a proporsi come forma di conoscenza, collegata all’astrologia.
In epoca moderna, la magia si diffonde prevalentemente nei periodi di pericolo, spesso, per esorcizzare la paura dello stesso pericolo.
Magia bianca e magia nera: i confini
Gli imperatori romani rinnegavano i maghi e, pertanto, li perseguitavano. Distinguendosi per coerenza, però, molto spesso ricorrevano ai loro servigi. Una volta invocato, il mago chiamava in suo aiuto demoni malvagi o demoni buoni, in base all’esigenza manifestata dall’imperatore. E’ proprio così che comincia la distinzione fra magia bianca e magia nera.
La magia bianca è una pratica esoterica che interviene soltanto sui fenomeni della natura, seguendone pedissequamente le sue leggi. La magia nera, invece, interviene tramite l’invocazione di forze soprannaturali e paranormali, superando le leggi della natura.
Ma quali sono i veri confini tra l’una e l’altra? “A mio giudizio – riprende Giuseppe Mirisola – la magia diventa bianca o nera a secondo di chi la adopera e dei suoi intenti. C’è chi cerca il bene, ma purtroppo c’è anche chi cerca il male. Non distinguerei, quindi, la magia di per se stessa, ma chi ne fa uso. La magia è un mezzo, è poi l’uomo a decidere come usarla. E c’è una netta distinzione tra chi desidera il bene e chi desidera il male. Ed è esattamente così in ogni ambito della vita. Tanto per fare un esempio, anche un giudice, un poliziotto, o un medico possono cercare il bene o meno, ma non dipende certo dalla divisa che indossano, ma dagli intenti umani con cui la indossano”.
La magia nera, invece, si distingue da quella bianca per i principi su cui si fonda. Principi secondo i quali, chi la pratica è in grado di sottomettere le entità spirituali demoniache al proprio volere. Essa esprime la volontà di ottenere poteri superiori, attraverso una prevaricazione delle leggi dell’armonia universale.
La magia nera è, comunque, un tentativo di opposizione al giusto sviluppo dell’umanità previsto nei piani divini. Spesso, il mago nero cerca un accordo con quelle entità spirituali identificate proprio con le potenze dell’opposizione, entità demoniache, come Satana e Lucifero. Per ottenere ciò, il mago fa uso di rituali spesso cruenti, che possono prendere anche la forma di perversioni di rituali religiosi, come le messe nere.
L’obiettivo di chi pratica la magia nera è quello di fare giustizia, infliggendo punizioni pesanti a chiunque gli sia andato contro. Nella magia nera viene generata energia negativa, che viene indirizzata verso la persona oggetto dell’odio.
Il satanismo
Il culto delle potenze diaboliche è rappresentato dal satanismo, un fenomeno dai risvolti inquietanti, talvolta, in grado di sfociare in crimini efferati. Negli ultimi anni, l’interesse e, soprattutto, il coinvolgimento verso tale fenomeno è cresciuto in maniera esponenziale, attraendo soprattutto i giovani. Ed è questo, secondo il Gris, Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-Religiosa, il dato più allarmante: la presenza sempre maggiore di giovani tra gli adepti di satana. “Si tratta prevalentemente di giovani allo sbando – afferma Tullio Di Fiore, referente del Gris in Sicilia -. Ragazzi ai quali manca un referente importante nell’ambito della propria famiglia, una famiglia sempre più depauperata dei propri valori. Bisogna, infatti, distinguere il satanismo degli adulti da quello giovanile. Quest’ultimo è composto da gruppetti di ragazzi che, sotto l’influsso, a volte anche di droghe, praticano rituali satanici”. In Italia, il diabolico fenomeno coinvolge un migliaio di giovani; espressione del forte disagio giovanile. Tra il satanismo praticato dagli adulti e quello praticato dai giovani esistono, comunque, alcuni comuni denominatori. Tra questi, per esempio, il rituale della messa nera, dove al centro sta, soprattutto, la profanazione del culto tradizionale.
Un dato che ci riguarda molto più da vicino è il diffondersi del fenomeno in Sicilia. I fanatici di satana, nell’Isola sono in aumento.
Questa forte presenza ha una componente antropologica legata alle dominazioni che si sono susseguite sull’Isola. Prima era più facile tenerle sotto controllo. “Oggi – riprende il dott. Di Fiore – con la tecnologia informatica è più difficile avere contezza del fenomeno. Le cerimonie vengono organizzate e comunicate attraverso internet. Viene utilizzato un linguaggio in codice all’interno di blog creati ad hoc e, poi, gli account vengono disattivati”. Così Satana non lascia alcuna traccia.
La Sicilia detiene pure il primato degli esorcisti ufficialmente nominati dai vescovi: il 20 per cento dei preti censiti sull’intera Penisola si trova in Sicilia. La forte presenza di esorcisti è indicativa della presenza di gente posseduta da Satana o che almeno è convinta di ciò. Ma come si fa a distinguere il satanismo da una patologia psichiatrica? “Il rituale dell’esorcismo – spiega ancora il presidente del Gris – è molto delicato e va praticato con estrema prudenza e cautela. I nostri sacerdoti lo praticano sempre con la compresenza di medici psichiatri che danno una valutazione scientifica. Il confine tra malattia psichica e un’eventuale possessione demoniaca è molto sottile. Dal punto di vista psichiatrico, il fenomeno è definito demonopatia”.
Ma chi è Satana? Dove vive? “Secondo la religione teologica – spiega Tullio Di Fiore, i demoni sono entità spirituali che vivono in una dimensione preternaturale, cioè in una dimensione che sta tra il naturale e il soprannaturale. Sono angeli decaduti, cioè quegli angeli che si ribellarono a Dio, seguendo Lucifero. Secondo la Bibbia, Lucifero fu creato da Dio come l’angelo più glorioso. Spinto da un eccesso di orgoglio, aspirava a divenire simile a Dio. Proprio per questa sfrenata ambizione, decadde, diventando satana. La presenza demoniaca – aggiunge Di Fiore – si articola in possessione, infestazione (di luoghi e animali), vessazioni di natura fisica (malattie che dopo l’esorcismo vanno via) e ossessione (con istinti suicidi)”.
Nel calderone dei truffatori
Maestri, ladies e professori. E, poi, cartomanti, astrologi, fattucchieri e, persino, guaritori: ce n’è per tutti i gusti. Il mercato dei cosiddetti maghi in Sicilia è tra i più variegati della Penisola. In Italia sono oltre ventimila. Per l’esattezza, il ‘Telefono Antiplagio’ ne ha censiti 21.550. Un buon 20 per cento è concentrato in Sicilia.
Dei primi, 4.200 si fanno pubblicità su giornali, radio e televisioni; 3.050 si promuovono su Internet.
Il giro d’affari nel nostro paese sfiora i dieci miliardi di euro l’anno, per di più esentasse. Risulta che siano quasi dieci milioni coloro che sentono il bisogno di essere rassicurati davanti a una sfera di cristallo o a un mazzo di tarocchi.
Anche attraverso il 166 della Telecom operano numerose ‘linee magiche’. Sempre secondo l’associazione ‘Telefono antiplagio’, una sola linea può fruttare più di mezzo milione di euro l’anno e la Telecom si trattiene circa il 30 per cento degli incassi. L’associazione sinora ha presentato 7 mila esposti alle diverse autorità competenti, dando luogo a molte inchieste giudiziarie, 1.400 delle quali ancora in corso. Sono state denunciate anche più di cento pubblicità ingannevoli. È una lotta dura, che si scontra con pregiudizi radicati e interessi sempre più alti.
Aspetto giuridico
Nel 1995, la Cassazione ha ribadito che il lavoro del mago, giuridicamente, si inquadra nel mestiere di ciarlatano, vietato dall’articolo 121 del testo unico di pubblica sicurezza. Che cosa si intende per ciarlatano?
Sotto questa denominazione, spiega la legge, si comprende ogni attività che specula sulla credulità o sfrutta e alimenta il pregiudizio.
La magia è anche altro. E può fare molto male, quando si perde il senso della realtà. Saremo magari un popolo di sprovveduti creduloni, fatto sta che mai come in questo periodo sono emersi tanti raggiri basati sull’occulto. Le vittime sono quasi sempre anziani soli e indifesi che, non sapendo più dove battere la testa, prima di arrendersi a una malattia o a una disgrazia approdano al soprannaturale. Ma ci sono anche tanti ragazzi che ricorrono al malocchio o chiedono filtri amorosi, come favole.
Aspetto religioso
“Non si trovi in mezzo a te (…) chi esercita la divinazione e il sortilegio o l’augurio o la magia; né chi faccia incantesimi, né che consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore” (Dt 18, 10-12).
La Chiesa, già nell’antichità, ha sempre preso posizione contro le pratiche magiche o, almeno, ci ha provato. Non poteva essere altrimenti, poiché il cristianesimo attribuisce grande dignità alla persona, che può scegliere fra bene e male in piena responsabilità. Tutti aspetti che hanno sempre indotto la Chiesa a sottrarre l’uomo alla sudditanza del magico. Eppure, la magia continuò a essere praticata nell’ambiente religioso sia cristiano sia fra gli ebrei. Possiamo dire, quindi, che ogni buon cristiano deve stare alla larga dalla magia. Se ci chiediamo il perché, la spiegazione della chiesa viene tratta dalla figura del diavolo. Le pratiche magiche, sostiene la chiesa, quando sono veramente tali, traggono forza dal demonio. E poiché il demonio è mentitore, omicida, maligno e desideroso della nostra rovina eterna, dal suo operato non potrà mai derivarne alcunché di buono.