Si avvicinano le Elezioni Amministrative e i nomi dei papabili sindaci sono sempre gli stessi. Possibile che negli ultimi vent’anni nessuno abbia costruito una nuova classe dirigente?
di Salvo Messina
In vista del voto per Palazzo delle Aquile sono in molti ad accorgersi che a Palermo e in Sicilia non c’è stato nessuno che abbia costruito, nel corso degli anni, una nuova classe dirigente. Infatti, non è un caso che oggi troviamo gli stessi attori politici di vent’anni fa: Leoluca Orlando a Palermo, Enzo Bianco a Catania e Gianfranco Miccichè che ha ripreso le redini di Forza Italia dopo la parentesi poco fruttuosa del senatore Vincenzo Gibiino. Un segnale tangibile di questa situazione è costituito dal fatto che il Pd alla ricerca disperata di un candidato a Sindaco da proporre alla cittadinanza abbia virato su Orlando dopo avere incassato un paio di “no grazie” da parte di alcuni esponenti della cosiddetta società civile. Ora, all’interno del Pd, si gioca tutto su come definire questa operazione che pare sia sponsorizzata dall’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici e dal vicepresidente dell’Ars Giuseppe Lupo e, soprattutto, come spiegare ai potenziali elettori il cambio di posizione nei confronti di Orlando che ha ribadito più volte di non volere accanto simboli di partito. Infatti, il prezzo da pagare per il Pd sarebbe la rinuncia a correre con il proprio simbolo. Nel Pd sono in molti che temono a Palermo un crollo elettorale passando dagli attuali 11 consiglieri comunali ad uno sparuto drappello. In relazione a queste proiezioni elettorali, per i Dem è senza alcun dubbio più “produttivo” adottare come candidato “l’usato sicuro Orlando”, candidato per la quinta volta alla guida della città. Al momento conterebbe sul sostegno di cinque liste civiche e senza simboli di partito che con un eventuale successo al primo turno potrebbe contenere l’emorragia dei rappresentanti eletti a Sala delle Lapidi. Di contro anche l’attuale primo cittadino con l’appoggio del Pd potrebbe evitare il rischio di andare al ballottaggio. Comunque, il segretario cittadino del Pd Carmelo Miceli ha detto che nei prossimi giorni il Pd renderà di dominio pubblico il nome del candidato a sindaco che dovrebbe essere proprio Orlando sostenuto anche da Sicilia Futura e dal Ncd che forse avrebbe gradito la candidatura di Simona Vicari, ex “zarina di Cefalù” e Sottosegretario delle Infrastrutture e dei trasporti. La candidatura della Vicari, per il Partito democratico potrebbe essere una valida alternativa “last minute” a quella di Orlando, soprattutto in un’ottica di un ampio coinvolgimento delle altre forze centriste. Infatti, all’interno del Pd non mancano i malumori e i mal di pancia poiché per molti la sindacatura di Orlando non è stata la migliore delle sue a partire dal nuovo PRG. Arruolare, tuttavia, Orlando nell’area del centrosinistra, sarebbe “il male minore” poiché eviterebbe al partito di Renzi l’onta di una sconfitta senza precedenti anche se un battitore libero come orlando non risponderebbe totalmente al Pd. Del resto i vertici del Partito democratico ci avevano provato a lanciare una candidatura che potesse essere condivisa dalle varie anime del partito, ovvero quella dell’ex assessore regionale all’Agricoltura Nino Caleca che avrebbe ricompattato l’intero Pd, dai Renziani ai giovani turchi passando dal presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta. Il noto avvocato penalista, forse fiutando l’odore di una sconfitta poco edificante, si è defilato in modo elegante adducendo impegni professionali non conciliabili con l’impegno politico richiesto. A questo punto non si comprende perché i vertici del Pd continuano a non considerare la candidatura di Nadia Spallitta vice presidente vicario del Consiglio comunale (iscritta al gruppo consiliare del Pd) nota anche per la sua battaglia contro le Ztl che da mesi è in giro per la città alla ricerca di consensi, costituendo, negli ultimi giorni, il comitato civico “Palermo città futura”. Un “sussulto d’orgoglio Dem” potrebbe rappresentare la candidatura del segretario cittadino Carmelo Miceli che eviterebbe la rinuncia al simbolo del partito e si porrebbe in alternativa a quella di Orlando. Intanto, anche sui social continuano le fibrillazioni all’interno del Pd. Infatti, a molti non è passata inosservata la risposta al vetriolo dell’ex vicecapogruppo del Pdl a Sala delle Lapidi Stefania Munafò, oggi responsabile Ambiente della segreteria provinciale del Pd, che sulla propria bacheca di Facebook non ha usato parole “tenere” per rispondere alla “lettera a babbo natale in ritardo” scritta dall’ex vicesegretario del Pd Mila Spicola. “Come fa una persona che da Vicesegretario non ha mai avuto contatti con i circoli e i territori della provincia di Palermo figuriamoci della Regione – ha tuonato Munafò – a lanciare esternazioni che parlano di territorio e di circoli. Ho l’impressione che l’ex Vicesegretario del Pd Mila Spicola abbia perso una occasione per stare zitta, silenzio che ben le si addice a giudicare la sua opera”. Il post della Munafò ha generato una serie di reazioni, trovando l’apprezzamento tramite i “mi piace” dell’ex assessore regionale al Turismo Cleo Li Calzi e di Nadia Spallitta. Provvidenziale è stato l’intervento del presidente della Commissione regionale di Garanzia del Pd Giovanni Bruno che per stemperare i toni, pur non entrando nel merito dell’analisi politica, ha scritto: “Se all’interno del nostro partito evitassimo queste cadute di tono probabilmente avremmo maggiore considerazione tra i cittadini”. Come dargli torto?
Forza Italia, ovvero Gianfranco Miccichè, ha scelto da tempo il suo candidato che risponde al nome di Francesco Greco, Presidente dell’Ordine degli Avvocati che in passato durante l’amministrazione Cammarata è stato alla guida della società partecipata Amg Energia. Scelta ancora non condivisa da tutto il centrodestra nonostante il passo indietro del senatore azzurro Francesco Scoma, ex vicesindaco della giunta Cammarata che aveva manifestato più volte la sua intenzione a candidarsi. Su Greco dovrebbero convergere anche i voti dei Fratelli d’Italia e della nuova componente dell’Udc dopo l’uscita di Giampiero D’Alia sempre più appiattito sulle posizioni renziane.
Con il passare dei giorni, sembra scemare, l’opzione rappresentata dal parlamentare nazionale verdiniano Saverio Romano, oggetto di critiche da parte di Giampiero Cannella, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia per la Sicilia-occidentale. “Da qualche giorno abbiamo appreso che il centrodestra a Palermo si è allargato grazie alla presenza dell’onorevole Saverio Romano. Ne siamo sorpresi e lieti” – ha dichiarato Cannella –, intervenendo in merito alle elezioni amministrative di Palermo. “E’ sicuramente interessante conoscere il parere di Saverio Romano, ma non possiamo attribuire allo stesso ormai alcun potere interdittivo. Se Romano è ri-diventato parte del centrodestra abbia l’umiltà, e in tempi rapidi, di confrontarsi per condividere le scelte delle altre componenti della coalizione”. La replica di Romano non si è fatta attendere: “Cannella è come la motorizzazione, distribuisce patenti di un modello di centrodestra che non c’è più. Sono e resto uomo di centro, contro i populismi, e in Sicilia contro il malgoverno di Leoluca Orlando e Rosario Crocetta”. Chiusura a Romano anche da parte di Francesco Vozza, portavoce dei salviniani a Palermo che ha definito l’ex ministro dell’Agricoltura un “traditore seriale”.
Fabrizio Fernadelli che sta tappezzando la città con il suo volto e la scritta “Solo per Palermo”, definito da Miccichè “una fotocopia di Grillo, ma più debole”, secondo i beni informati, al di là degli annunci e delle dichiarazioni non disdegnerebbe i voti provenienti dall’arcipelago degli ex cuffariani nell’ipotesi di un ballottaggio. Il primo parlamentare regionale a dimettersi dall’Assemblea regionale siciliana rivendica la scelta della sua candidatura civica a sindaco di Palermo senza simboli di partito. Il leader de “I coraggiosi” con il suo progetto “Palermocrazia” non perde l’occasione di evidenziare quella che considera la differenza rispetto ai suoi avversari, ovvero di “essere partito dal programma che sta condividendo con la gente e non dalle alleanze”.
Infine, tra “monaci”, graticole e “coup de théâtre”, continuano le defezioni dalla lista 5 stelle per le amministrative di Palermo. Le donne in lista si sono ridotte a 9 e visto l’obbligo di avere un terzo di quote rosa, in lista si potranno inserire non più di 27 candidati su 40. Sul fronte dei cinque aspiranti candidati a sindaco di Palermo per i M5s, si registrano tre ritiri dando di fatto il via libera alla coppia di nomi più gettonata alla vigilia delle “graticole”: l’avvocato e fondatore di Addiopizzo Ugo Forello e il poliziotto Igor Gelarda. Sembra tutto secondo un copione già scritto visto che ancora prima di passare dalle “graticole” questi nomi erano già circolati con insistenza. Chi la spunterà? Colui che ha rapporti diretti con i leader nazionali pentastellati o chi è più conosciuto per il suo impegno nella società civile? Ai posteri l’ardua sentenza… Intanto, il colpo di scena potrebbe essere dietro l’angolo. Infatti, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe saltare la presentazione della lista pentastellata al Comune di Palermo penalizzata da troppi veleni, critiche e defezioni.