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8 Marzo – La rivoluzione delle donne passa dalle pagine di un libro

8 Marzo. Un giorno simbolico. Ha compiuto più di un secolo - la prima celebrazione è del 1909, e va sempre festeggiato...

di Redazione

8 Marzo. Un giorno simbolico. Ha compiuto più di un secolo – la prima celebrazione è del 1909, e va sempre festeggiato. Non fosse altro perche  le donne, in 100 anni, di passi avanti ne hanno fatti. E pure tanti

 

di  Maria Grazia Sclafani

Tanta ancora è la strada da fare, sia a livello di conquiste sociali, politiche ed economiche, sia per fronteggiare le discriminazioni e le violenze di cui continuano ad essere protagoniste.
Celebriamo questa giornata con tante voci femminili di ieri e di oggi. Regalando/ci libri e non mimose. Per ragionare su cosa vogliono le donne, su come sono e su cosa possono fare per farsi ascoltare. Iniziando dalle piccole donne, dalle bambine.  Le ricerche ci mostrano come fin dall’inizio della scuola media le bambine iniziano a perdere fiducia in se stesse – spiegano le autrici -.
Ecco perché essere esposte molto prima a una narrazione diversa della femminilità è fondamentale.
I libri per i più piccoli sono ancora pieni di stereotipi di genere. I genitori non possono fare molto, anche se sono preoccupati e vogliono far crescere i loro bambini con storie che propongono modelli femminili moderni: è per loro che è stato creato Storie della buonanotte per bambine ribelli (edizioni Mondadori). Storie della buona notte per bambine ribelli
Ci può essere di meglio che diventare una principessa che vive all’ombra del principe. Le bambine possono scegliere di essere chiunque loro vogliano, perché si possono avverare anche i sogni di quelle che progettano di esplorare lo spazio, scoprire la metamorfosi delle farfalle, diventare imbattibili a tennis. Servono coraggio, determinazione e generosità. Gli esempi sono tanti, ma cento sono quelli che Elena Favilli, giornalista e imprenditrice, e Francesca Cavallo, autrice e regista di teatro, hanno raccolto nel libro.
Cento biografie di donne famose, favole per sognare in grande, di artiste, scrittrici, scienziate, sportive, che lottano e hanno lottato per affermare la propria personalità e visione del mondo. Le donne raccontate in queste pagine provengono da ogni parte del mondo: da Serena Williams a Malala Yousafzai, da Rita Levi Montalcini a Frida Kahlo, da Margherita Hack a Michelle Obama: scienziate, pittrici, astronaute, sollevatrici di pesi, musiciste, giudici, chef. Ogni racconto è accompagnato da un ritratto a colori, disegnato da una delle 60 artiste che hanno lavorato al progetto. Oltre a loro, se ne potrebbero aggiungere altre due: le autrici. Perché anche il progetto di Storie della buonanotte per bambine ribelli è un sogno coraggioso. La loro opera è il libro più finanziato nella storia del crowdfunding: con Kickstarter ha raccolto oltre un milione di dollari da 70 nazioni diverse in soli 28 giorni, per un totale di un milione e 300 mila dollari dal lancio della campagna in aprile 2016 fino a ottobre dello stesso anno. Il libro è uscito a novembre 2016 e ha venduto 90 mila copie nella sua versione originale americana. Prima ancora della pubblicazione era stato venduto in Inghilterra, Germania, Brasile, Turchia, Polonia, Messico, Olanda, Tailandia e, da febbraio, è arrivato anche in Italia. Finora è stato tradotto il 12 lingue diverse.
Un altro libro che racconta un’altra rivoluzione copernicana in fatto di genere è Puta/Putana. Donne Musica Teatro tra XVI e XVIII secolo della sicilianissima casa editrice Il Palindromo. Puta-Putana_il-Palindromo
E’ usanza diffusa, infatti, credere, erroneamente, che il comporre musica sia arte limitata al genere maschile. I compositori che hanno fatto la storia della musica, per quello che la maggior parte di noi conosce, in effetti, sono uomini. Tuttavia ciò non significa che compositrici donne, e anche di eccelse qualità, non ne siano esistite, anzi. Ma la situazione storico-sociale non ha mai permesso, fino agli ultimi decenni, di dare spazio a tali indiscutibili doti femminili, limitandone da sempre non solo la libertà artistica ma, anzitutto, l’umanità. Nel XVIII secolo, nei rinomati “Ospedali” veneziani, orfane o figlie di famiglie indigenti venivano accolte e cresciute, e veniva loro insegnato a suonare uno o più strumenti, a cantare, a dirigere: le “pute” o “putte” alle quali veniva impartita una rigida istruzione musicale. Una emblematica oscillazione semantica della parola “puta” conduce ad una delle più segrete e profonde ambivalenze dell’immagine femminile nella storia della cultura: “puttana” è infatti l’accusa reiterata e violenta che Otello, protagonista dell’omonima tragedia shakespeariana, rivolge a Desdemona. A queste donne era permesso tutto, ma era loro vietato, appunto, comporre. Certo, se un divieto esiste, vuol dire che qualcuno deve averci almeno provato. Così, tra ricerche di studiosi e musicologi, vengono trovate una gran quantità di musica scritta da monache o da fanciulle cresciute in questi luoghi.
Questo nella musica, ma così anche nelle altre arti: secoli di espressione negata. Con questo intento di diffusione, visibilità e valorizzazione del genio femminile nella storia, al Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo è nato “Alterazione, progetto donne per la musica”, idea sviluppata e coordinata dalle docenti: Anna Maria Sollima, Donatella Sollima, Fulvia Ricevuto, Elena Ponzoni, Loredana Metta, Claudia Galli, Pierina Cangemi, Maria Paola Altese. Ancora storie di donne.

Dal passato si torna al presente con Giulia Bongiorno e le “sue “ donne che corrono da sole. Storie di emancipazione interrotta, Rizzoli editore. Storie di donne che si trovano ancora a combattere contro ingiustizie e abitudini che le relegano in vecchi ruoli e a dover “correre da sole”, scegliendo tra i diversi aspetti di una vita piena, maternità o carriera, indipendenza o affetti familiari.  Com’è possibile che domande cruciali come “Dove sono finiti i miei calzini” o “Perché il frigo è vuoto” siano rivolte sempre alle donne? Non era stata raggiunta la parità?
Eppure le donne continuano a fare quello che facevano cinquant’anni fa. Magari con il cellulare in mano, telefonando dal balcone per non far capire all’interlocutore che sono ancora a casa. Ma rimane il fatto che è la donna a dover fare quadrare, da sola, lavoro, casa e famiglia. Capita anche nelle famiglie più evolute, quelle dove gli uomini, accompagnando i figli a scuola, credono di aver assolto a tutti i loro doveri, lasciando poi le altre incombenze alle mogli. Con il risultato che, per essere brave sul lavoro, si finisce per essere sempre in ritardo sul resto: le bollette da pagare, le riunioni di condominio, le relazioni con gli amici o con i familiari. In questo viaggio tra norme inadeguate e pregiudizi – degli uomini ma non solo –, esperienze personali e storie di altre donne, Giulia Bongiorno ricorda a tutte l’urgenza di agire per passare dalla libertà virtuale a quella reale: battendosi quotidianamente per la distribuzione dei doveri familiari nonché per l’approvazione di leggi sacrosante per una parità concreta (dalla previsione dei meccanismi di quote di genere in ogni ambito alla trasmissibilità del cognome materno sino all’introduzione del compenso per il lavoro domestico), con l’ambizione di ottenere anche più degli uomini.
Perché, sostiene Giulia Buongiorno, avvocato di successo e solista per necessità, “soltanto con la disparità a nostro favore è possibile uscire dalla discriminazione”.

 

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