Ancora un 8 marzo in cerca di parità di genere e di opportunità, di rispetto e di diritti. Le donne fanno girare il mondo ma restano vittime di femminicidi, violenze fisiche e psicologiche. Le mimose non bastano più
di Clara Di Palermo
Anche questo 8 marzo le donne sono lontanissime dalla parità di genere, sebbene continuino a essere il traino di famiglia e società: lavorano molto di più degli uomini, pur ottenendo retribuzioni più basse (il 19,6% in meno nel privato, il 3,7% in meni nel settore pubblico), ricevono pochissima collaborazione dai loro compagni nei lavori domestici e spesso non riescono a trovare tempo da dedicare alla cura personale.
Sono questi i dati emersi da un recente rapporto elaborato da Censis e Ocse, dati che si rispecchiano una visione del lavoro femminile che a noi de L’Inchiesta Sicilia era stato, per certi versi, anticipato da Caterina Vitale e Francesca Artista nel corso di un’intervista, quando ci avevano detto che spesso le donne devono fare un passo indietro sia nelle prospettive di carriera che nella formazione, perché costrette ad accettare, proprio per gli impegni di gestione familiare, lavori part time che raramente consentono avanzamenti di carriera. Ma le donne sono anche forti e volitive, non si arrendono, risalgono la china e si reinventano, come hanno fatto anche Assia Caccamo, Dalila Napoli o Laura Soria.
Lo stesso rapporto Censis denuncia che in Italia sono il 60,3% le donne in part time involontario, anche se una parte di questa percentuale è sicuramente da imputare alla crisi economica. E sebbene le donne laureate siano, ancora oggi, in numero maggiore rispetto agli uomini, alcuni ambiti, come quello della pittura, ad esempio, sono stati sempre considerati prevalente appannaggio degli uomini, come conferma anche la pittrice Elena Pagani, trasferitasi in Sicilia per amore.
Tante, tantissime le donne impegnate nel sociale, come Maria Andaloro che con Posto Occupato ha voluto simbolicamente occupare posti a sedere negli stadi, a convegni, nelle sale consiliari di numerosi comuni, a teatro, nel nome di tutte quelle donne che oggi non possono più avere una vita perché vittime di femminicidio.
O come Giorgia Butera che ci ha raccontato di violazioni continue dei diritti fondamentali delle donne, come quelle che arrivano a migliaia sulle nostre coste, violate e violentate e che, una volta in ospedale per le visite mediche di rito, si stringono a un peluche, anche da adulte……..quasi un tentativo di regredire con la mente ai tempi di un’infanzia inconsapevole.
Nel nome delle donne, oggi in tutta Italia si terranno manifestazioni ed eventi, per far sì di dare un senso a questa giornata, che sia oltre le mimose e oltre le cene tra sole amiche.
“Non una di meno”: a Palermo donne e associazioni, riunite nella Assemblea contro la violenza maschile sulle donne, hanno organizzato per oggi, 8 marzo, una mobilitazione che abbraccia lo slogan internazionale “Non una di meno“. L’iniziativa prevede un corteo con concentramento a Piazza Verdi alle ore 17.30. In marcia si prosegue fino a Piazza Pretoria, luogo del presidio, dove verranno proiettate immagini della manifestazione che si è tenuta a Roma lo scorso 26 novembre e che ha visto la partecipazione di oltre 200 mila donne.
“Sarà una manifestazione che proverà a unire le molteplici e differenti anime della società e che vedrà in piazza donne giovani e meno giovani, associazioni, studenti, lavoratrici nonché diverse sigle sindacali – dichiara Alessia Gatto, della segreteria Cgil Palermo – La Cgil che, da sempre opera con l’associazionismo diffuso e con tutte quelle forze propulsive della società civile, non può rimanere lontana da un movimento che, nella nostra città, vede in prima linea molte giovani donne, soprattutto studentesse, che chiedono a gran voce una grande mobilitazione, a partire dall’8 marzo, proprio per combattere la violenza di genere e le tante discriminazioni. La partecipazione all’iniziativa deve essere una ulteriore occasione per sottolineare la nostra costante attenzione a una tematica fondamentale, come quella di genere, in nuova stagione di rivendicazioni e mobilitazione a favore di una società di diritti”.
Per la festa delle donne la Fisac Cgil organizza alle ore 10.30, in via Bernabei, un’assemblea con i quadri femminili palermitani componenti del direttivo dell’assemblea regionale. Il tema al centro del dibattito è l’intreccio tra violenza di genere e precarizzazione del lavoro. Partecipano la responsabile politica dell’area metropolitana Fisac Cgil, Elia Randazzo, e la responsabile del Laboratorio delle Idee della Fisac di Palermo, Caterina Vitale.
Sarà la giornata in cui le donne della Fisac Cgil del territorio di Palermo parleranno di di precarietà e discriminazione all’interno del mondo del lavoro “perché non è possibile contrastare la violenza di genere e il controllo sui corpi e sulla vita delle donne senza rivendicare azioni politiche e sociali contro la precarietà e la disoccupazione. Non ci possono essere autonomia e libertà individuale delle donne senza un lavoro corredato di diritti e tutele”.
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