Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Programmazione e semplificazione, le chiavi dello sviluppo

Programmazione e semplificazione sono le parole ricorrenti nell’intervista che abbiamo fatto ad Antonio Ferrante, responsabile cultura, turismo e sport del PD in Sicilia...

di Clara Di Palermo

Programmazione e semplificazione sono le parole ricorrenti nell’intervista che abbiamo fatto ad Antonio Ferrante, responsabile cultura, turismo e sport del PD in Sicilia, temi caldi anche nella  campagna elettorale

 

di  Clara Di Palermo

Programmazione e semplificazione. Antonio Ferrante, 41 anni, sposato, imprenditore, responsabile regionale cultura turismo e sport del PD in Sicilia, non ha dubbi:  sono queste le prime necessità per dare una svolta alla nostra regione in termini di sviluppo.
“Bisogna far sì che i vari apparati della macchina regionale parlino tra loro – dice Ferrante, che è anche componente neoeletto all’assemblea nazionale PD – perché la burocrazia non deve essere un ostacolo. E’ necessaria una cabina di regia unica a livello regionale, per potere intervenire per semplificare una serie di processi, almeno quelli tendenzialmente inutili. In estrema sintesi, significa abolire una serie di norme (o almeno snellirle) che rendono farraginoso  l’intero meccanismo”.

Antonio-Ferrante
Antonio-Ferrante

Palermo capitale della Cultura nel 2018: partendo da ciò, cosa c’è da fare a livello regionale per il settore, quali le priorità?
“A mio avviso il primo passo sarebbe quello di cominciare a fare un po’ di ordine rispetto ai vari ambiti in cui intervenire, come amministrazione comunale, e quindi regolare l’affidamento e la gestione degli spazi culturali. Ritengo che serva anche un nuovo sistema per quanto riguarda i bandi piccoli e grandi, un sistema che sia orientato alla certezza per chi presenta la domanda, con parametri di riferimento certi.  I soldi pubblici, nella cultura, devono essere investiti in un’ottica di continuità e non di contingenza. Allargando lo sguardo, passando all’apparato regionale, qui ci lasciamo alle spalle una legislatura di molti proclami e poca sostanza. Immaginare che nei pochi mesi che rimangono si possano fare interventi normativi importanti, è utopia: non è stata approvata nemmeno la legge sugli artisti di strada. Una cosa, però si potrebbe fare: provare, come dicevo prima, a intervenire per semplificare. Sarebbe già un passo avanti”.

Meno burocrazia per rendere anche la vita più facile a chi vuole fare impresa e, quindi, creare sviluppo e lavoro?
“Il mondo del lavoro è profondamente cambiato. Secondo me dobbiamo sostenere tutte le iniziative imprenditoriali che permettono di costruirsi il proprio futuro con le propri mani. Ma quando dico sostegno, voglio precisare, non intendo finanziamenti a pioggia. Quelli sono assimilabili al doping per un atleta. E’ inutile foraggiare un’impresa che non è in grado di stare in piedi da sola e che, appena vengono meno i finanziamenti, crolla inesorabilmente. E’ più importante creare le giuste condizioni affinché un’impresa possa reggersi sulle proprie gambe”.

Si dice sempre che la Sicilia potrebbe vivere di turismo, quali gli interventi immediati?
“Per il turismo,  negli ultimi anni, come partito, abbiamo provato ad andare oltre il semplice concetto di turismo culturale o paesaggistico, e quindi stagionale, abbiamo provato a ragionare su destagionalizzazione e, pertanto, bisogna lavorare sul turismo residente non mordi e fuggi. Dobbiamo sfruttare tutto il nostro territorio. Servirebbe un bel centro congressi, fosse anche la Fiera del Mediterraneo, ma con un intervento strutturale. Dovrebbe essere non solo polo congressuale ma anche di eventi, un po’ come è avvenuto per i cantieri culturali alla Zisa. Eventi  tematici con un target settoriale, una serie di iniziative collaterali sullo stesso tema del congresso”.

Anche qui occorrerebbe sinergia vari settori della macchina regionale?
“E’ ovvio. Noi abbiamo una tradizione e una cultura del cibo molto forti, anche questi legati al turismo perché la promozione turistica non può prescindere dal nostro settore enogastronomico, ma riguarda anche l’agricoltura….e così via. C’è assoluta necessità di fare rete e per questo avere una cabina di regia capace di coordinare e armonizzare tutti gli interventi, con procedure snelle e veloci. Perché la politica deve dare regole di riferimento per tutti, non si può lasciare nulla alla libera iniziativa del singolo”.

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