Le imprese siciliane, sotto l’aspetto della digitalizzazione, sono in fortissimo ritardo. Processo di digitalizzazione nelle imprese siciliane
di Patrizia Romano
Rispetto alle imprese europee, le piccole e medie imprese italiane sono caratterizzate da un livello di digitalizzazione insufficiente. Questa carenza non gli consente di sfruttare appieno tutte le opportunità offerte da Internet. Basti pensare che solo il 53,4 per cento delle imprese italiane vende i propri beni e i propri servizi attraverso canali di vendita on line, contro una media europea del 16 per cento.
E’ come se ci fosse una difficoltà culturale di base che impedisce di trasferire e far percepire opportunità e benefici della Digitalizzazione. Difficoltà legata a una serie di inerzie culturali e a una certa resistenza al cambiamento.
Le prospettive, comunque, sembrano incoraggianti. Si prevede che, nei prossimi anni, quattro imprese su dieci investiranno nella digitalizzazione.
Gli strumenti a disposizione sono tanti, ma è scontato che la scelta non può prescindere dalla definizione del proprio percorso personalizzato di trasformazione digitale.
Se queste problematiche di base affiorano su scala nazionale, su scala regionale si impongono all’attenzione in maniera più eclatante.
Le imprese siciliane, infatti, sotto l’aspetto della digitalizzazione, sono in fortissimo ritardo.
Come accompagnare, quindi, le aziende ad adeguare i propri modelli di produzione verso la trasformazione digitale?
Il rilancio della Sicilia passa obbligatoriamente attraverso un articolato processo di innovazione tecnologica nelle imprese.
Soprattutto le piccole aziende sono meno tecnologiche rispetto alla media nazionale. L’utilizzo dei sistemi informatici nei processi produttivi e gestionali, necessita di un ulteriore incremento.
In Sicilia, soltanto poco più della metà delle aziende, ovvero il 57,4 per cento utilizza software per la produttività individuale, mentre su scala nazionale, lo utilizza poco più del 62 per cento. Inoltre, più del 32 per cento si serve di sistemi automatici di condivisione delle informazioni tra le diverse funzioni aziendali, contro il 35 per cento sul territorio nazionale
In buona sostanza, le potenzialità legate all’utilizzo di internet sono sfruttate poco e male. Se è vero che, ormai, la maggior parte delle imprese, quasi l’87 per cento, utilizza l’e-mail come canale di comunicazione, è altrettanto vero che solo il 50 per cento delle aziende ha un proprio sito internet e che la pubblicità online riguarda il 40 per cento delle realtà produttive. Inoltre, utilizza la connessione a banda larga solo il 55,8% delle piccole imprese siciliane, contro il 60,2% del dato nazionale.
La Sicilia dunque deve ancora farsi conquistare da internet ed è ancora lontana dal comprendere che l’informatizzazione e digitalizzazione sono le vere chiavi di volta per raggiungere i mercati esteri e consolidare la propria posizione competitiva.
Nell’attuale congiuntura è fondamentale per le imprese investire in nuovi processi di digitalizzazione per sviluppare un business di successo e proiettarsi più facilmente all’estero. Ciò gli consentirebbe di abbattere distanze e barriere commerciali, allargando i propri orizzonti anche a mercati altrimenti difficili da raggiungere.
E’ fuori discussione, comunque, che le pmi più digitalizzate presentano indicatori migliori rispetto alle imprese meno digitalizzate sia sul piano della produttività, sia sul piano dellʼinternazionalizzazione sia, infine, su quello dell’occupazione.