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Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Politiche sociali e disagio abitativo in Sicilia e a Palermo

L'Assemblea Regionale Siciliana ha approvato una sanatoria per tutti gli occupanti immobili facenti parte di complessi di edilizia pubblica popolare...

di Redazione

L’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato una sanatoria per tutti gli occupanti immobili facenti  parte di complessi di edilizia pubblica popolare. Questo provvedimento potrebbe, in parte, ridurre il disagio abitativo in Sicilia. Vediamo come

 

di  Mario Guglielmino* 

Con un recente provvedimento legislativo, contenuto nel documento economico finanziario, l’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato una sanatoria per tutti gli occupanti immobili facenti  parte di complessi di edilizia pubblica popolare. Alcune migliaia di nuclei familiari in tutta la Sicilia potranno quindi regolarizzare la loro posizione di occupanti, aderendo a un piano di pagamenti rateali a ristoro del precedente periodo di occupazione e con la possibilità  di riscatto  dell’immobile. Gli immobili interessati sono quelli appartenenti allo Iacp (Istituto autonomo case popolari) o appartenenti ai comuni. Uno dei principali effetti della norma, a parte la sanatoria per l’occupazione sinora considerata abusiva, sarà quello di consentire, alle famiglie che ne avranno titolo, di poter  fissare ivi la residenza, con la possibilità di stipula dei contratti per utenze e ogni altro beneficio che deriverà dalla possibilità di ufficializzare una residenza. E’ noto infatti che molte situazioni lasciate nel limbo dell’irregolarità rendono difficile il godimento di alcune prestazioni ed essenziali diritti, compromettendo il benessere sociale e incrementando la marginalità e l’illegalità. Altre graduatorie per l’emergenza abitativa potranno essere quindi sfoltite, favorendo una migliore gestione delle liste.

Non tutto il provvedimento però presenta aspetti così ‘rose e fiori’. Giusto citare, come nota di colore, che  vi è una disputa sulla paternità politica. Il sindaco Orlando, con il comune  di Palermo, con ANCI Sicilia, è stato  tra i promotori  che hanno sollecitato il provvedimento, che infatti troverà  beneficiari soprattutto nelle aree metropolitane siciliane. D’altra parte il PD, con Antonello Cracolici, rivendica un ruolo importante nella proposizione del testo, anche se oggettivamente  tutta l’aula  ha votato favorevolmente. Poi occorrerà, comunque,  attendere la valutazione dell’intera  finanziaria da parte del governo nazionale, sperando che una eventuale rivisitazione al ribasso non inceppi il procedimento.

A parte le dispute e le difficoltà di ordine procedurale ed economico – finanziario, vi sono poi delle perplessità sollevate in merito alla questione etica che sta alla base del provvedimento. Tale  provvedimento, infatti, sembra così premiare chi ha voluto in precedenza approfittare in maniera  irregolare e illegale delle abitazioni, senza attendere né rispettare le previste procedure di assegnazione. Al cospetto di queste famiglie occupanti immobili a uso abitativo vi è, infatti,  un’altra cospicua parte che, invece, ha scelto di occupare, per esempio, immobili pubblici, ma non a  originaria destinazione abitativa, come scuole, edifici pubblici abbandonati come asili, centri sociali o di assistenza pubblica sociale. In molti casi, tali famiglie hanno anche apportato a tali immobili modifiche e migliorie, con pratiche di auto recupero, rendendone vivibili gli ambienti. Certamente in tali casi manca il più delle volte il certificato di agibilità o di abitabilità, e i gravi problemi per la fruizione di alcuni servizi, utenze  e  diritti  fondamentali, anche qui, favoriscono fenomeni di marginalità e illegalità.

Questa grossa fetta di famiglie in condizione di disagio, a Palermo diverse centinaia, rimane  quindi, allo stato  attuale, esclusa dall’opportunità di cui alla legge regionale, dovendo contare sulle  altre  ordinarie  pratiche di assegnazione di un alloggio spesso farraginose e difficili da praticare, se non impossibili per alcune evidenti insufficienze, paradossi e contraddizioni interne ai regolamenti dei comuni.
Altre iniziative, messe in campo dal governo nazionale e regionale, per intervenire sul pressante  problema dell’inclusione sociale e del disagio abitativo, prevedono l’attivazione di alcuni percorsi burocratico-amministrativi e appositi bandi. Ma la lentezza  nelle procedure delle amministrazioni  rischia  di compromettere l’utilizzo dei fondi a ciò destinati. Per esempio, a Palermo, una parte  delle quote destinate dal PON metro ad opere di inclusione  sociale e infrastrutture per uso abitativo per soggetti e famiglie con disagio sociale abitativo, è stata già  dirottata verso altri lidi e finalità, per l’intempestività dei bandi. Sinora solo una piccola parte delle procedure è stata  avviata con tre  bandi pubblicati proprio in questo  mese di maggio.

E’ una sfida contro il tempo, che richiederà massima attenzione e trasparenza, per la doverosa e  inderogabile attenzione verso le situazioni di grande fragilità umana e sociale.

 

*Voci Attive 

 

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