Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Natale con i tuoi e Pasqua pure. La Pasqua degli immigrati in Italia

Gli immigrati hanno sempre celebrato la Pasqua nel Paese di accoglienza, seguendo i propri riti e le proprie tradizioni, ma nel rispetto dei nostri. E’ proprio dal rispetto che hanno creato una fusione culturale e spirituale che ha dato vita, nel corso degli anni, a una Pasqua comunitaria, in senso lato. La Pasqua degli immigrati in Italia.

di Patrizia Romano

La Pasqua degli immigrati in Italia. L’emergenza Coronavirus scompagina i riti ufficiali della Pasqua, ma non cancella le tradizioni. Tutte le festività, in questa insolita Pasqua 2020, si consumeranno dentro le mura domestiche, rinunciando alle celebrazioni collettive fatte nei luoghi di culto e nel segno della comunione. Ma nessuno rinuncerà a festeggiare la propria Pasqua interiore: la Pasqua che viviamo dentro di noi, e che, poi, esterna, secondo la propria cultura, le proprie tradizioni, le proprie memorie. E ad affidarsi totalmente alla propria memoria sono, in particolare, tutte le persone che vivono lontane dal proprio Paese, ma che portano con sé il proprio bagaglio culturale. Un ricco bagaglio con dentro il patrimonio delle proprie origini.

La Pasqua in comunione nell’osservanza delle proprie tradizioni

Gli immigrati hanno sempre celebrato la Pasqua nel Paese di accoglienza, seguendo i propri riti e le proprie tradizioni, ma nel rispetto dei nostri. E’ proprio dal rispetto che hanno creato una fusione culturale e spirituale che ha dato vita, nel corso degli anni, a una Pasqua comunitaria, in senso lato.
Ma scopriamo cosa hanno portato dietro delle proprie tradizioni e della propria cultura.


La Pasqua tra i Romeni in Italia

I romeni che vivono in Italia festeggiano la Pasqua ortodossa una settimana dopo la Pasqua Cattolica.
Una delle tradizioni romene più conosciute e che vivono ovunque si trovino è quella di preparare delle uova dipinte di rosso o decorate con motivi tradizionali. Ogni regione della Romania ha la propria tradizione nel dipingere le uova, ma le più famose sono quelle dipinte con una tecnica speciale, la cosiddetta ‘chisita’, che viene realizzata con un apposito strumento appuntito e immergendo l’uovo in diversi bagni di colore. Una volta decorate, le uova vengono esposte davanti all’altare delle chiese. L’uovo, già di per sé simbolo di vita e di fertilità, è sempre stato visto come segno di resurrezione.  Il Crocefisso viene coperto con un velo bianco, simbolo della Passione di Cristo.

No alle processioni. Sì al digiuno


Molto simile alla nostra, la processione serale con il Crocefisso alla quale partecipano tutti i fedeli. Così come il digiuno per il Venerdì Santo.
Il sabato, invece, le donne romene fanno gli ultimi preparativi per la Pasqua, secondo le usanze gastronomiche della propria regione: sarmale (involtini di verza con ripieno di riso e carne), agnello al forno e come dolci, drob – pasticcio di carne al forno, cozonac (un dolce che assomiglia al panettone, con ripieno di cioccolato e uvetta e la pasca, ricetta con formaggio dolce, fatta al forno.

Le tradizioni gastronomica nella Pasqua dei romeni

Quest’anno, anche i romeni manterranno fedelmente soltanto la tradizione gastronomica, non potendo fare altro.
Uno dei riti più sentiti è quello della “battaglia” con le uova sode dipinte. Ogni commensale prende un uovo. Il capo della famiglia inizia il “combattimento”, dà un colpo all’uovo di un altro membro della famiglia, e dice: “Cristo è risorto!”. L’altro ricambia il colpo, rispondendo: “In verità è risorto!”. Chi ha l’uovo che si è rotto per primo, perde. 
La festa di Pasqua continua domenica e lunedì. Molti romeni scelgono di andare in una gita fuori porta, per preparare la carne alla griglia e stare insieme. Quest’anno, anche loro faranno la grigliata sul balcone.Per i romeni, la Pasqua arriva una settimana dopo


Per i romeni, la Pasqua arriva una settimana dopo

Cambiano i rituali religiosi e le tradizioni, ma il significato delle feste è praticamente lo stesso. Sempre, però, una settimana dopo.
La Pasqua cattolica viene calcolata secondo il calendario gregoriano, mentre quella ortodossa tiene conto del calendario giuliano (da Giulio Cesare). Inoltre, il calcolo delle date per la Pasqua tengono in considerazione le fasi della luna. Luna piena dopo l’equinozio primaverile, per i cattolici, e luna nuova per gli ortodossi.


La Pasqua per gli Albanesi in Italia

Tra le feste religiose degli Albanesi, va menzionata la Pasqua Ortodossa, celebrata, di solito, anche da loro, una settimana dopo la Pasqua cattolica, ma non sempre.
Anche loro, come i romeni, in quest’occasione, colorano e decorano le caratteristiche uova di Pasqua principalmente di colore rosso. Il giovedì santo, i bambini vanno in giro per le case, offrendo uova colorate in cambio di denaro o dolci. Le uova vengono benedette il sabato sera e consumate durante il pranzo di Pasqua. Ogni commensale mangerà il proprio uovo dopo averlo battuto con quello del vicino, pronunciando una frase benaugurale. Alla fine, i gusci vengono messi vicino alle radici degli alberi per sperare in abbondanti raccolti.


Negli altri Paesi dell’Est d’Europa

Molto diversi sono i festeggiamenti nel resto dell’Est Europa.
I polacchi, per esempio, il sabato prima di Pasqua colorano le uova e le fanno benedire insieme ai cibi che il mattino successivo faranno parte della cosiddetta colazione ‘benedetta’. E’ una colazione molto abbondante, fatta di uova, agnello, salsiccia “bianca”, minestra di farina (zurek) e un dolce.
La benedizione del cestino con uova, pane pasquale, sale e carne viene rispettata anche dalla comunità polacca in Italia.
Anche per loro, la Pasqua è un’occasione per dare spazio alle tradizioni e stare in famiglia.


La Pasqua per i Sud americani

Il significato e l’importanza di questa festa accomunano tutto il mondo cristiano e non. Comunque, resta un giorno da trascorrere con parenti e amici per tutti.
Durante la Settimana Santa, nei paesi cattolici diversi riti rievocano la Passione di Cristo e sono organizzate cerimonie folcloristiche, che sono tipiche usanze latino americane e spagnola. Infatti, Argentini, Ecuadoriani e Peruviani in Italia trascorrono la domenica di Pasqua con le proprie famiglie, mettendo a tavola i piatti tipici della propria terra, come ad esempio la torta pasqualina con uova e verdure.


La Pasqua tra gli Africani

Le tradizioni della Pasqua in alcuni paesi dell’Africa hanno dei comuni denominatori con quelle celebrate in Italia.
E gli Africani emigrati se le portano dietro.


La Pasqua tra gli Etiopi

In Etiopia, per esempio,le celebrazioni pasquali iniziano il Venerdì Santo. Giorno in cui i credenti pregano e digiunano.
È una delle ricorrenze più sacre del calendario. Le persone affollano le chiese, negli abiti tradizionali di cotone bianco, per tutto il giorno e tutta la notte.
Anche in Italia, gli Etiopi vivono la Pasqua nello stesso modo.
La cucina pasquale è uno degli aspetti più vissuti dagli Africani in Italia e include diverse varietà culinarie che mescolano carne di manzo, agnello, pesce e pollo a ingredienti speziati e alle famose varietà di pane locale tra cui dabo dabo, hibest, ambasha e kocho. La tradizione di arrostire i grani di caffè etiope nel soggiorno delle case permette alle famiglie e agli ospiti di apprezzarne l’aroma rinfrescante.


In Camerun

In Camerun, invece, la Pasqua sembra aver perso il suo significato religioso, diventando un evento mondano. Molti la scelgono come settimana in cui celebrare battesimi e matrimoni. Lo stesso fanno in Italia. Dopo la messa, è la volta delle danze tradizionali. E dopo le danze, continuano le celebrazioni con riso bollito e pollo.


In Sudafrica

In Sudafrica, la tradizione vuole nella tavola pasquale il pesce in salamoia. Questa particolare varietà di pesce al curry rappresenta il pranzo pasquale pure in molte case sudafricane presenti nel nostro Paese.


In Tanzania

In Tanzania, la Pasqua è la più antica festa cristiana. Il nome Pasqua deriva dal termine ebraico ‘pesach’ che significa ‘passare’. Il periodo pasquale dei cristiani in Tanzania inizia il Venerdì Santo, in cui nelle chiese si celebra il Kesha, una sorta di rievocazione sui fatti storici della morte di Gesù. Anche per loro, la Pasqua è un momento per riunire la famiglia e trascorrere il tempo con i propri cari.


In India

In India, la Pasqua viene celebrata con grande enfasi religiosa, anche se gli Indiani cristiani sono pochissimi. Le celebrazioni di Pasqua per gli Indiani iniziano con la Quaresima e culminano con la Domenica di Pasqua. I fedeli affollano le chiese, recitano speciali preghiere e compiono rituali in casa la Domenica. Fa parte della celebrazione scambiarsi regali. In famiglia si preparano dolci pasquali, così come lauti pranzi e cene. Una delle tradizioni di Pasqua in India è lo scambio di lanterne colorate così come la Santa Croce, al termine della funzione religiosa. La Pasqua, comunque, è anche una buona occasione per divertirsi.


Pasqua tra i Filippini

In occasione delle festività pasquali, le Filippine si riempiono di vitalità all’insegna della tradizione religiosa. Rappresentazioni della passione di Cristo (senakulo o panata), via crucis, visita delle chiese, eccetera. I filippini in Italia mantengono strette queste tradizioni. E le vivono con piena devozione. La comunità presente in Italia osserva pure il digiuno e l’astinenza.

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