Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Un museo virtuale per Sandro Pertini, uomo e presidente

Uomo, partigiano e presidente, rifiutò di firmare, da Presidente della Camera, il decreto di aumento di indennità ai deputati in un momento storico difficile per il Paese. Lontano anni luce dai politici di oggi

di CNDDU

Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani ritiene fondamentale segnalare che l’8 luglio del 1978, fu eletto Presidente della Repubblica Sandro Pertini al 16º scrutinio, con 832 voti su 995, corrispondenti all’82,3%.

Nessun altro riportò risultati così eclatanti: fu la più larga maggioranza della storia repubblicana mai registrata. La vicenda biografica di Pertini è certamente avvincente e ricca di imprese memorabili, scelte coraggiose e appuntamenti con il destino. Partecipò a entrambi i conflitti mondiali e fu un grande protagonista della Resistenza. Nonostante le qualità umane e il suo percorso di vita fuori dal comune, Pertini non amava i trionfalismi e rimaneva fedele ai propri ideali, rifiutando gli allettamenti mediatici e i privilegi che invece sembrano attrarre alcuni sedicenti politici ora anche più di allora.

Pertini si rifiutò di firmare da Presidente della Camera il decreto di aumento di indennità ai deputati in un momento storico difficile per il Paese, fornendo le seguenti motivazioni: “Non mi meraviglia niente. So che il mio modo di fare può essere irritante. Per esempio, poco tempo fa mi sono rifiutato di firmare il decreto di aumento di indennità ai deputati. Ma come, dico io, in un momento grave come questo, quando il padre di famiglia torna a casa con la paga decurtata dall’inflazione… voi date quest’esempio d’insensibilità? Io deploro l’iniziativa, ho detto. Ma ho subito aggiunto che, entro un’ora, potevano eleggere un altro presidente della Camera. Siete seicentoquaranta. Ne trovate subito seicentocinquanta che accettano di venire al mio posto. Ma io, con queste mani, non firmo.”

Il Presidente è stato un cultore della libertà intesa non come sfrenatezza o arbitrio assoluto ma come possibilità per tutti gli esseri umani di realizzare se stessi. Non mancava mai di raccomandare, soprattutto ai giovani, l’amore per la pace, per la giustizia sociale, per la tolleranza e per la scuola. Il rispetto per i docenti, per la nobiltà dell’insegnamento in quanto espressione dell’educazione (e-ducere) e per il valore del processo di apprendimento necessario a formare cittadini responsabili, compassionevoli, autonomi traspare in tutti i suoi interventi in cui si rivolgeva alla nazione per i cui cittadini nutriva autentico amore. Con reciprocità. Nel discorso pronunciato il 31 dicembre del 1983 invitava gli adolescenti “a cercare nella scuola tutte le cognizioni necessarie, ad ascoltare i loro docenti per adornare la loro mente di cognizioni utili che serviranno a loro per svolgere l’attività nel nostro paese. Voi giovani siete la futura classe dirigente del nostro paese. Dovete quindi prepararvi per assolvere degnamente questo nobilissimo compito.”

Sandro Pertini era un uomo capace di ascoltare anche gli avversari politici, sconfiggendoli con il potere delle idee, senza ricorrere ad attacchi personali, insulti gratuiti, ignobili farse; si ispirava ai principi dell’Illuminismo. Proprio per il suo carattere retto e fiero, Montanelli scrisse in un articolo sul Corriere della Sera: “Non è necessario essere socialisti per amare e stimare Pertini. Qualunque cosa egli dica o faccia, odora di pulizia, di lealtà e di sincerità”. (Indro Montanelli, 27 ottobre 1963) Il CNDDU propone di avviare nel corso dell’a.s. 2020 /2021 attività didattiche e progetti scolastici incentrati sulla figura del Presidente, condividendoli in modo da creare un museo virtuale interamente a lui dedicato. Gli elaborati potranno essere inoltrati alla nostra email: coordinamentodirittiumani@gmail.com .
Prof. Romano Pesavento, Presidente CNDDU

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