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Vaccinazione anti-COVID e linfoma: facciamo chiarezza

La vaccinazione non deve rappresentare motivo per ritardare l’inizio della terapia nei casi di linfomi aggressivi, che richiedano un trattamento urgente. (l'articolo che segue è a cura della Dr.ssa Alessia Castellino)

di Fondazione Italiana Linfomi

Con il rapido progredire della campagna vaccinale nel nostro e in altri Paesi, i pazienti con linfoma sottoposti a vaccino anti SARS-CoV-2 sono ormai numerosi, ma chi ancora non è stato vaccinato o non ha completato la seconda dose può ancora avere dubbi e perplessità. Sto facendo la chemioterapia, posso vaccinarmi? Il vaccino è sicuro? Quale vaccino è consigliabile? Funzionerà? Quando mi devo vaccinare? Queste le principali domande dei pazienti che si trovano ad affrontare la pandemia da SARS-CoV-2 e si approcciano alla vaccinazione.

La malattia da SARS-CoV2 (COVID-19) ha purtroppo mortalità più elevata nei pazienti affetti da patologie onco-ematologiche come i linfomi o in chi è stato sottoposto a trapianto di cellule staminali. 
Vaccinarsi è il modo migliore per contrastare il rischio di infezione, sia perché aumenta sensibilmente la probabilità di non ammalarsi sia perché, in caso di contatto con il virus con sviluppo di sintomi, questi sono in genere meno seri e non seguiti da ulteriori complicazioni.

La vaccinazione anti SARS-CoV2 è da considerarsi sicura e fortemente raccomandata per i pazienti con malattie del sangue e per i pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali emopoietiche o altra terapia cellulare (come, per esempio, le CAR-T). 

Sono affetto da linfoma, quale vaccino posso fare? 

I vaccini anti SARS-CoV-2 ad oggi disponibili sono di due tipi: vaccini a mRNA (Pfizer-BioNTech e Moderna) e vaccini con vettori virali non replicanti (attualmente disponibile in Italia il vaccino Astra-Zeneca -Vaxzevria e a breve il vaccino Johnson & Johnson Janssen).
Sulla base dei dati disponibili, nei pazienti affetti da linfoma, come da altre patologie onco-ematologiche, i vaccini a mRNA sono da considerare di prima scelta e da preferire, se possibile, ai vaccini con vettori virali non replicanti, anche se non esistono controindicazioni assolute certe per quest’ultima formulazione.

Devo fare una chemioterapia, quando posso vaccinami? 

Nei pazienti con linfoma e con patologie onco-ematologiche in generale, si consiglia la vaccinazione preferibilmente all’esordio della malattia, se possibile completando il ciclo vaccinale almeno 2 settimane prima dell’inizio di una qualsiasi terapia immunosoppressiva o chemioterapia. Nonostante questo, la vaccinazione non deve rappresentare motivo per ritardare l’inizio della terapia nei casi di linfomi aggressivi, che richiedano un trattamento urgente. Nei casi in cui la terapia per il linfoma non possa essere procrastinata, la vaccinazione può essere somministrata anche in corso di chemioterapia, cercando comunque di evitare i momenti in cui si ritiene maggiore l’abbassamento delle difese immunitarie.

Nei pazienti sottoposti a trapianto autologo o allogenico di cellule staminali o nei pazienti che hanno ricevuto terapia CAR-T, la vaccinazione è consigliata a partire da 3 mesi dalla procedura. Il momento più adatto ad effettuare la vaccinazione va comunque valutato caso per caso e discusso con il proprio oncoematologo di riferimento.

Sto già facendo la terapia, il vaccino può considerarsi sicuro e sarà efficace?

La vaccinazione è da considerarsi sicura e quindi non controindicata anche in pazienti che sono già in trattamento con chemioterapici e/o farmaci con azione specifica verso i linfociti B (per esempio anticorpi monoclonali anti CD20 come il rituximab). Tuttavia è necessario sapere che in quest’ultima categoria di pazienti l’efficacia del vaccino può essere inferiore rispetto ai soggetti sani, per una minore capacità di produrre anticorpi e sarebbe consigliabile, se possibile in base alla situazione clinica, rimandarla a 6 mesi dopo il termine del trattamento immunochemioterapico. Data la possibilità di avere comunque una risposta protettiva a fronte di scarsissimi effetti collaterali, il rapporto costi/benefici del vaccino è in ogni caso ritenuto favorevole. 

Ho già avuto il COVID, devo comunque vaccinarmi?

La vaccinazione è indicata anche nei soggetti che hanno già contratto COVID-19 in forma sintomatica o asintomatica, in quanto la vaccinazione sembra migliorare l’immunizzazione derivante dalla pregressa infezione e i dati disponibili dimostrano che la vaccinazione praticata successivamente all’infezione non è gravata da maggiori effetti collaterali. Nel paziente con difese immunitarie ridotte (immunocompromesso), che ha già avuto l’infezione, si raccomanda di eseguire comunque un ciclo vaccinale completo, non essendo prevedibili entità e durata della protezione immunologica sviluppata con l’infezione naturale. 

Si devono vaccinare anche i miei familiari?

La vaccinazione è fortemente raccomandata per tutti i conviventi dei pazienti fragili, in modo particolare di coloro che, per vari motivi, non hanno effettuato la vaccinazione e di coloro che l’hanno effettuata, ma che potrebbero avere una risposta vaccinale non ottimale, come i pazienti affetti da linfoma in corso di chemio-immunoterapia.

Una volta vaccinata la mia famiglia, potremo fare a meno della mascherina?

Considerando che l’entità della risposta alla vaccinazione non è prevedibile nel paziente immunocompromesso, che i soggetti vaccinati potrebbero comunque contrarre un’infezione in maniera asintomatica e l’eventuale diffusione di varianti, è importante continuare a rispettare le regole igieniche e di distanziamento sociale finalizzate alla prevenzione del contatto con SARS-CoV-2. 
Dr.ssa Alessia Castellino
Medico Ematologo
Comitato di Redazione FIL

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