Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Anche in Sicilia un patto governo-sindacati-imprese

A proporlo la Cisl che, all'indomani delle aperture sul fronte nazionale di governo e Confindustria, chiede a Palazzo d'Orleans e alle forze economiche e sociali della regione, di convergere sul terreno di un patto governo-sindacati-imprese che impegni tutti, per il futuro della Sicilia

di Redazione

“Siamo convinti che anche in Sicilia, come nel paese, governo regionale e imprese debbano convergere con il sindacato sul terreno di un grande patto sociale. Noi siamo pronti a confrontarci e sottoscriverlo. Con tanto di impegni reciproci. Pensiamo a un patto per il futuro della Sicilia”.
E’ quanto ha proposto Sebastiano Cappuccio, segretario della Cisl regionale, allo stato maggiore del sindacato.


L’assemblea nazionale di Confindustria


Cappuccio ha fatto esplicito riferimento all’assemblea nazionale di Confindustria e alla volontà del premier Mario Draghi e del presidente degli industriali Carlo Bonomi oltre che del leader nazionale Cisl, Luigi Sbarra, di arrivare rapidamente a un patto per l’Italia. “In Sicilia – ha detto – al governo Musumeci abbiamo richiesto un confronto prima dell’estate su alcuni temi. Noi siamo interessati, non solo a riprendere quel percorso. Vogliamo accelerare, ampliarlo, potenziarlo.

Bisogna fare presto

Anche perché il Pnrr e i fondi Ue di sviluppo e coesione esigono che si faccia presto. Ma desideriamo che si acceleri all’interno di una visione concertata, unitaria e complessiva, di sviluppo della regione”. E’ in questo senso, ha puntualizzato Cappuccio, che al governatore Musumeci, al presidente di Confindustria Sicilia Albanese e al complesso delle forze economiche e sociali dell’Isola, chiediamo di metterci attorno a un tavolo per definire e sottoscrivere assieme un patto per il futuro della nostra terra: “un patto che impegni tutti. E che abbia al centro tutti i nodi da sciogliere per la ripartenza post-pandemia. Dalla riforma della pubblica amministrazione alla scuola alla sanità alle infrastrutture, all’industria. Ancora, all’agroalimentare e al turismo. Senza dimenticare ovviamente – ha sottolineato il segretario – i temi della povertà e dell’inclusione sociale”. 

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