Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Quo vadis, Aida? Sulla giostra A Chiara Il materiale emotivo

"Quo vadis, Aida?" racconta il genocidio di Srebrenica. "Sulla giostra" è la storia di una domestica che non vuole lasciare la casa in cui lavora dopo che i proprietari la vendono. "A Chiara" racconta, invece, di una quindicenne scossa dalla fuga inaspettata del padre. "Nel materiale emotivo", si sente l’urgenza di stabilire un clima, intorno al declino dell’arte

di Massimo Arciresi

A proposito di questi due…
Segnalazioni cinematografiche


Quo vadis, Aida?

Quo vadis, Aida? ( id. , Bosnia e Erzegovina/Austria/Romania/Olanda/Germania/Polonia/Francia/Turchia/Norvegia, 2020) di Jasmila Žbanić con Jasna Đjuričić, Izudin Bajrović, Johan Heldenbergh, Boris Isaković


Quo vadis, Aida?

Il genocidio di Srebrenica (1995), in cui perirono circa 8000 tra adulti e ragazzi bosniaci, trucidati dalle truppe serbe del sanguinario, infido generale Mladić (come non pensare alle promesse non mantenute nell’odierno Afghanistan?), raccontato dalla solida Jasmila Žbanić de Il segreto di Esma dall’angolazione di un’interprete (nella realtà era un uomo, ed è un cambio significativo) dell’ONU che cerca di salvare marito e figli da un incombente destino di morte facendoli entrare nella base. Tensione alle stelle (malgrado l’esito storico sia noto) anche grazie alla protagonista Đjuričić, sguardo critico, ma non gratuito, sull’azione dei caschi blu (come in No Man’s Land o, ben altrove, Hotel Rwanda ), capacità di accendere un barlume di speme. In concorso a Venezia 77 e – da film internazionale – agli Oscar.


Sulla giostra

Sulla giostra (Italia, 2021) di Giorgia Cecere con Claudia Gerini, Lucia Sardo, Alessio Vassallo, Paolo Sassanelli

Sulla Giostra

In un sud indefinito (sembra Sicilia ma è Salento), la storia semplicissima di una domestica che non vuole andarsene dalla casa in cui lavora dopo che i proprietari, in procinto di venderla, la lasciano. Interviene l’indaffaratissima figlia degli ex-datori di lavoro (che operi nel cinema è un dettaglio meno “genuino”), che all’affare tiene molto. Sfumature importanti (vedi la ricerca di empatia – disattesa – dell’occupante nei confronti dell’anziana padrona) in una piccola guerra, civile in tutti i sensi. E la villetta è “magica”. Acutamente irrisolto, dalla Cecere autrice di un bel dittico con Ragonese.


A Chiara

A Chiara (Italia/Francia/Svezia/USA, 2021) di Jonas Carpignano con Swamy Rotolo, Claudio Rotolo, Silvana Palumbo, Grecia Rotolo

A chiara

Dopo Mediterranea e A Ciambra (apertamente citati, ma è una trilogia “osmotica”), Carpignano continua a scrutare la vita a Gioia Tauro, nel reggino, adottando un’ulteriore angolazione (semi- borghese) e confermando lo stile verista (con attori non professionisti liberi di improvvisare i dialoghi). È vero, non tutti i membri della famiglia Rotolo (ribattezzata nella finzione Guerrasio), osservati nella loro quotidianità, hanno la stessa attitudine a recitare, eppure è un’increspatura che accentua la sensazione di trovarsi dentro alla storia. La quindicenne Chiara, scossa dall’improvvisa fuga del padre e dalla successiva scoperta delle sue attività illecite, per niente convinta che sia una questione di sopravvivenza, vuole capire, e scegliere. Maturerà diversamente rispetto alla sorella maggiore Giulia?


Il materiale emotivo

Il materiale emotivo (Italia/Francia/USA, 2021) di Sergio Castellitto con Sergio Castellitto, Bérénice Bejo, Matilda De Angelis, Alex Lutz


Il materiale emotivo

Da un copione (già trasposto in fumetto da Ivo Milazzo) di Furio Scarpelli, Silvia ed Ettore Scola, Castellitto, garantito dalla moglie sceneggiatrice Mazzantini, omaggia il maestro, che lo diresse ne La famiglia e Concorrenza sleale. Nella vicenda del polveroso libraio in quel di Parigi (riprodotta), provato dall’incidente che ha paralizzato e ammutolito la figlia e scrollato da un’esuberante attrice del teatrino dirimpetto, si sente l’urgenza di stabilire un clima. Magari intorno al declino (dei presidî) dell’arte, senza curarsi troppo della “ciccia” (conta più il sipario). Camei di Clementino e della Milo.


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