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Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Il Sud? È in stato di abbandono. Sinalp: o si cambia o si affonda

Il Sinalp Sicilia chiede alla politica di affrontare l'emergenza sud e mettersi al lavoro per una rivoluzione che sia non solo economica ma anche sociale e culturale.

di Redazione

Una richiesta chiara quella del SINALP Sicilia, con una denuncia di abbandono che trova conferme nel Rapporto del Censis che analizza, anche quest’anno, la nostra società soffermandosi sulle sue criticità. Purtroppo quanto emerge dal rapporto è un forte e chiaro allarme riguardo alla necessità di un cambio di prospettive.

“La società italiana è mutata e sta attraversando crisi ed emergenze”, adattandosi ogni volta a quanto avveniva ed avviene nei rapporti tra gli italiani, la Pubblica Amministrazione, ed il Governo Centrale.
Ma questo agire, questo adattarsi, non è sufficiente a far superare positivamente questo momento epocale di cambiamenti.

Il nostro sistema istituzionale, sia nazionale che regionale, ha il dovere ma anche l’obbligo per prima cosa di ripensare sé stesso e poi dare il via ad una vera rivoluzione sociale e culturale.

Necessarie riforme strutturali

“E’ arrivato il tempo di programmare seriamente “riforme strutturali” – dice Andrea Monteleone, della Direzione SINALP Sicilia, la Confederazione Sindacale Nazionale Autonoma dei Lavoratori e dei Pensionati – con scelte coraggiose ed in grado di liberare la nostra struttura sociale ed economica da tutti quei vincoli  burocratici che nel tempo si sono segmentati ottenendo il solo risultato di frenare la crescita economica e sociale della nostra nazione, ingessandone l’estro e la capacità imprenditoriale degli italiani. L’aspetto più eclatante è apprendere, ma già ne sospettavamo la reale consistenza, che nel 2020, più di 2 milioni di famiglie italiane vivono in povertà assoluta, con un aumento rilevante rispetto al 2010, quando erano solo 980.000″.

La brutalità insita nei numeri sostanzialmente ci dichiara che in un decennio si è passati da poco meno di un milione di famiglie in povertà assoluta a circa 2 milioni con un evidente ed indiscutibile incremento del 104,8%.

“Questo brutale aumento di famiglie in povertà assoluta è sostenuto dal Sud (+93,8%) dimostrando ancora una volta la cecità e stupidità politica e gestionale della “Res Pubblica” da parte dei nostri Governanti Nazionali che in questi 10 anni non hanno ancora capito l’importanza fondamentale per tutti gli italiani che il Sud cresca e faccia da traino ad una ripresa economica non più procrastinabile.
Il Sinalp già da tempo denuncia la mancata attuazione di programmi ed interventi dello Stato, mirati alla crescita del Sud”.

Quanto incide il precariato?

“Come O.S. Abbiamo più volte incontrato gli enti pubblici ed i loro rappresentanti e dal confronto è sempre emersa la necessità di puntare su un generale riordino della P.A. delle regioni del Sud puntando sulla stabilizzazione dei lavoratori precari eliminando la piaga del  precariato che dura purtroppo da oltre 30 anni”.

Nell’ambito di queste attività sindacali in difesa del diritto al lavoro dei dipendenti pubblici e privati, giorno 10 Dicembre, nel rispetto delle norme di sicurezza anticovid, il Segretario Regionale del Sinalp Dr. Andrea Monteleone assieme alla Dirigente Regionale Natascia Pisana incontreranno i rappresentanti dei lavoratori precari del Territorio Ragusano impegnati negli Enti Locali Comunali, nell’ASP 7 e nell’Azienda Foreste.

L’incontro permetterà un necessario confronto sulla necessità di interventi strutturali affinchè il trend negativo, denunciato dal Censis, venga interrotto, e si possa ripartire, superando anche la crisi pandemica, e dando nuovo impulso al mondo del lavoro e dell’economia della Sicilia.

Il precariato non può e non deve essere la soluzione

“A causa del mancato organico ricambio generazionale che ogni pubblica amministrazione deve avere, a causa di piante organiche insufficienti e sfoltite dai pensionamenti – denuncia il SINALP Sicilia -, oggi i cittadini delle regioni del Sud si ritrovano a doversi confrontare con una P.A. senza quasi più personale e che sopravvive a se stessa solo grazie al continuo abuso del precariato”.
“Il Precariato è chiaramente una strumento utile ed anche interessante se applicato nel brevissimo o nel breve periodo.
Ma nel momento in cui il precariato viene trasformato in condizione ordinaria nella gestione della “cosa pubblica” e facendone abuso per decenni, il risultato finale è solo quello di ottenere una massa di lavoratori “schiavizzati” senza alcuna prospettiva di sicurezza sul loro futuro professionale, demotivati, non formati, e non aggiornati”.

Il precariato frena la crescita professionale

Questa indubbia carenza della P.A. porta infine al solo risultato di non poter più disporre di capacità professionali in grado di confrontarsi ed affrontare il cambiamento epocale che sta attraversando la nostra società e che viene richiesto con sempre maggiore insistenza.
Giorno 10 Dicembre il confronto sarà, oltre che necessario, utile a capire quali strategie adottare per il nuovo anno 2022 affinchè i diritti dei lavoratori precari vengano finalmente riconosciuti.

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