Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Ex province siciliane: e così, finalmente, arriva il momento dell’assemblea dei sindaci

Dopo anni, per le ex Province siciliane, grazie al M5S, si insediano le assemblee dei sindaci. Finisce così la stagione dei commissari, che rimarranno solo per ricoprire il ruolo di presidenti nei Liberi Consorzi e finalmente torna la rappresentanza politica negli enti sovracomunali. Ne parliamo con la deputata del M5S, Gianina Ciancio

di Patrizia Romano

Siamo nell’Aprile del 2014. La legge numero 56 di quello stesso mese, la cosiddetta ‘legge Delrio‘, detta un’ampia riforma sugli Enti Locali. Prevedendo l’istituzione e la disciplina delle città metropolitane, nonché la ridefinizione del sistema delle province.
Nessuna regione farà eccezione. Neppure quelle autonome a Statuto Speciale, come la Sicilia. Anche nell’Isola, quindi, per le elezioni delle ex iciliane siciliane dovrà essere applicata la legge Delrio.


E qui, comincia già il caos.

L’Assemblea Regionale Siciliana, reintroduce il voto diretto dei cittadini sia per le Città metropolitane sia per i Liberi Consorzi.
Nemmeno un anno dopo, la Consulta boccia la norma regionale. Così, Giunte e Consigli provinciali, anche in Sicilia, verranno scelti da sindaci e consiglieri comunali con un’elezione di secondo grado. Una scelta che non viene accettata dal nostro governatore, Nello Musumeci, che la considera oltraggiante per il popolo siciliano.

Commissari straordinari

Tra scelte politiche ostili e travagliate tra Governo regionale e nazionale, condite da beghe, squallidi bisticci e tanto altro ancora, le ex Province siciliane, da allora, sono amministrate da commissari straordinari, con un mandato in scadenza e con un Parlamento siciliano, chiamato a legiferare di nuovo per adeguare l’ordinamento degli enti alla legge Delrio.

L’ordinamento delle Province e delle Città metropolitane, secondo la Corte costituzionale, rientra nella competenza esclusiva statale nella materia legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane.

Dopo un decennio si torna a votare

Dopo un decennio, in Sicilia si torna a votare per eleggere i rappresentanti delle ex Province, con una riforma che doveva precedere quella nazionale, come già detto, sempre secondo le direttive Delrio.
Invece, il tutto si infogna tra beghe Stato/Regione, Regione/Regione.

Infatti, da quel momento, alle urne, per eleggere i consigli delle città metropolitane di Palermo, Messina e Catania e i presidenti e i consigli dei Liberi consorzi comunali di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani, in cui non votano i cittadini ma i sindaci e i consiglieri comunali in carica, non si è mai arrivati.

Rinvii, rinvii e rinvii

Da allora, soltanto rinvii, rinvii e rinvii.

La grande svolta: grazie al M5S, si insediano le assemblee dei sindaci

Da qualche giorno, l’unica grande svolta: per le ex Province siciliane, dopo anni, grazie al M5S, si insediano le assemblee dei sindaci. Finisce così la stagione dei commissari, che rimarranno solo per ricoprire il ruolo di presidenti nei Liberi consorzi e finalmente torna la rappresentanza politica negli enti sovracomunali.
Quanto meno, si è restituita la voce ai territori, che per troppo tempo hanno dovuto elemosinare a emissari del governo ciò che gli spettava di diritto.
Un’estrema ratio, visto che per anni non siamo stati in grado di andare alle elezioni nelle ex Province siciliane. Così, proprio in occasione dell’ennesimo rinvio, con un emendamento firmato dal deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Gianina Ciancio, in attesa dell’insediamento degli organi titolari, il ruolo di controllo e indirizzo politico è andato ai sindaci.

Il governo è stato costretto a insediare subito le assemblee dei primi cittadini, che stanno cominciando a lavorare.

Per capire il valore di questa svolta, parliamo con la deputata del M5S Gianina Ciancio

Cosa significa questo? Come sosterranno i Comuni tale ruolo? Come si procederà?

Ne parliamo con la stessa deputata Gianina Ciancio


Differenza tra Provincia e Città Metropolitana

L’Inchiesta Sicilia – Intanto, cominciamo con il chiarire, che differenza c’è tra Provincia e Città Metropolitana?
Gianina Ciancio – Purtroppo, le differenze sono poche, se non nulle. Il disegno di legge regionale iniziale, quello addirittura precedente alla Delrio, era molto più coraggioso. Prevedeva una reale abolizione dell’ente intermedio con una ripartizione delle funzioni tra regione e comuni, oltre che una razionalizzazione delle strutture provinciali. Si divideva in due fase, l’eliminazione dell’organo politico prima, e la riforma delle funzioni dopo. Purtroppo, la seconda fase non è mai arrivata. E quello che è venuto fuori dalle lunghe mediazioni politiche, negli anni, è un ibrido che cambia tutto per non cambiare nulla.

Il ritardo in Sicilia

L’Inchiesta Sicilia – Nelle altre regioni d’Italia, le provincie sono quasi arrivate al rinnovo degli organi dopo la prima elezione prevista dalla legge Delrio. Nella nostra regione non siamo riusciti né ad applicare serenamente la normativa nazionale, né a fare valere il principio dell’autonomia statutaria. Perché?
Gianina Ciancio – Non siamo riusciti a procedere perché inizialmente si era cercato di applicare la Delrio con alcuni correttivi che differenziavano la legge regionale da quella nazionale. Ad esempio, la non coincidenza del sindaco metropolitano col sindaco del comune capoluogo. Poi Roma impugnò questa iniziativa e ci impose di adeguarci alla normativa così com’era. A distanza di anni invece la consulta ha dato ragione alla Sicilia e ha stabilito che il presidente della città metropolitana deve essere eletto, anche con elezione di secondo livello.

I rinvii

L’Inchiesta Sicilia – Per anni, in Sicilia, non si procede alle elezioni nelle ex Province. Perché questi continui rinvii?
Gianina Ciancio – I rinvii, salvo che nella prima fase di botta e risposta tra governo regionale e governo nazionale per la definizione chiara della normativa di riferimento, adesso sono il frutto esclusivamente di scelte politiche. Noi in questa legislatura ci siamo sempre posti contro. Soprattutto per evitare che tutto rimanesse in mano ai commissari nominati dal governo, ma l’aula, trasversalmente, ha sempre trovato scuse per rinviare.

La dignità tolta a questi enti

L’Inchiesta Sicilia – Alla base, le beghe e le continue liti politiche hanno tolto dignità a questi enti?
Gianina Ciancio – Assolutamente sì. L’errore principale di molti deputati è stato legare le elezioni al momento politico. Calcoli matematici sul numero dei consiglieri comunali o sul colore politico delle amministrazioni. Attese strategiche di rinnovi delle amministrazioni. Guerre verso un determinato sindaco, ecc.

Oltre la fine della stagione dei commissari

L’Inchiesta Sicilia – Dopo anni, con l’intervento del M5S, si insediano in Sicilia tutte le assemblee dei sindaci delle ex Province siciliane. Questo, oltre a segnare, finalmente, la fine della stagione dei commissari, quale grande significato avrà rispetto alle elezioni vere e proprie?
Gianina Ciancio – E’ una norma transitoria, che mira a ristabilire l’indirizzo politico collegiale lì dove per anni ha regnato la volontà di un singolo uomo solo al comando, nell’attesa dell’insediamento degli organi titolari.

Il potere restituito ai territori

L’Inchiesta Sicilia – Quale potere sarà restituito ai territori attraverso i sindaci?
Gianina Ciancio – Il potere che oggi dovrebbero avere i Consigli dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane, ad esempio l’approvazione dei bilanci di previsione, consuntivi e pluriennali. Ma soprattutto il potere di sovrintendere al proprio territorio, segnalando direttamente problemi, inefficienze, sollecitando interventi, senza dover rivolgersi ad un passacarte.

La conquista dei territori

L’Inchiesta Sicilia – Ma saranno le elezioni a sancire la vera conquista dei territori?
Gianina Ciancio – Secondo me, anche con questo schema il sistema può funzionare. Quello che è mancato in questi anni è stato l’indirizzo politico. Che quest’ultimo si esprima attraverso i consiglieri comunali o i sindaci per me poco cambia, l’importante è avere ridato voce ai territori

Riusciranno i Comuni

L’Inchiesta Sicilia – Riusciranno i sindaci ad affrontare un ruolo così gravoso? Negli ultimi anni sono stati depauperati già dei propri ruoli.
Gianina Ciancio – I sindaci da anni chiedevano di essere coinvolti, attraverso l’insediamento delle assemblee già previste dalla legge. Solo poche ex province siciliane avevano dato seguito a questa disposizione. Nell’ultimo mese, invece, grazie alla spinta propulsiva della norma da noi proposta, si sono insediate tutte

Quando le elezioni

L’Inchiesta Sicilia – Questa scelta è stata fatta in attesa dell’insediamento degli organi titolari. A quando, quindi, l’espletamento dell’iter regolare e, soprattutto, a quando le elezioni?
Gianina Ciancio – La norma dice il 31 Agosto di quest’anno, ma non escludo nuovi colpi di scena visto che bisognerà correggere per l’ennesima volta la legge a causa della sentenza della consulta. Per questo è importante aver approvato la norma transitoria. Comunque andrà, i territori da oggi sono rappresentati.

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