Stanno arrivando a 500, i cittadini palermitani, sottoscrittori di un appello, attraverso il quale chiedono a Valentina Chinnici di candidarsi a sindaca del capoluogo siciliano.
Una palermitana doc apprezzata per le innumerevoli battaglie condotte in questi anni. Battaglie portate avanti con impegno, forza, energia, esponendosi in prima persona e mettendosi alla guida di un progetto molto ambizioso.
Capogruppo di “Avanti Insieme” e presidente del CIDI Palermo, Valentina Chinnici è, nella vita professionale, una docente. Oltre agli incarichi di cui abbiamo accennato, è consigliera Comunale, nonché attivista su vari fronti. Ha sempre saputo ascoltare e interpretare le migliori aspettative di tutti coloro che hanno sperato in un futuro diverso.
Come ha preso questo invito la candidata a sindaca? Come ha accolto l’appello dei suoi concittadini? Quali impegni l’aspettano? Cosa sta alla base dei suoi programmi politici?
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con la nostra candidata.
La sintesi degli orlandiani di primo pelo
L’Inchiesta Sicilia – Valentina Chinnici, capogruppo di “Avanti Insieme”. Al suo esordio, il gruppo è considerato la sintesi degli orlandiani di primo pelo. O meglio, tutto quello che rimaneva delle liste civiche del sindaco Orlando
Valentina Chinnici – Nel 2017 Orlando vinse le elezioni grazie soprattutto alle liste civiche, che radunarono personalità diverse alcune delle quali provenienti dalla società civile, prive di appartenenza a veri e propri partiti o movimenti strutturati. Tuttavia, dopo pochi mesi, delle 10 persone elette nelle due liste civiche, coloro che non avevano un orizzonte di valori realmente chiaro e condiviso con sindaco e giunta cominciarono a “migrare” verso altri lidi, ricollocandosi in partiti di centrodestra e di fatto dimezzando la maggioranza che aveva vinto le elezioni e che oggi conta formalmente su una decina di consiglieri su 40.
Cos’è Avanti insieme
L’Inchiesta Sicilia – Ci spiega meglio cos’è, in realtà, “Avanti Insieme”, quando nasce e, soprattutto, perché nasce, visto che è considerato tanto vicino alla natura di Orlando? E, cosa è diventato oggi, a distanza di tre anni? Cosa rappresenta per i cittadini palermitani, tanto da tirarne fuori un candidato a sindaco?
Valentina Chinnici – Avanti Insieme nasce dall’unione dei consiglieri e consigliere rimasti fedeli e coerenti al mandato amministrativo affidato loro dagli elettori. A distanza di tre anni restiamo convinti che l’apporto del civismo è fondamentale per dare ossigeno ai partiti che a volte rischiano di confondere le Istituzioni con un campo di battaglia dove esercitare il potere. I partiti restano fondamentali, ma fondamentale, come ci ricorda Massimo Recalcati, è “la distinzione tra vita del potere e vita delle istituzioni”, aggiungendo che “bisogna rifondare una cultura e una poetica delle istituzioni. Pena il disfacimento del nostro Paese”.
Il Civismo
A Palermo in questi anni ho visto fiorire comitati, associazioni, gruppi di pressione e di ascolto che vogliono dire la loro e vedere riconosciuto dalle istituzioni il loro lavoro sul campo, nei quartieri, in mezzo alle persone. Civismo per me è questo: riconoscere valore a queste esperienze e mettere in circolo le energie migliori di questa città, aiutandola a rialzarsi, senza fermarsi a maledire il buio, ma ostinandosi a tenere accesa una luce. Persone che fanno la propria parte per migliorare la qualità della vita di tutte e tutti e non solo la propria. Civismo è assumersi le proprie responsabilità e non fermarsi a fare battute ciniche o indignate sui social.
Sindaco/a Donna. Cosa vuol dire?
L’Inchiesta Sicilia – Una candidata a sindaco “donna”. Al di là degli schieramenti, delle coalizioni, eccetera, questo è l’elemento più importante. Cosa significa candidarsi a sindaca in un contesto dove le quote rosa, in fondo, rimangono una chimera?
Valentina Chinnici – A Palermo per ora regna un clima di stanchezza, disillusione, scoramento. I tempi sono difficili e incerti per molti, soprattutto per le persone più fragili economicamente e socialmente. I problemi sono tanti e complessi e bisogna cambiare l’approccio.
Una leadership femminile può funzionare se rappresenta un vero cambio di paradigma
Gli uomini soli al comando, come vediamo anche dagli scenari internazionali, spesso fanno la voce grossa e battono i pugni per dimostrare la solidità del loro potere, causando disastri e lasciando macerie. Una leadership femminile può funzionare se rappresenta un vero cambio di paradigma. Sono un’insegnante e sono madre di due bambine: la politica al femminile deve saper prendersi cura, dare fiducia, guardare al futuro, mettere da parte l’ego per costruire una comunità con relazioni salde che dia spazio all’iniziativa e alla creatività di chi vuole abitare questa città e non essere obbligato ad andarsene per “riuscire”.
La scuola
L’Inchiesta Sicilia – Valentina Chinnici è pure presidente del CIDI Palermo, Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti. Questo significa che il suo programma attenzionerà pure la scuola?
Valentina Chinnici – La Scuola è la mia vita, e con il CIDI mi occupo di formare insegnanti preparati e degni del ruolo delicatissimo che ricoprono: in generale credo fermamente che la formazione e l’educazione permanente, dai piccolissimi agli anziani, sia la chiave di volta perché una comunità possa crescere ed evolversi. Ci si riempie la bocca di meritocrazia, ma prima di tutto occorre dare a tutte e tutti le stesse possibilità, riducendo le disuguaglianze culturali e sociali. Non solo occorre lottare contro la povertà educativa, ma promuovere il successo scolastico dando a tutti le competenze culturali indispensabili per non dipendere sempre dagli altri, per essere cittadine e cittadini liberi e sovrani.
Il programma
L’Inchiesta Sicilia – E adesso, vogliamo parlare, per lo spazio che ci consente un giornale, della cosa più importante? Il vostro programma. Insomma, perché eleggere Valentina Chinnici a sindaca di Palermo?
Valentina Chinnici – Credo che le 500 persone che ci hanno messo la faccia firmando l’appello pubblico (reperibile nel sito https://sites.google.com/view/per-valentina-sindaca/home ), mi chiedano di portare i valori che cerco di incarnare ogni giorno dentro il Palazzo, perché sia luogo di sacralità istituzionale e non di sgomitate per il potere. Tra i tanti messaggi che sono arrivati e che i promotori dell’appello spesso mi girano, mi ha colpito quello della scrittrice e insegnante Vanessa Ambrosecchio, che approfitto per ringraziare, e che scrive così: “ Tanti sono i motivi che mi spingono a incoraggiare Valentina a compiere questo passo.
Se difficilmente un sindaco può essere un bravo docente, di certo un bravo docente sarà un ottimo sindaco
Uno fra tutti è che se difficilmente un sindaco può essere un bravo docente, di certo un bravo docente sarà un ottimo sindaco. Se per bravo docente intendiamo chi è capace dell’ascolto di tutti, chi ha a priori fiducia nel prossimo, chi coniuga ogni momento presente al futuro, chi educa col rigore dell’esempio, chi riesce a trasformare il conflitto in una dissonante armonia”. Più concretamente – conoscendo ormai da vicino la macchina comunale, insieme a Massimo Giaconia e ai compagni di viaggio di Avanti Insieme che lavorano nei territori – nel nostro programma Palermo deve tenersi saldo il ruolo internazionale che faticosamente, grazie soprattutto a Orlando, si è conquistata, come città turistica e luogo ormai simbolo di antimafia e di accoglienza.
Rimettere in funzione tutti i servizi bloccati, partendo dalle tre P
Ora, però, deve rimettere in funzione tutti i servizi bloccati, partendo da quelle che per brevità chiamo le tre P: il Personale, il Patrimonio, le Partecipate. Il personale va formato, curato, specializzato e valorizzato perché senza quello non esiste semplicemente l’amministrazione e la vita della città; la stessa cosa posso dire del patrimonio, su cui va fatto un ragionamento complessivo su più fronti: emergenza abitativa, imprenditoria, associazionismo e terzo settore, in ottica di sussidiarietà effettiva.
Il PNRR
Non solo occorre impegnare i fondi del PNRR, ma valutarne l’efficacia sul lungo periodo, almeno dieci anni. Non solo sull’arco di tempo in cui sono stati chiamati ad agire. Solo così, con un respiro ampio, potranno incidere sullo sviluppo e sull’innovazione del territorio, senza scadere nel solito progettificio che nasce e muore senza lasciare segni. Sulle partecipate c’è tanto da lavorare per ottimizzarle, creando una regia unica, riducendo gli sprechi e facendo sì che ci sia un reale coordinamento fra le loro linee di azione e di intervento, avendo chiaro chi fa cosa.
Il Comune deve controllare gli obiettivi da raggiungere
Il Comune deve controllare realmente obiettivi da raggiungere, fondi usati e tempistiche. Infine, mi permetta di citare il grande sindaco di Firenze, ma nato e cresciuto in Sicilia, Giorgio La Pira. La fondazione che a lui si ispira in questi giorni sta varando a Firenze il Consiglio dei giovani del Mediterraneo di cui la Sicilia è la porta. Diceva La Pira: “Oggi ci vogliono giovani che siano profeti di speranza e di santità, che non abbiano paura di sporcarsi le mani. Ci vogliono rondini…”.
Da insegnante e da donna non posso che accogliere questa indicazione e puntare moltissimo sulla fiducia nelle tante e tanti giovani. Quei giovani, che ogni giorno, senza clamori ma con impegno e tenacia, si sporcano già le mani, costruendo futuro e creando speranza anche a Palermo.