L'Inedito di Scaldati è uno spettacolo costruito su una felice mescolanza di umori e registri narrativi antitetici: realtà e sogno, sofferenza e rimpianto. Al teatro Biondo Stabile di Palermo fino a domenica 3 aprile
Dopo diversi tentativi di mettere le mani sul teatro di Scaldati stravolgendone i testi e snaturandone la visione poetica, una coraggiosa regista, Livia Gionfrida, e un gruppo di attori che amano Scaldati, l’allievo fedele Melino Imparato e i giovani Paride Cicirello, Oriana Martucci e Daniele Savarino, danno luogo a un laboratorio teatrale mettendo in scena un “inedito” del Maestro che fa emergere la vera poetica del“Sarto”.
L’ “Inedito” di Franco Scaldati è in scena al Biondo Stabile di Palermo dal 21 marzo al 3 aprile.
Storia tra sogno e realtà
La regista Livia Gionfrida , pur proiettandolo nel presente con accenni alla pandemia e alla guerra in Ucraina, rispetta il siciliano arcaico e i chiaroscuri del grande artista siciliano.
La vicenda si svolge tra realtà e sogno in un contesto degradato, con quattro personaggi surreali, il poeta, il disabile, la lava scale e il topo, che si sdoppiano continuamente passando dalla miseria morale alla sublimazione. Un particolare riconoscimento va dato a Paride Cicirello, che interpreta la figura di un ragazzo emarginato cogliendone con grande
professionalità tutte le sfumature.

Ispirato al Macbeth
La piece è una singolare riscrittura del Macbeth di Shakespeare, che Scaldati ammirava smisuratamente.
I quattro interpreti agiscono entro uno spazio scenico animato da una originale scenografia con movimenti ritmati accompagnati da musiche avvolgenti.
Lo spettacolo è costruito su una felice mescolanza di umori e registri narrativi antitetici: realtà e sogno, sofferenza e rimpianto, dramma e sentimento, vita e morte.
Pur essendo innegabile il rimando a Shakespeare e anche un po’ a Beckett, dialoghi, frasi, ambientazione e personaggi rispecchiano tutta la “sicilianità” dell’autore.
Grazie Pippo La Barba per la recensione dello spettacolo. La riuscita di Inedito dimostra che per fare Scaldati si deve fare il suo teatro così come lo intendeva Franco e non scimmiottando e facendolo “alla maniera di Scaldati” o tradendolo totalmente facendone versioni farsesche totalmente lontane dalla sua poetica. Lavorare su Franco con Livia Gionfrida è stato per me un vero miracolo così come è accaduto tanti anni fa con la stessa passione e la giusta felicità.
Questo spettacolo, quindi, rispetta la fantasia poetica e drammaturgica del nostro franco Scaldati. Caro Pippo La barba, fai bene a sottolinearlo, perché è bene evitare con un autore come Franco Scaldati, di sovrapporre i propri umori artistici alla delicatissima drammaturgia del Nostro