I giovani sono un’importante risorsa per la collettività, ma come renderli consapevoli di ciò e aiutarli a essere il più possibile partecipativi? Come promuovere il loro ruolo nella società?
In un periodo segnato dalla pandemia come quello da cui proveniamo, i temi della socialità e dell’inclusione sociale si impongono all’attenzione ed evidenziano la necessità di percorsi che offrano ai giovani nuovi spazi in cui socializzare, confrontarsi e sviluppare o consolidare competenze spesso date per scontate ma necessarie in una società in continua evoluzione e sempre più esigente.
Sono questi i temi che verranno affrontati oggi pomeriggio al PYC Villa Trabia, in via Marchese Ugo a Palermo, nel corso dell’evento Giovani e comunità: costruire solide relazioni e nuove prospettive, promosso dal CESIE.
Si tratta di un incontro formativo ed informativo sul tema dell’inclusione dei giovani nelle comunità ed è rivolto sia al personale educativo che ai giovani del territorio. Sono previste alcune sessioni pratiche di gioco e sperimentazione delle attività ludico-ricreative, incluso un percorso di Orienteering. Inoltre, sarà possibile prendere parte alla discussione e conoscere le proposte offerte nell’ambito dei progetti PAClife, AG4C e ORIENT promossi dal CESIE.
L’iniziativa ci è piaciuta e ha destato il nostro interesse, così ne abbiamo parlato con Alice Schirosa, Project Manager Unità Giovani del CESIE.
In sintesi, spieghiamo ai nostri lettori l’obiettivo dell’incontro e a chi è rivolto.
“Lo scopo dell’evento consiste nell’aumentare la consapevolezza dei giovani circa l’importanza del loro ruolo nella società: la loro partecipazione civica, come attraverso il volontariato in generale (nello specifico, a contatto con propri pari o più giovani) concorre allo sviluppo di una mentalità orientata alla collettività e, al tempo stesso, offre un contesto pratico in cui sperimentarsi, mettendo in pratica competenze trasversali in una molteplicità di occasioni e con diversi soggetti. I giovani contribuiscono attivamente al proprio benessere (crescita personale e professionale) e a quello della collettività (supporto sociale e civile alla comunità). Alla base di queste attività vi è l’adozione dell’approccio teorico del POSITIVE YOUTH DEVELOPMENT ovvero allo sviluppo positivo dei giovani mediante il potenziamento di 5 competenze base (sviluppabili mediante diverse attività educative non formali): competence, confidence, connection, character, & caring. Il tutto si traduce in un maggiore impegno e motivazione nell’applicare i principi di cittadinanza attiva”.
Un’opportunità formativa
Quali caratteristiche deve avere un giovane per dedicarsi al volontariato?
“Nessuna caratteristica. Si tratta di un’opportunità formativa che deve essere accessibile a tutti. Chiaramente, le organizzazioni selezionano le volontarie e i volontari anche in base alle loro esigenze e a requisiti dei loro target (se si lavora con bambini bisogna assicurarsi che chi vi lavora non abbia precedenti pensali, ecc.). Il volontariato è solo un esempio, tuttavia. In generale, lo scopo è quello di dimostrare come attività ludico ricreative (opportunità formative non formali e informali) contribuiscano allo sviluppo positivo dei giovani. Il volontariato è solo una delle possibili connessioni tra giovani e comunità”.
Sviluppare le proprie capacità
Si parla spesso di competenze trasversali… cosa si intende?
“Le competenze trasversali (soft) si contrappongono alle competenze tecniche (hard). Si tratta di competenze applicabili in qualsiasi tipo di contesto e concorrono al miglioramento della qualità del proprio lavoro, nonché sviluppo personale. Tali competenze spesso vengono date per scontate ma il loro sviluppo è necessario nella nostra società in continua evoluzione e sempre più esigente. Ne sono un esempio: la resilienza, il pensiero critico, la capacità di pensare in modo creativo, l’autostima, la comunicazione efficace, la capacità di risolvere i problemi, la capacità di lavorare in gruppo, la leadership, l’autoconsapevolezza, la capacità di prendere decisioni consapevoli, ecc”.
Oltre al materiale umano, cosa serve a questi progetti? E cosa serve a chi si dedica al volontariato con i minori?
“Oltre al materiale umano ai progetti servono principalmente reti solide sul territorio, una visione strategica ed integrata degli interventi e le risorse economiche per implementarli. Chi si dedica al volontariato ha bisogno di una conoscenza dei gruppi coinvolti, dei comportamenti e procedure etiche da adottare, oltre che di metodologie e strumenti educativi”.