Continuiamo oggi la pubblicazione del testo critico dello storico dell’arte Renato Mammucari (che vediamo nella foto di copertina), una riflessione sul movimento del Transrealismo e le “lezioni americane” di Italo Calvino. La parte precedente la trovate a questo link: https://www.inchiestasicilia.com/2022/11/19/terzo-millennio-tra-pandemia-guerra-e-rischio-nucleare/
La Rapidità.
La lezione americana che Calvino ha chiamato “rapidità” argomenta la dinamicità dell’intelletto e di conseguenza anche della naturalità e dell’apprezzabilità. Tema e narrazione sono un’alternanza di vicende che si connettono, sono azioni che intervengono sull’arco d’estensione, in un tempo rapidissimo e di una continua correlazione tra spazio-tempo. Calvino scrive “Il racconto è un’operazione sulla durata, un incantesimo che agisce sullo scorrere del tempo, contraendolo o dilatandolo”. Lo scrittore fa fronte che la produzione letteraria ingerisca il compito di avvio di trasmissione, mettendo in risalto le difformità ed eludendo, in questo modo, il pericolo di uniformare qualsiasi trasmissione letteraria. “In un’epoca in cui altri media velocissimi e di estesissimo raggio trionfano, e rischiano d’appiattire ogni comunicazione in una crosta uniforme e omogenea, la funzione della letteratura è la comunicazione tra ciò che è diverso in quanto è diverso, non ottundendone bensì esaltandone la differenza, secondo la vocazione propria del linguaggio scritto”. (Italo Calvino). Concludendo la rapidità dell’espressione e dell’immaginazione ha pur sempre degli azzardi, di conseguenza saper prendere su di sé il concetto di velocità in un’argomentazione rapida, ha l’efficacia di esprimere nel mondo moderno più realtà oggettive di valore esclusivo. E con la rapidità che Italo Calvino, auspica l’inizio del nuovo Millennio.
Il rapporto spazio – tempo
Il Transrealismo Italiano si commisura e si assimila con la tecnologia per diventare realtà mutante, nella rapidità di ciò che ci circonda. É lì che il rapporto fra spazio-tempo diventa un’altra cosa per una maggiore presa diretta, perché l’essere umano al momento che parla o scrive o fa altro, è diventato ieri, pronto per essere già domani. Tale attimo sfuggente, che stentatamente otteniamo ad avvertire perché già sul momento diviene un tempo trascorso per cui intorno a noi, al momento che agiamo, siamo inevitabilmente proiettati nel futuro. L’esigenza di una trasformazione nei rapporti spazio-temporali, l’ha visto caratterizzandosi proprio dall’arte. Ciò è avvertibile perché nell’epoca attuale viviamo una diversa creatività che a tutto oggi con i mezzi che abbiamo non sono sufficienti a tracciare. Anche se le nuove tecnologie informatiche riportano avverabili consapevolezze temporali che sino a ieri erano irrealistici negli apparati collettivi trascorsi, il supporto come sempre giunge dall’arte perché riesce a precorrere i tempi dandone in questo caso un’altra percezione.
In questo modo pensiamo di essere tutti indipendenti? E da che cosa? Anche se noi non lo comprendiamo, ma siamo immessi di vivere in relazione da un qualche cosa che non conosciamo ma, di fatto, esiste un passaggio reale, che ci mette in relazione tra ciò che è trascorso e ciò che deve ancora arrivare. Si tratta dello spazio-tempo che si adegua inconsciamente a ciò che ci appartiene in quel momento, e ciò ci consentirà di invadere un altro punto di vista, a secondo la relazione, piuttosto che un’altro. In un tempo di grande rinnovamento in cui l’abituale percezione delle tre dimensioni dell’opera d’arte si può completare con una veloce Realtà Virtuale. É nella quarta dimensione che la visione assume un diverso valore e funzione da tutti gli altri orientamenti dello spazio ordinario, se pensiamo che essa vive attorno alla vita dell’uomo, ma solitamente non l’avvertiamo perché non la pensiamo e quindi non la percepiamo. É proprio nel criterio di abbracciare più realtà, immaginandone, la trasmissione universale, la quale, è conseguenza della nostra cognizione per mezzo della funzione mnemonica dell’artista. É come rappresentarsi in circostanze diverse ad esplorare la realtà da diversi punti di vista (che non hanno niente a che vedere dai punti di vista del Cubismo), pertanto in circostanze susseguenti del tempo, come se compendiati in un’immagine simbolo che riassume le diverse esteriorità di realtà, compresa quella virtuale, ricercata in un condensato spazio-temporale. Ad opera del Transrealismo è ammissibile immaginare la possibilità che il tempo si converte in spazio o in direzione opposta. Per cui certe espressioni come “visionario”, “immaginario” o “fantastico”, sono consentite ad assoldare una differente essenza e compito.
L’Esattezza.
C’è necessità di esattezza, per cui l’uomo ha necessità di attente valutazioni culturali e di risposte al momento del bisogno. Concetto ed esposizione sono principio di una definita locuzione e potenziano il pensiero. Il bisogno di mettere in risalto pensieri scaturisce pur sempre da una certa comprensione della realtà, per cui questo passaggio importante non si può finire di raccontare in una forma generica e occasionale. È come se il linguaggio ad un certo punto si fosse smarrito; sottratto del suo contenuto reale e non riesce più a emanarsi con la medesima vitalità dell’esistenza. Come anche le immagini non sono più provviste di alcuna estensione; apparenza e argomento svaniscono abbandonandosi forse nell’indifferenza. Parola-immagine, nella letteratura o nell’arte, anche se si fa uso di certi ripensamenti e correzioni, scarseggiano di stile e personalità. Calvino si domanda se non possono essere certe argomentazioni che si credono indiscutibili e puntuali a rendere una certa dubbiosità. Calvino che crede all’esattezza, riporta che nel comporre una narrazione in certi momenti non si appassiona di scrivere concetti che abbiano già il senso di precisione, ma li riporta a tutto quello che resta lasciato da parte. Per impegnarsi a tale preoccupazione, pensa di frazionare ciò che deve comunicare in poliedrici ambiti, per poi ripartire da quello che sembrava insignificante all’inizio, per riportarlo man mano al nucleo centrale del romanzo e quindi di ritrovare all’interno del profondo il senso dell’esattezza.
L’arte transreale in Italia rivela il suo principio artistico e culturale nella perizia di trascendere la percezione della realtà del nostro tempo e superarla, non lasciando da parte il rilancio e il rassetto del linguaggio artistico per metodologia di un’espressione anche figurativa, pur sempre energica e pervasa di percettibilità esperienziale, compresi i simbolismi espressi dal linguaggio elaborati dal progresso tecno-scientifico. Per questa nuova dottrina volta ad identificare una nuova realtà è imprescindibile la ricettività interpretativa dell’artista che ha valore sinestetico nel linguaggio secondo la tematica dell’opera artistica da sviluppare che sia di origine poetica, musicale o matematica. Diventa così primordio-precisione-coerenza.
La Visibilità.
Calvino, si serve della visibilità per esprimere l’essere, che ha in sé la qualità dell’immaginazione in sintonia con la vita. Esistenza e immaginazione si fondono nella propria essenza. “Visibilità” vuol dire presa diretta della realtà e ci porta a considerare la visibilità da un’altra prospettiva perché ci porta dove la “novità, l’originalità, l’invenzione” hanno pregio esclusivo. “Se ho incluso la Visibilità nel mio elenco di valori da salvare è per avvertire del pericolo che stiamo correndo di perdere una facoltà umana fondamentale: il potere di mettere a fuoco visioni a occhi chiusi, di far scaturire colori e forme dall’allineamento di caratteri alfabetici neri su una pagina bianca, di pensare per immagini.” Così scriveva Calvino perché fissa un assunto e l’immaginazione non vuol dire fantasticare, ma pensare sulla realtà e sulle sembianze che le danno vita. Un procedimento del dato reale che ci porta a pensare la visione del luogo come se si sviluppasse di fronte a noi. Comunicare ed esplorare sono due sviluppi creativi immaginativi: come dal verbo si può giungere alla visione, oppure dalla visione si può giungere alla rivelazione del verbo.
Il Transrealismo Italiano ritiene idonei gli sviluppi realistico-astratto-informali, anche se questo potrebbe far pensare ad un’antinomia estetica, quando la componente astratta o figurativa abbia a secondo il caso evidenziato una certa prevalenza nel prodotto artistico. Nella circostanza opposta i processi stilistici si rivelano senz’altro accordati ma anche comprensibili tra essi, grazie alla visibilità che le danno vita commisurandosi ad una realtà trascesa, che l’artista fa risultare nell’espansione spazio-temporale. Quest’ultima diventa espressiva, attraverso differenziazioni di segni-scritture accentuandone attraverso una pittura di particolare mutevolezza nella rete cromatica. In breve, la scrittura sta alla pittura come la pittura sta alla scrittura.
La Molteplicità.
La parola molteplicità, sollecita il nostro intelletto ad un complesso di realtà oggettive. Calvino afferma che l’uomo, nella misura in cui vive la vita, è un insieme di essenze di elementi distintivi che risultano imprescindibili della vita stessa. Il tutto procreandosi e dilatando formano un campo energico ricco di circostanze, dove le parole e le immagini sono vicendevoli nel dinamismo compositivo della realtà. Il mondo interagisce negli aspetti di una rete interattiva interdisciplinare: “Da quando la scienza diffida delle spiegazioni generali e delle soluzioni che non siano settoriali e specialistiche, la grande sfida per la letteratura è il saper tessere insieme i diversi saperi e i diversi codici in una visione plurima, sfaccettata del mondo” (Italo Calvino).
La tendenza assunta dall’arte transreale italiana è vivere il reale differenziato, vale a dire una realtà trasfigurata indirizzata verso il futuro, un futuro che già da ora è segnato nel momento. Il reale già studiato in forme diverse dal Neo-realismo italiano, dal Surrealismo francese e dall’Iperrealismo americano non basta più. Il Transrealismo in ambito cosmopolita è un articolato di elementi innovativi nell’arte contemporanea, che osserva alla globalità dell’insieme. Uno dei basilari sistemi attinenti alla post-realtà traspare l’analisi critica del costitutivo sociale, o meglio un’analisi in movenza di indagine all’interno della popolazione, aspirante all’esattezza e ad una potenziale segnalazione al di là di qualsivoglia manovrato accordo sospettoso, contro ogni forma di ipocrisie e menzogne. Il Transrealismo italiano vorrebbe far riuscire e portare un’operosità di sviluppo dell’intelligenza che l’essere umano potrà dimostrare nell’acquisire nuove esperienze sulla realtà sociale e a riflettere sulla vita. Per cui quali sono le azioni per accogliere e acconsentire all’uomo quando s’interroga per vivere in piena coscienza l’attuale realtà del tempo? L’arte può aiutare a far questo sia nelle influenze reciproche con gli altri esseri umani, sia nei potenziali ragionamenti. L’arte transreale è novità, desiderio di svilupparsi allargando nuove prospettive, facendo nascere nuovi modelli emancipandoci dall’incompetenza e preconcetti. Dunque se l’arte riconduce al pensiero umano alla saggezza, non fa altro che far reinserire nella vita il prossimo, (oggi si vive molto distanti l’uno dagli altri) affinché si riavviino ad usare il buon senso nelle relazioni in una forma più umana e solidale.
A cura di Renato Mammucari, storico dell’arte
Sabato prossimo sarà online una terza parte.