Codice degli appalti pubblici. L’economia di un Paese non può prescindere dalla politica e dal sistema che questa applica sul territorio.
Nuovo Codice degli Appalti pubblici
Un esempio emblematico ci viene dato dal recente e tanto dibattuto Codice dei Contratti, e il relativo “decreto Correttivo”. Il D. Lgs. 36/2023, meglio noto come Codice dei Contratti Pubblici o Nuovo Codice degli Appalti pubblici è un testo normativo che disciplina i contratti della pubblica amministrazione per eseguire opere pubbliche, svolgere servizi e reperire le forniture utili a perseguire i fini istituzionali degli enti pubblici. Due strumenti nelle mani della politica, che rischiano di frenare la programmazione del futuro sistema produttivo del Paese, nonché la capacità di generare sviluppo sostenibile, inclusivo e duraturo.
Le PMI sul territorio
Eppure, secondo dati Istat, le PMI rappresentano il 99,4% del tessuto imprenditoriale italiano. Inoltre, generano il 67% del valore aggiunto nazionale. Infine, offrono lavoro a oltre 16 milioni di persone. Attualmente, in Italia operano circa 300 Consorzi Stabili, che rappresentano oltre 3000 imprese (fonte Anac). Questi numeri parlano di un sistema che funziona, che valorizza le competenze delle PMI e che le mette in condizione di competere nei grandi appalti pubblici.
E’ un vero peccato, quindi, questo limite.
I problemi alla base del decreto correttivo del Codice degli appalti pubblici
L’UCSI (Unione Consorzi Stabili Italiani) ha segnalato le numerose problematiche che interessano i Consorzi Stabili e le imprese che ne fanno parte.
“Le piccole e medie imprese in Italia rappresentano il motore produttivo dell’economia – ha affermato Giuseppe Costantino, presidente Ucsi –. Il nostro modello ha resistito alle crisi globali, si è innovato nei momenti di criticità e ha portato l’eccellenza italiana nel mondo. Da questa consapevolezza, ormai nota a tutti – continua – ci si aspetta che la politica, nell’espletare il proprio ruolo di stimolo destinato a generare e potenziare sviluppo, con la sua azione favorisca la crescita delle PMI e rimuova gli ostacoli che ne pregiudicano la crescita”.
L’accesso al mercato degli appalti pubblici
Il più importante è l’accesso al mercato degli appalti pubblici. Le gare pubbliche, con i loro requisiti tecnici ed economici, diventano spesso un muro insormontabile per molte piccole realtà, limitando il loro potenziale contributo. Il “correttivo” al Codice dei Contratti Pubblici nella sua versione bollinata è all’esame delle commissioni di Camera e Senato che dovranno esprimere il proprio parere.
“Per quello che ci riguarda – riprende il presidente Ucsi – è un disastro. Se fosse approvato sarebbe la pietra tombale per i Consorzi Stabili. A poco più di un anno dall’entrata in vigore del nuovo Codice si è sentita la necessita di applicare correttivi, cambiando di fatto le regole di mercato. Modificare in corsa, senza neanche dare un periodo di tempo transitorio per potersi adeguare, è inaccettabile in un Paese come l’Italia”.
Secondo Rosario Faraci, professore di Economia e Gestione delle Imprese dell’Università di Catania, il Correttivo qualora fosse lasciato cosi com’è cambierebbe gli scenari. Non solo. Ridurrebbe il potenziale dei Consorzi Stabili che hanno ridato dignità e competitività alle piccole e medie imprese.