Si è inaugurata giovedì 23 marzo la personale di Giusy Cannizzaro, presso ArtGallery Cafè di Gela con la performance live del sassofonista nisseno Michele Gangi che ha accompagnato il taglio del nastro
di Giovanna Calabretta
Quattordici dipinti su tela di juta, cinque sculture di arenaria e un’istallazione: sono queste in sintesi le opere presenti in “Rapsodie”. A legare tutto in un unico movimento, la musica, tema che Giusy Cannizzaro ha da tempo sentito proprio, riuscendo a far risuonare la materia di monoliti o di juta come fossero veri strumenti musicali visivi. Laureata all’accademia di Belle Arti di Agrigento, con una tesi sul legame storico tra il mondo della pittura e il sogno della musica, fonda il suo atelier a Caltanissetta dove tiene anche un laboratorio d’arte a cura dell’associazione culturale LiberArte.
Numerosi storici e critici hanno scritto della sua ricerca e nel suo curriculum sono presenti importanti mostre personali e collettive: proprio in questi giorni una sua opera “particolare” che mescola il mondo della musica con l’arte delle biciclette handmade, si trova esposta presso il DAAA Gallery di Milano in occasione di A/Tipici Exhibition.
Il titolo della personale rimanda al mondo della musica: come in una rapsodia così l’autrice propone diversi episodi artistici che appartengono, ognuno a modo proprio, ad un unico movimento centrale, anche quando si muove con sicurezza dalla pietra scolpita che è la materia classica della scultura, al polimero plastico del manichino dipinto, che passa dall’essere simbolo a costituire materia della pittoscultura figlia del contemporaneo. I materiali e il loro uso in arte hanno il compito di suggerire dei timbri nella “musicalità” della composizione e queste figure di musicisti, di cantanti o le coppie di ballerini vengono frammentati e infranti dalla maglia spessa della juta, come schegge di uno specchio rotto che rimanda il dettaglio astratto, parte di un unità da ricucire con il pensiero.
“Il musicista è rappresentato come strumento esso stesso,” scrive in catalogo Vincenzo Salsetta, “ e questo non è nuovo nella pittura europea che sin dagli albori ha rappresentato rapsodi, suonatori di cembali, flauti, sistri a seguito di Dioniso o di altre divinità. Dal disegno dei vasi greci alle tavole dipinte, ai fogli miniati la musica ha avuto un ruolo di colonna sonora del mito o della narrazione che veniva rappresentata”. Gela, antica polis greca, grazie alla sua storia sembra essere quel luogo ideale per accogliere questa contemporanea ricerca di armoniosa rappresentazione musicale firmata Cannizzaro.
Rapsodie, di Giusy Cannizzaro
ArtGallery Cafè
Vico Tilaro 9, 93012 Gela (CL)
23/03-30/05/2017
dal giovedì alla domenica dalle 19 alle 24
Testo in catalogo di Vincenzo Salsetta