Immaginiamo un Teatro fatto di Passione
Immaginiamo un Palco fatto di Sudore
Immaginiamo una Vita fatta di Teatro
Con Noi, Puoi! Tony Colapinto
di Daniela Giangravè
Ogni tanto a Palermo qualcosa funziona e va per il verso giusto. Non tutto si riduce ad un iniziale fuoco fatuo per poi svanire in poco tempo. Stiamo parlando di una solida realtà che si chiama Shakespeare Theatre Academy.
Molti sognano di diventare artisti del mondo dello spettacolo ma sognare non basta. Ci si deve impegnare e occorre crederci fino in fondo per raggiungere un obiettivo bello ma ardito come questo. Tutto può diventare forse un po’ più concreto se ci si mette nelle mani di una scuola seria che ha come mission personale quella di formare futuri artisti a tutto tondo. Artisti che non si “fossilizzino” solo nel ruolo per cui si sentono più adatti, ma artisti che riescano a esprimersi anche in altri ambiti che spazi dalla teoria alla pratica, dalla danza all’uso degli strumenti musicali.
L’accademia può vantare riconoscimenti istituzionali e offre diversi corsi a pagamento con programmi intensi e articolati per fornire agli allievi di oggi e artisti del domani tutti gli strumenti possibili per fronteggiare le difficoltà del mondo teatrale e cinematografico internazionale sempre più arduo e competitivo. Ha anche aperto le proprie porte anche a corsi gratuiti rivolti agli studenti delle scuole elementari, medie e superiori.
Recentemente ha valorizzato il suo ruolo avviando corsi di conduzione radiofonica e televisiva, di regia, di musica, di canto e un corso più tecnico audio-luci.
Uno staff di dodici insegnanti preparati e attivi anche professionalmente fa da serio supporto agli studenti.
L’Accademia ha una propria compagnia la Shakespeare Theatre Company in cui durante l’anno accademico dà vita a diversi progetti artistici sponsorizzati o patrocinati dalle istituzioni.
Anche i più piccoli possono avere i cosiddetti 15 minuti di notorietà. Con Teatrando bambini e ragazzi dai 6 ai 12 anni possono godere di un’esperienza di crescita personale esercitando i cinque sensi e, perché no, magari scoprire doti di futuri attori.
Il prossimo 23 giugno presso la scuola si terrà la MASTERCLASS di recitazione con Giancarlo Giannini. È a numero chiuso ed è rivolta ad allievi a partire dall’età di 14 anni. Al termine della MASTERCLASS verrà rilasciato attestato di partecipazione. I partecipanti potranno aderire anche alla cerimonia di gala di fine anno dell’accademia, lo stesso giorno, in presenza delle istituzioni, registi, produttori e direttori di teatri, e del maestro Giancarlo Giannini. Abbiamo avuto nuovamente il privilegio di porre qualche domanda al direttore della scuola Tony Colapinto attore e regista e anche ad una delle sue allieve/docenti Fabiola Bologna.
Tony Colapinto:
Quali sono le prime concrete parole di incoraggiamento che pronunci ai tuoi allievi all’inizio del loro percorso?
Chi si approccia al teatro ha sicuramente qualcosa di irrisolto dentro di sé, un dolore da colmare, un vuoto da riempire e chi si mette a confronto con se stessi, specialmente l’attore, non è soltanto mettersi a confronto con un personaggio ma mettersi a confronto proprio con se stessi e per fare questo ci vuole tanto coraggio quindi prima di intraprendere un percorso, una persona, un allievo deve lasciarsi andare perché il teatro prima del confronto con gli altri è un grande momento di confronto la propria interiorità.
E quando qualcuno pensa di mollare per qualche difficoltà cosa gli dici?
Quando qualcuno pensa di mollare io dico che è giusto perché il teatro è una scelta, una scelta che parte dal teatro, è il teatro che ti sceglie o sei tu che lo scegli e se per un motivo o per un altro viene a mancare questo rapporto di scelta allora è giusto non andare avanti. È giusto lasciare purché non si abbia talento, purché non si abbiano grandi doti perché non assecondare un talento è un grande peccato per l’arte, per se stessi e per il concetto di bellezza in generale. C’è sempre un momento di crisi che vuol dire chiaramente scelta e quando un allievo si ritrova davanti a questo bivio è giusto che l’affronti e che l’afferri, e qualsiasi sia la decisione l’importante è che sia una decisione dettata dalla sua volontà e dalla sua forza.
Quando hai iniziato il tuo percorso cosa dissero invece a te i tuoi maestri?
Quando ho iniziato io, un mio maestro in particolare mi diceva: “tu avrai un grande debito con la banca del sonno”. Lì non capivo cosa significasse. Adesso a quasi 19 anni di palcoscenico dico che è proprio vero. Un artista che crea, un attore che sta sempre in giro deve fare i conti con il sonno perché si dorme veramente molto poco. Però ho veramente imparato che il teatro toglie tanto ma dà tantissimo e resta comunque il più bel mestiere del mondo.
Ce ne saranno tanti, ma uno dei momenti più belli della tua carriera sia di attore, sia di regista e di maestro fino ad ora qual è?
Io ho tantissimi e straordinari ricordi in 19 anni di storia scenica. Il momento più bello è sempre quando assisto ad uno spettacolo dove ci sono i miei allievi sul palco e la cosa più bella e che mi fa stare proprio bene è sentire gli applausi che ricevono perché è come se fosse un applauso di rimando, un applauso amplificato e per il lavoro fatto insieme. Un altro straordinario ricordo è sui navigli con Alda Merini quando io avevo deciso di lasciare il teatro e lei proprio sul naviglio mi disse: “no! Il teatro ha bisogno di te.”
Quali consigli dai a chi vuole intraprendere questa carriera?
A tutti coloro che vogliono intraprendere questa carriera dico “studiate!”. Studiate perché il teatro, la danza, la musica, il canto vanno studiati. Il talento senza uno studio vale poco, niente, il talento non raffinato, non affinato rischia di perdersi. Oggi c’è bisogno di professionisti veri che studino con dei professionisti veri perché per fare teatro ci vuole, sì, tanta arte ma ci vuole anche tanta tecnica, tanta conoscenza, tanta cultura perché come i medici curano i corpi delle persone, noi attori, noi artisti curiamo l’anima delle persone. Per curare l’anima delle persone non basta solo salire su un palcoscenico e dimenarsi per due o tre ore. Serve lo studio sul processo creativo, lo studio della voce, lo studio delle tecniche e delle metodologie. Oggi in Italia, in modo particolare, c’è un dilettantismo dilagante vergognoso perché tutti vogliono fare gli attori, i cantanti, i ballerini e spesso però questo non dà il giusto valore e il giusto spessore culturale ad una forma così straordinaria d’arte come il teatro che non nasce in Grecia ma nasce esattamente da quando l’uomo ha sentito l’esigenza di comunicare con i riti tribali.
Fabiola Bologna:
Come e quando è iniziata la tua avventura alla Shakespeare Academy?
È iniziata per caso, come tutte le cose belle della vita, durante un concorso canoro ad Aprile 2013. Incontrai il direttore della STA, Tony Colapinto, che si trovava in giuria per giudicare l’interpretazione dei concorrenti. Tra questi vi erano dei ragazzi che seguivo io e tra un giudizio ed un voto abbiamo cominciato a parlare di teatro. La nascita della scuola è coincisa con questo incontro e, da un solo progetto per il quale il Maestro mi ha chiesto di collaborare, mi sono ritrovata ad essere la sua assistente.
Qual è il tuo ruolo al suo interno?
Innanzi tutto mi piace descrivermi sempre come un’allieva. Nel mondo del teatro, ma nell’arte in generale, non si finisce mai di imparare. Quindi sono allieva, assistente del direttore, aiuto regia, attrice e docente prevalentemente per i più piccoli ma non solo.
Pochi secondi prima di salire sul palco cosa ti passa per la testa?
Quei momenti che si vivono tra le quinte e la scena sono quelli che amo di più. Quelli in cui da Fabiola divento il mio personaggio. Quello è il momento in cui vivo realmente la magia del teatro, e nella mia testa altro non passa che questa frase “Amo tutto questo”. Lì si sente un brivido che scorre nella schiena, il calore del pubblico in sala, l’ansia e l’energia tua e dei colleghi. La vera bellezza del “qui e ora tocca a me!”.
Recitare o anche solo provare una volta nella vita a mettersi in gioco così, pensi sia un modo per vincere le proprie paure e imparare a essere più sicuri di sé?
Altro che se lo è! Far teatro vuol dire interpretare con il tuo corpo, con la tua anima e con la tua sensibilità la vita di qualcuno al di fuori di te. Per far tutto ciò c’è un processo da seguire e prima di tutto devi conoscere ed amare te stesso… ed è li che ti scontri con le tue paure, i tuoi mille “perché” e soprattutto incontri te stesso. Quindi sì, il teatro aiuta a superare le nostre paure più nascoste affrontandole faccia a faccia.
Per Info: Corso Calatafimi 382, 90129 Palermo (Accanto OVS e LIDL) Pagina Facebook Ufficiale : Shakespeare Theatre Academy
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Segreteria Allievi : 342.61.96.119; segreteria@shakespeareacademy.it
Direzione Didattica e Artistica: colapinto@shakespeareacademy.it