Voglia di cinema! I consigli di Massimo Arciresi
Cuori puri (Italia, 2017) di Roberto De Paolis con Selene Caramazza, Simone Liberati, Barbora Bobulova, Edoardo Pesce
Poteva venir fuori l’involontaria ibridazione tra due ottimi film nostrani recenti, Fiore e La ragazza del mondo. Invece l’esordio nel lungo di De Paolis si rivela autonomo, sincero, per certi versi più autentico – per il suo sguardo partecipe sulla periferia romana – del contemporaneo Fortunata, e a suo modo perfino “pacifista”. Agnese (la fragile Caramazza) è oppressa dalle apprensioni della madre (Bobulova), che insiste perché s’impegni ad arrivare vergine alle nozze, mentre Stefano (il ruvido Liberati) si sottrae alle tentazioni criminali del suo ambiente – rappresentato dall’incallito Lele (Pesce) – facendo il custode in un centro commerciale, poi in un disastrato parcheggio adiacente a un campo rom. Il loro incontro e l’illogica relazione che ne segue preservano la speranza di una prospettiva diversa.
Scappa – Get Out (Get Out, USA, 2017) di Jordan Peele con Daniel Kaluuya, Allison Williams, Catherine Keener, Bradley Whitford
Piuttosto noto negli Stati Uniti, Peele debutta dietro la macchina da presa con un film insinuante, disallineato, che sfrutta i canoni del thriller per spiegarci che il razzismo purtroppo continua a esistere, ed è diventato (o è sempre stato) invidia. Invitato dalla girlfriend Rose a conoscere i potenziali suoceri, Chris si ritrova in un contesto alto-borghese con servitù in cui però qualcosa stride, o addirittura minaccia. E pare che il fatto che sia un nero capitato in una comunità bianca incida. Sovviene The Skeleton Key (e prima ancora Society – The Horror) per quest’opera tesa, indignata, preoccupata.
Voglia di cinema! La frase della settimana
«Questo sarà un film con anima, cuore e molta verità.» La produttrice María Pujalte decanta le doti della sceneggiatura scritta dall’ex-marito Eduard Fernández per convincere il divo argentino Diego Peretti (significativamente nel ruolo di se stesso) a interpretare il film che ne sarà tratto nel caustico, non molto innovativo ma comunque scorrevole La notte che mia madre ammazzò mio padre (La noche que mi madre mató a mi padre, Spagna, 2016) di Inés París.