Parlando con coetanei, amici e conoscenti, ho notato che i giovani hanno tutti una cosa in comune: sono tutti in crisi. E lo saranno sempre di più
di Nicola Guarino*
Tutti viviamo la nostra fase di crescita con dei dubbi e delle incertezze che aumentano, così come le responsabilità, e ci sentiamo soli, schiacciati e soffocati da mille pensieri. Seppur questo sia normale, mi sono domandato perché!
Perché questo ci comporta tutti questi problemi? C’ho pensato parecchio… e sapete una cosa?
La risposta l’ho trovata ancora una volta nel sistema di cui facciamo parte. È sbagliato!
Ci educano fin da piccoli a seguire degli schemi, ad essere ordinati, ad andare in fila tenendoci per mano, due alla volta.
Ci educano a fare i compiti ogni giorno anche contro voglia, a svegliarci tutte le mattine per andare sempre nello stesso luogo con le stesse persone, a rimanerci sempre dentro fino a che non suona la campana e a studiare quello che dicono loro, senza stimolarci e chiederci cosa realmente ci piace fare e spronarci a farlo!
Ci educano a stare composti e ad avere paura di proporci, ad avere paura di sbagliare. L’errore è un male e tu devi evitarlo a tutti i costi.
Ci inducono a pensare che studiare significa soffrire, e per questo pensiamo ci faccia schifo.
Ci inducono a non decidere nulla e a fare ciò che fanno tutti, perché è giusto così, illudendoci che quella sia una vita impossibile, che quelli siano i momenti più brutti, che quelli sono gli anni obbligatori dopo i quali verrà la vita che finalmente vogliamo vivere.
Nessuno ci dice invece che quelli sono gli anni più facili, proprio perché schematici, programmati e già decisi per noi dagli altri.
Ed è questo il problema. Le scelte sono sempre prese dagli altri e mai da noi, e i genitori spesso ci inducono a scegliere strade necessarie per rimandare quelle scelte e spostarle in avanti.
“Se non sai cosa ti piace, Fai lo scientifico, così hai una preparazione più generica e potrai prenderti altri 5 anni per pensarci e decidere con più calma”.
Poi devi scegliere l’università, iniziando a pensare concretamente a cosa vuoi farne della tua vita, e ti viene detto:”intanto studia, poi al lavoro ci pensi”… come se invece di avere UNA VITA ne avessimo tante, diverse e brevi.
Tutti ci consigliano di “lasciare più porte aperte”, le stesse “porte aperte” che uccidono la nostra capacità di pensiero e di scelta, convincendoci che sbagliare non serva e tra l’altro non è neanche consentito.
Le stesse “porte aperte” che ci portano ad andare timidamente e a piccoli passi in tante direzioni diverse e spesso anche contrastanti tra loro, senza avere mai il coraggio di spingere con forza e decisione in una direzione specifica, e senza mai avere la possibilità di diventare i migliori in quello che si fa.
Vedete, la verità è che nessuno ci dice che la cosa realmente difficile, non è la routine, l’abitudine o la quotidianità, ma è trovarci soli a tu per tu con noi stessi, con il nulla davanti a decidere da soli, senza sicurezze, senza certezze e senza la vera libertà di fare come ci pare.
Siamo in crisi perché non siamo abituati a pensare e a decidere in modo libero, ma siamo abituati ad avere certezze, scelte pre-confezionate create da alti e preferiamo fare sempre le stesse identiche cose, sempre allo stesso modo, così come le fanno tutti, piuttosto che provare a fare diversamente affinché le cose cambino davvero.
Tutti provano a venderci la sicurezza, ma in realtà la cosa meno certa che esiste per noi è proprio il nostro futuro. A questo punto, creiamocelo da soli
*Co-fondatore di Appunti Condivisi – Specifici per la Tua Università, Facoltà e Corso di Studi.