Regionali Sicilia: Filippo Privitera, primo dei non eletti nel collegio di Catania nella lista “Popolari e autonomisti”, ha presentato ricorso al Tar rivendicando l’attribuzione del seggio a danno di 7 eletti sprovvisti di autodichiarazione sulla legge Severino
di Salvo Messina
Proclamati gli eletti all’Assemblea regionale siciliana, in attesa della prima seduta d’Aula della XXVII legislatura che si sposta nei Tribunali amministrativi la questione del mancato riferimento alla legge Severino sull’incandidabilità nei moduli destinati ai candidati delle regionali siciliane.
A porre la spinosa questione è Filippo Privitera, primo dei non eletti nel collegio di Catania nella lista “Popolari e autonomisti”, che ha presentato ricorso al Tar rivendicando l’attribuzione del seggio a danno di 7 eletti sprovvisti di autodichiarazione sulla legge Severino.
A tremare, in questo caso, sono parlamentari eletti in vari schieramenti. Primi fra tutti i pentastellati Gianina Ciancio, Angela Foti, Francesco Cappello e Jose Marano, ma anche il neoassessore Marco Falcone e Alfio Papale eletti nelle liste di Forza Italia e Giuseppe Zitelli, proclamato parlamentare regionale della lista “DiventeràBellissima” diretta emanazione del presidente Musumeci.
Se il Tar dovesse dare ragione a Privitera e questo pronunciamento dovesse essere confermato dal Consiglio di giustizia amministrativa, ci sarebbe un vero e proprio terremoto che cambierebbe la “geografia” del parlamento neoeletto poiché ci sarebbero casi analoghi in tutte e nove le province in cui si è votato e i candidati che potrebbero risultare esclusi sarebbero numerosi.
Intanto, il neo presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ha varato la giunta, lasciando fuori i leghisti che non l’hanno presa bene. Del nuovo governo regionale fanno parte Gaetano Armao (Forza Italia) all’Economia e vice presidente; l’avvocato Marco Falcone (Forza Italia) alle Infrastrutture e Mobilità; l’agronomo Edgardo Bandiera (Forza Italia) all’Agricoltura; l’avvocato Bernadette Grasso (Forza Italia) alle Autonomie locali e Funzione pubblica; l’avvocato Toto Cordaro (Popolari e Autonomisti) al Territorio e Ambiente; il professore Roberto Lagalla (Popolari e Autonomisti) all’Istruzione e Formazione professionale; la farmacista Mariella Ippolito (Popolari e Autonomisti) alla Famiglia, Politiche sociali e Lavoro; l’avvocato Mimmo Turano (Udc) alle Attività produttive; il sociologo Vincenzo Figuccia (Udc) all’Energia e Servizi di pubblica utilità; il colonnello Sandro Pappalardo (Fratelli d’Italia) al Turismo, Sport e Spettacolo, l’avvocato Ruggero Razza (Diventerà Bellissima) alla Salute e “dulcis in fundo” Vittorio Sgarbi (ai Beni culturali e identità siciliana) che ha disertato la foto di rito in Sala Alessi con il presidente della Regione e con gli altri componenti della giunta dove le donne sono appena due.
La prima grana da risolvere per il nuovo esecutivo regionale è l’emergenza delle discariche e la gestione dei rifiuti, un problema che è stato ereditato dal precedente governo Crocetta, di difficile soluzione.