CORONAVIRUS: I DATI SULLA MORTALITA’
Coronavirus COVID-19: un’emergenza che, secondo gli ultimi aggiornamenti dell’OMS, conta oltre 75.000 casi notificati, con i decessi pari a 2.233 unità, secondo la fonte ANSA del 21 Febbraio scorso. Una vera e propria pandemia che, se non è prevedibile nella sua evoluzione, spinge la comunità scientifica a interrogarsi sulle terapie risolutive e sulla prevenzione di infezioni future.
Ne abbiamo parlato con la Dottoressa Chiara Iaria, Membro del consiglio direttivo nazionale SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali) cercando di fare il punto sulla reale situazione emergenziale e sull’identificazione e trattamento del virus più noto e temuto degli ultimi tempi. CORONAVIRUS: I SINTOMI CLINICI
CORONAVIRUS: I SINTOMI CLINICI
Quali sono i sintomi del Coronavirus che permettono la sua identificazione?
“Innanzitutto il Coronavirus è un virus ad RNA rivestito di una membrana glicoproteica da cui emergono delle protuberanze che lo fanno assomigliare a una corona, come è ben visibile al microscopio elettronico – apre la Dottoressa Iaria – La caratteristica di questo Coronavirus è che non era nota la sua patogenicità per l’uomo, fino ai casi di cronaca, infatti la medicina lo conosce come patogeno per gli animali. I sintomi tipici dell’infezione da questo Coronavirus variano dalla febbre alla tosse, simulando una banale influenza, fino alle crisi respiratorie e ai decessi”.
CORONAVIRUS: LA POPOLAZIONE BERSAGLIO
Quali sono le aree geografiche colpite e la popolazione a rischio?
“L’epidemia è partita dalla Cina e più precisamente da Wuhan, città dove è presente un commercio di animali selvatici e frutti di mare, ma i casi si sono diffusi in Europa, benchè essi sono contenuti, e la popolazione deve essere rassicurata, ma non possiamo dire di non preoccuparsi del tutto. Rispetto alla popolazione a rischio sono più colpiti gli over50, o le persone con patologie come cardiopatie o con scarse difese immunitarie, mentre meno interessati risultano i bambini”.
CORONAVIRUS: QUALI RISCHI?
Quali rischi effettivi la popolazione corre?
“Non possiamo negare che il rischio di mortalità o di gravi crisi respiratorie esista. Dobbiamo tuttavia considerare che il trend delle nuove infezioni ha subito un’inflessione e che sembra che i nuovi casi siano in diminuzione in Cina, mentre in Italia si assiste a sedici nuovi casi diagnosticati nella sola giornata del 21 Febbraio”.
CORONAVIRUS: QUALI TERAPIE E QUALI GLI INTERVENTI DI URGENZA?
Quali sono le terapie più efficaci e quali gli interventi in emergenza?
“Il virus è diffusivo, e al momento non esiste un trattamento specifico. Innanzitutto, è necessario, per chi è stato in zone colpite come la Cina, avvisare il medico curante, in presenza di sintomi quali febbre, senza recarsi al Pronto Soccorso; sarà poi il medico curante a valutare se contattare il 118. In presenza di un caso sospetto deve essere poi attivata la quarantena per quattordici giorni, effettuando tutti i tests virologici. Al momento esistono farmaci in sperimentazione per la cura del Coronavirus, come l’interferone, che agisce sul sistema immunitario, o farmaci già utilizzati per la cura dell’HIV, ma la ricerca avanza con la scoperta anche di farmaci in vitro, con la speranza di trovare un vaccino, in futuro, o un farmaco salvavita, che blocchi la replicazione virale. Esistono anche sperimentazioni sui pazienti malati con nuovi farmaci, per esempio il fapilavir appena approvato da FDA e il remdesivir, quest’ultimo utilizzato in passato anche per la cura del virus Ebola in Africa. E’ inoltre necessario che il paziente venga ricoverato nei reparti di malattie infettive, provvisti di camere a pressione negativa, dove è possibile l’isolamento respiratorio, reparti presenti anche in Sicilia”.