Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Abusi sugli anziani: una vergogna nazionale da combattere

In Italia un anziano su tre è vittima di abusi e gli anziani maltrattati sono quasi 3 milioni, stando alle stime della Società Italiana di gerontologia e geriatria.

di CNDDU

Il Coordinamento nazionale dei docenti della disciplina dei diritti umani, in occasione della Giornata mondiale sulla consapevolezza degli abusi sulle persone anziane, che si celebra il 15 giugno, intende richiamare l’attenzione di ciascuno sulla crescita esponenziale delle violenze perpetrate ai danni degli anziani.
La giornata è stata istituita nel 2006 dalla Rete internazionale per la prevenzione degli abusi sugli anziani (INPEA) e, successivamente, nel 2011, ufficialmente riconosciuta anche dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con risoluzione A / RES / 66/127.

Il ruolo fondamentale degli anziani

Il ruolo degli anziani è fondamentale per il mantenimento di una società sana.
I loro diritti umani sono garantiti dall’art. 2 della Costituzione (principio fondamentale dell’inviolabilità dei diritti dell’uomo) e dall’art. 25 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (diritto degli anziani di condurre una vita dignitosa e indipendente e di partecipare alla vita sociale e culturale).
Sono memoria storica vivente, fonte inesauribile di conoscenza e saggezza utile sia per la famiglia che per l’intera comunità, talvolta anche garanti dell’unità familiare e del sostentamento economico di figli e nipoti, nonché principale sostegno alla carriera dei figli-genitori.

Si allunga ancora la vita media

Secondo i dati OCSE, oggi ci sono oltre 900 milioni di persone nel mondo di età superiore ai 60 anni, che, secondo il trend di invecchiamento della popolazione legato al calo delle nascite e all’allungamento della vita media, entro il 2050 dovrebbero salire a 2,4 miliardi.
L’incremento della popolazione anziana richiede maggiori protezione e cura di una categoria molto debole.
Noi italiani, con il 7,5% della popolazione ottagenuaria, siamo una delle popolazioni più longeve, secondi solo ai giapponesi; eppure secondo le stime della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg), un anziano su tre è vittima di abusi: 2,9 milioni sono gli anziani maltrattati psicologicamente, 600.000 quelli che subiscono truffe finanziarie, 400.000 le vittime di violenze fisiche, 100.000 gli ‘over 65’ oggetto di abusi sessuali.

Abusi e violenze di ogni genere

Truffe, minacce, percosse, maltrattamenti, umiliazioni, abbandono, trascuratezza, atteggiamenti aggressivi, inadeguata assistenza infermieristica, l’abuso sugli anziani si può manifestare attraverso svariate maniere, compresa la mancanza di attenzioni appropriate, il cui esito può comportare danno o disagio e che, purtroppo, non trova ancora una specifica definizione in un’apposita fattispecie delittuosa.
Le cause della peggiorata condizione degli anziani come soggetti deboli della società sono determinate da diverse ragioni.
Secondo il progetto europeo pilota sulla prevenzione degli abusi agli anziani denominato “Quadro europeo di riferimento on-line per la prevenzione dell’abuso e dell’abbandono degli anziani” , le cause delle violenze sono da individuarsi nell’aumento della dipendenza da assistenza e cura o dal supporto economico, fisico o emotivo, e nell’isolamento sociale.

Tra vulnerabilità personale e Coronavirus

In una epoca in cui la famiglia vive la sua crisi peggiore, costretta a frammentarsi a causa di esigenze lavorative e a non prendersi cura degli anziani, questi vengono lasciati soli o, se non autosufficienti, affidati alle cure delle strutture di assistenza.
Anche la pandemia ha messo in luce la vulnerabilità di tale parte di popolazione, la quale ha patito inenarrabili sofferenze determinate dall’impossibilità / incapacità di mettersi in salvo, specie se ricoverati presso le RSA o le case di cura a lungo termine con altri degenti affetti da covid-19, e all’insufficienza delle dotazioni tecniche delle strutture ospedaliere impegnate nell’emergenza.
Una simile inadeguatezza di mezzi talvolta ha costretto i medici ad erogare una sanità selettiva: ossia la distinzione tra chi ha il diritto di vivere e di ricevere cure medice e chi no.

Vittime della pandemia: un tesoro perduto

I dati generali della pandemia in Italia che riguardano gli anziani sono impressionanti: secondo l’Istituto superioee della sanità, su un totale di oltre 34000 decessi, l’età media dei pazienti deceduti e positivi è di 81 anni e la maggior parte dei decessi (il 42.2%), si è avuta nella fascia di età tra 80 e 89 anni.
Una perdita inestimabile per la nostra società.
Gli anziani sono un patrimonio prezioso e vanno tutelati, con standard di protezione più elevati, e valorizzati dalle giovani generazioni per evitare che la vecchiaia diventi uno stato di mera sopravvivenza senza scopi, né stimoli né apprezzamenti.

Ancor più, però, riteniamo che occorra recuperare il valore delle relazioni tra generazioni per ridare vita e significato agli anni di longevità dei nostri anziani.
Nel dire “i nostri anziani” non vogliamo riferirci solo ai familiari ma a tutti gli anziani. Un bambino che vede un anziano, indipendentemente dalla parantela, lo chiama “nonno” sin da subito. Facciamolo anche noi, ritroviamo quella tenerezza, familiarità e umanità che, inavvertitamente, perdiamo strada facendo.

Educhiamo i nostri giovani al rispetto degli anziani

Il CNDDU, al fine di riavvalorare e promuovere il ruolo attivo degli anziani nella nostra società, propone a tutti i docenti di ogni ordine e grado di progettare per il prossimo anno scolastico azioni educative interdisciplinari che prevedano la partecipazione degli anziani delle comunità locali.
Riteniamo urgente, visto il trend delle nascite e dei matrimoni, valorizzare con opportuni interventi finanziari da parte del Governo il ruolo dei nonni, in quanto le prospettive non sono rosee: senza un provvedimento correttivo, a nostro avviso, si rischia di veder scomparire nei prossimi vent’anni tali figure parentali.

#nonnononseisolo

Per riequilibrare situazioni familiari caratterizzate da forte disagio, soprattutto a causa dell’endemica mancanza di strutture adeguate nel meridione, si chiede di poter rimediare all’iniqua, da tutti i punti di vista, condizione dei docenti fuori sede e dei precari, i quali, tra le tante difficoltà economiche incontrate per vivere a migliaia di chilometri da casa, non possono farsi carico dell’assistenza ai propri genitori, né in prima persona, a causa della lontananza, né affidata a terzi, a causa della decurtazione del proprio potere d’acquisto. Gli anziani devono essere abbandonati?
Per la giornata lanciamo l’hashtag #nonnononseisolo, per farlo arrivare a tutti i nonni/anziani d’Italia, con un sentimento di vicinanza e affetto.
*Prof.ssa Veronica Radici, CNDDU

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