Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Andiamo verso la desertificazione, bisogna invertire la rotta

"Se continuiamo a produrre e consumare come al solito, manterremo la capacità del pianeta di sostenere la vita fino a quando non rimarranno nient'altro che scarti

di CNDDU

Ricorre oggi, 17 giugno, la Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità promossa dalla Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD).
Istituita dalle Nazioni Unite nel 1995, onde sensibilizzare l’opinione pubblica in materia di cooperazione internazionale, al fine di combattere la desertificazione e gli effetti della siccità, rappresenta, quindi, l’occasione più appropriata per riflettere sull’esigenza di conservare la biodiversità e quindi l’umidità e la produttività della terra.

Ogni anno si perde terreno fertile

Secondo gli studi sul fenomeno (CNR, Science policy Interface, organo di esperti della Convenzione per la Lotta alla Desertificazione) circa 12 milioni di ettari di terreno coltivabile sono persi ogni anno a causa dell’aridità e semi-aridità dei terreni; la regione più esposta in Italia è la Sicilia, con il 70% dei terreni fertili in pericolo. Vi è un rischio reale per più del 20% delle nostre coltivazioni; 11 Stati membri dell’Unione Europea presesentano problemi analoghi. La zona più esposta a tale flagello è, nel 2020, localizzata a sud del Sahara; con gravi conseguenze sui fenomeni migratori e la povertà alimentare.

3 miliardi di persone coinvolte

In sintesi, l’effetto della perdita di fertilità dei terreni ha coinvolto circa 3 miliardi di persone al mondo nel 2019. Ma chi sono i nostri antagonisti in questa battaglia? Il primario nemico sono i cambiamenti climatici, ma sono concause anche l’incontrollato sfruttamento delle risorse, l’agricoltura intensiva con uso di pesticidi, la deforestazione, incendi e urbanizzazione non sostenibile. Dopo l’emergenza per il Covid-19, tutti i popoli hanno preso coscienza della vulnerabilità della nostra vita e dell’esigenza di adattare la nostra quotidianità ad un nuovo rapporto con la natura.

Ma cosa possiamo fare?

Alla politica spetta l’adozione di scelte economiche tese alla realizzazione dei fondamentali interessi dei cittadini: vita, salute, ambiente salubre e sviluppo sostenibile sia a livello nazionale che locale. Ad ognuno di noi spetta l’adozione delle buone pratiche ambientali, tra le quali ci limitiamo a richiamare la piantumazione di alberi e piante per arginare l’impoverimento organico del terreno intorno a noi. Concludiamo con il monito del Segretario esecutivo della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione Ibrahim Thiaw: “Se continuiamo a produrre e consumare come al solito, manterremo la capacità del pianeta di sostenere la vita fino a quando non rimarranno nient’altro che scarti. Dobbiamo tutti fare una scelta migliore su ciò che mangiamo e ciò che indossiamo per aiutare a proteggere e ripristinare la terra “.
Prof.ssa Veronica Radici – CNDDU

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