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Il Festival delle Letterature migranti, a Palermo dal 21 al 25 ottobre

Dal 21 al 25 Ottobre la sesta edizione del Festival delle Letterature migranti dal titolo "Oasi e deserti". A Palermo in presenza e online

di Redazione

Torna dal 21 al 25 ottobre a Palermo il Festival delle Letterature migranti, manifestazione che dal 2015 promuove e diffonde l’incontro tra culture, adottando le migrazioni – narrative, geografiche, fisiche – come criterio interpretativo del contemporaneo, in una città, Palermo, tradizionalmente aperta a costanti fenomeni di métissage. Anche per il 2020 il Festival organizza quindi – non solo in luoghi fisici di Palermo, ma anche online – cinque giorni di incontri con gli autori, dibattiti, riflessioni, mostre e spettacoli sul tema Oasi e deserti

Il tema scelto per la VI edizione vuole concentrarsi sulle mutazioni del contemporaneo, dal punto di vista delle narrazioni, del cambiamento climatico e del dialogo tra popoli e culture. I deserti di cui si parla sono quindi quelli prodotti dal flusso ininterrotto di una comunicazione incapace di portare con sé consapevolezza, mentre le oasi di coscienza e riflessione sono sempre meno e più distanti tra loro; sono anche l’effetto reale e tangibile della desertificazione, in opposizione ai grandi centri urbani che sono tutt’altro che oasi; sono infine luoghi di confine e di dialogo delle migrazioni di un tempo, quando le oasi erano scenari di incontro e contaminazione tra popoli e culture, veri e propri centri di produzione culturale. Nel vuoto di conoscenza e di memoria che si è prodotto nelle nostre società, le Letterature ci consentono un tempo differente: parlare di “oasi e deserti” significa parlare del nostro passato e del nostro futuro, per capire dove stiamo andando e come si modifica il sapere.

Per l’edizione 2020 il Festival ha costruito un’edizione ibrida, con eventi in presenza e un palinsesto dedicato di incontri online. Gli incontri in presenza rispetteranno tutte le direttive dettate dall’emergenza sanitaria e si terranno in una location d’eccezione: la Sala dei 99 di Palazzo Branciforte a Palermo, ristrutturato da Gae Aulenti. Sede della Fondazione Sicilia e della sua straordinaria collezione, il palazzo si trova nel centro esatto della città, e diventerà anche per il Festival un cuore pulsante: ospiterà infatti gli incontri in presenza e quelli ibridi con interventi di ospiti in collegamento, e vi saranno anche proiettati gli incontri digitali del palinsesto online, organizzato con l’obiettivo di permettere la partecipazione di autori da tutto il mondo e la fruizione in remoto degli eventi a un pubblico più vasto. Tutti gli incontri, inoltre, verranno trasmessi in live streaming e messi a disposizione sul sito e sui canali social di FLM, dove saranno affiancati da una gallery di podcast e video on demand. A partire dal suo centro a Palazzo Branciforte, il Festival tocca comunque tanti luoghi della città: sarà possibile ascoltarlo da librerie, scuole e centri aggregativi, per rimanere – anche in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo – a contatto diretto con la città, dal centro alle periferie. 

“Quest’anno il Festival – dice il sindaco Leoluca Orlando -riceve come premio la Medaglia del Presidente della Repubblica Mattarella. E’ un festival che fa parte della storia culturale di Palermo, una città che ha scelto la mobilità internazionale come diritto umano inviolabile che si collega alla più ampia mobilità di culture, lingue, espressioni artistiche. La presenza di tanti autori internazionali è la dimostrazione di come Palermo rappresenti un punto di riferimento per chi crede in una identità che non è appartenenza al territorio ma è un atto supremo di libertà”. “Oasi e deserti ragiona della rivoluzione digitale come dei cambiamenti climatici, evoca le oasi e gli incontri di un tempo tra voci ed esperienze differenti. E questa pandemia – dice il direttore artistico di FLM Davide Camarrone – rischia di desertificare emotivamente, culturalmente ed anche giurificamente le nostre comunità. Il nostro Festival è uno strumento di riflessione letteraria sul Contemporaneo: ragioniamo sul programma per farne un canone, una buona griglia interpretativa. Guardiamo alle migrazioni non come a fenomeni o processi bensì come ad un criterio interpretativo generale del nostro tempo”. “Abbiamo fortemente voluto confermare il Festival in questo anno così complicato – aggiunge l’assessore Mario Zito – Sicuramente queste giornate di riflessione ci aiuteranno a guardare la realtà che ci circonda in una prospettiva proiettata verso il futuro”.   

Il programma di Oasi e Deserti, tra online e offline

Abraham B. Yehoshua sarà protagonista di una lectio online, organizzata in collaborazione con il Festival delle Filosofie di Palermo e intitolata Cum-finis; un contributo online anche da Kader Abdolah, a partire dal suo ultimo libro Il sentiero delle babbucce gialle (Iperborea); ancora da Israele Dror Mishani, conosciuto a livello internazionale grazie ai suoi romanzi gialli con protagonista l’ispettore Avi Avraham, che presenterà Tre (E/O); anche Sahar Mustafah, figlia di palestinesi emigrati negli Stati Uniti che, scrivendo, esplora le sue radici e la sua eredità culturale, racconterà online La tua bellezza (marcos y marcos).

Saranno presenti a Palermo, poi, Suad Amiry, architetto e scrittrice palestinese che ha vissuto in Siria, Giordania, Libano, Egitto, Stati Uniti e Scozia, a partire dal suo ultimo libro Storia di un abito inglese e di una mucca ebrea (Mondadori);  il giornalista olandese Oliver Van Beemen, che con Heineken in Africa (add Editore) svela la miniera d’oro della multinazionale europea nel continente africano; Pietro Folena, con Servirsi del popolo (La nave di Teseo); Gabriella Kuruvilla, con Maneggiare con cura (Morellini editore); Pietro Leveratto, con Il silenzio alla fine (Sellerio) e Sara Rattaro, che incontrerà i ragazzi di scuola primaria e secondaria e di alcuni centri educativi della città a partire da tre dei suoi ultimi libri,  Il cacciatore di sogni, La formula segreta e Il fantasma di un genio del Novecento  (Mondadori). Contribuiranno in collegamento video anche: la scrittrice di origine georgiana – ma palermitana d’adozione – Ruska Jorjoliani con Tre vivi tre morti (Voland), Veit Heinechen, che con Borderless (e/o) parte dalla sua Trieste per esplorare il crimine di tutta Europa; lo scrittore e giornalista nigeriano Emmanuel Iduma, con Lo sguardo di uno sconosciuto (Brioschi); Marco Aime, con Pensare altrimenti. Antropologia in 10 parole (add editore); Giulio Guidorizzi con il suo racconto straordinario dedicato alla figura di Enea a partire da Enea lo straniero (Einaudi); Francesco Foti, con Alexandria Ocasio Cortez, La giovane favolosa (People); Giorgio Fontana, a partire da Prima di noi (Sellerio); Domenico Quirico, con un incontro a partire da Morte di un ragazzo italiano (Neri Pozza); Paolo Di Stefano, con Noi (Bompiani); Franco Forte, con La bambina e il nazista (Mondadori); Carlo Greppi, con La storia ci salverà. Una dichiarazione d’amore (Utet); Igiaba Scego, con La linea del colore (Bompiani); Massimo Carlotto, con La signora del martedì (e/o);  Daniela Padoan, con Niente di questo mondo ci risulta indifferente (edizioni Interno 4); Maria Rosa Cutrufelli, con L’isola delle madri (Mondadori); Luca Mercalli, con Salire in montagna (Einaudi); Antonio Di Grado con una lectio su Leda Rafanelli; Maura Gancitano, Simone Regazzoni e Andrea Colamedici per una tavola rotonda online, organizzata in collaborazione con la Scuola Holden e dedicata alla filosofia antica.

Le sezioni speciali si interrogano sulla transizione al digitale

Questa edizione ibrida vuole estendere la riflessione sulla transizione alla digitalizzazione anche alle sezioni speciali del Festival dedicate a Teatro, Arti Visive, Musica e Audiovisivo.

Camera di sorveglianza è il titolo della sezione dedicata al Teatro, curata da Giuseppe Cutino, che si confronterà con l’interrogativo centrale di questo 2020: come coniugare la forma d’arte dello spettacolo dal vivo, che ha come protagonista imprescindibile il pubblico presente, col momento storico in cui il virtuale diventa dominante? È possibile cercare di riproporre il teatro sul web o attraverso la televisione o il cinema pensando la ripresa non come testimonianza ma come necessità drammaturgica? Importanti registi italiani – tra i quali Emma DantePierpaolo SepeFabrizio Arcuri – racconteranno, con un contributo video, come stanno affrontando questa migrazione del pensiero creativo e come immaginano il loro lavoro nel futuro prossimo.

Per la sezione Arti Visive, curata da Agata Polizzi in condivisione con la Fondazione Merz di Torino e intitolata Clausure, è stato chiesto agli artisti Francesco De Grandi e Michele Guido di mettere a disposizione del pubblico un archivio emozionale delle loro creazioni realizzate durante il confinamento: si tratta di immagini, scritti, disegni, pensieri nati da un’osservazione quasi scientifica della generazione creativa di quel periodo. Gli artisti si confronteranno direttamente con il pubblico grazie a incontri intimi, una sorta di “speakeasy”, che diventeranno occasione di scambio e ulteriore ricerca. Il fine ultimo del progetto è che tutte queste esperienze (artistiche e di confronto) confluiscano in una pubblicazione, un vero e proprio diario di viaggio.

Elettronica è il titolo della sezione musicale, a cura di Dario Oliveri, che avrà la forma di un juke-box reinventato: dodici artisti/performer di diversa esperienza e formazione firmeranno brani inediti della durata di 3-4 minuti ciascuno (corrispondenti alle facciate A e B di un 45 giri). Tra gli autori che parteciperanno al progetto si segnalano Marco Betta, Carlo Boccadoro, Roberto Cacciapaglia, Gianni Gebbia, Giulia Tagliavia.

La sezione dedicata all’Audiovisivo, a cura di Andrea Inzerillo, si intitola Pornografie e vuole approfondire alcune conseguenze del confinamento: la perdita dell’esperienza ha confinato tutti al ruolo di spettatori di esperienze altrui, la riduzione dell’incontro con l’altro ha improvvisamente trasformato la vita in un piccolo o grande peep-show, la grammatica delle emozioni e la percezione di sé e degli altri come ne hanno risentito?

Da queste riflessioni si articola in tre parti il programma audiovisivo intitolato Peephole: un progetto di narrazione corale del lockdown realizzato (da casa) dagli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia; la proiezione di un film recente di Cédric Venail, che apre alla dimensione più esplicita della sessualità e del desiderio; una tavola rotonda, a distanza, su limite e superamento del limite nello sguardo cinematografico attraverso l’esplorazione della pornografia.

Tornano anche gli incontri della sezione Lost and (Found) in translation, dedicata al valore e alla funzione della traduzione e della mediazione culturale. Una serie di incontri, tra i tanti, saranno dedicati a come tradurre la Cina, l’Africa, il mondo Arabo. Sarà organizzato anche un “translation slam”, una sfida di traduzione dall’inglese, tra studenti di due licei cittadini.                                                                                                 

Il programma completo degli incontri è disponibile sul sito www.festivaletteraturemigranti.itPartecipazione in presenza solo con prenotazione, sempre attraverso il sito.

Tutti i luoghi di FLM20

A partire dal suo “cuore” a Palazzo Branciforte, il Festival toccherà tanti luoghi: sarà possibile seguirlo da librerie e centri aggregativi.  Una rete diffusa a cui si potrà aderire anche nei prossimi giorni, attraverso un apposito form aperto sul sito www.festivaletteraturemigranti.it.  

Da venerdì 23, saranno sintonizzate  con gli incontri online del Festival, tutte le librerie aderenti ad Ali Confcommercio Palermo, l’associazione dei librai presieduta da Nicola Macaione, che già nei prossimi giorni allestiranno anche vetrine tematiche con i testi degli autori presenti al Festival sia nei punti vendita in città che in provincia, condividendo gli incontri in programma pure sui propri canali social. 

“Oasi” in presenza del Festival con gli incontri dedicati a Sara Roccaro e alla letteratura per ragazzi in programma nelle giornate iniziali, saranno anche alcune scuole come l’Istituto comprensivo Perez Calcutta  e la Amari – Roncalli- Ferrara nel quartiere Oreto Stazione e alcuni centri aggregativi giovanili con cui negli anni il Festival ha creato e rafforzato rapporti di collaborazione: il Centro Tau alla Zisa e il Centro Zen Insieme. A Brancaccio, invece, aprirà le porte  la Casa Museo del Beato Giuseppe Puglisi per l’incontro dei ragazzi del Centro Padre Nostro con la scrittrice Grabriella Kuruvilla. 

Saranno trasmessi online, invece, nei licei classici Cannizzaro, Meli Vittorio Emanuele II e al liceo scientifico Galileo Galilei, sia per i ragazzi in presenza che per quelli in Dad, le lezioni sulle migrazioni di ieri e di oggi realizzate da alcuni professori dell’Università di Palermo in collaborazione con il Centro Interdipartimentale Migrare dell’Università di Palermo. Il link sarà inoltre messo a disposizione di tutti gli istituti che ne faranno richiesta, sempre attraverso il sito del Festival. Tre gli incontri in programma: giovedì 22 alle 9, l’intervento di Gabriella D’Agostino “Il paradigma della mobilità nelle esperienze migratorie”; alle 11, invece, “Periferie urbane tra oasi e deserti: migranti nuovi nomadi della contemporaneità” con Francesco Lo Piccolo e Fabio Lo Verde; mentre venerdì 23 ottobre il professore Giusto Picone con la relazione dal titolo “Hostis. Esuli, profughi e migranti nell’antichità grecolatina e nella contemporaneità”. 

All’Educandato Maria Adelaide, giovedì 22 alle 15, si svolgerà la gara di traduzione, ormai appuntamento fisso del Festival e del programma STRADE, dedicata quest’anno a Patrick Ness. Con Maria Laura CapobiancoFrancesco CarusoRossella TramontanoGiuseppe Iacobaci e Patrick Ness.

Infine, gli appuntamenti all’interno di ville della città: il primo a Villa Trabia, il 21 ottobre a partire dalle 16,30 con gli artisti Francesco De Grandi e Michele Guido per il progetto della sezione Arti Visive e l’inaugurazione del Festival; e l’altro, domenica 25 ottobre alle 12, a Villa Filippina con il monologo “Also Sprach” di Giuseppe Ippolito con Preziosa Salatino, una produzione del Teatro Atlante di Palermo in collaborazione con il Festival delle Filosofie.

Il Festival delle Letterature Migranti (FLM) è promosso dall’associazione Festival delle Letterature migranti per la casa delle Letterature d’intesa con l’amministrazione comunale e la Consulta alle Culture di Palermo in collaborazione con Fondazione Unesco, Fondazione Sicilia, Università degli studi Palermo, Fondazione Federico II, Ars – Assemblea regionale siciliana, Assessorato Turismo sport e spettacolo, Ersu, Dipartimento di Scienze Umanistiche, Assessorato ai beni culturali e all’Identità siciliana, Museo archeologico A. Salinas, Fondazione Merz, Strade – sindacato dei traduttori editoriali, Coop allenza 3.0,  Scuola Holden, Fondazione Buttitta, Teatro Biondo, Csc – centro sperimentale di cinematografia, Conservatorio Alessandro Scarlatti, Arci, Ali Palermo, Cidi, Teatro Massimo, Libera, e numerose altre istituzioni pubbliche e private.

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