Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Il concorso scuola straordinario in pieno Covid. Niente di più opportuno…

Dopo anni e anni di concorsi bloccati, precariato, disagi a non finire, disoccupazione, famiglie smembrate, il Governo indice il concorso scuola straordinario. Una mega macchina concorsuale che coinvolge migliaia e migliaia di insegnanti, organizzata in piena emergenza Covid. Ne parliamo con Antonio Ferrante, presidente della direzione regionale del Partito Democratico Siciliano

di Patrizia Romano

Il MIUR ha indetto il concorso scuola straordinario che dà il via alle selezioni per l’immissione in ruolo di docenti precari, con 3 anni di servizio, per gli anni scolastici 2020/2021, 2021/2022, 2022/2023. La procedura concorsuale, per titoli ed esami, è bandita sia per posti comuni che di sostegno, a livello nazionale ed organizzata su base regionale. I posti a bando sono suddivisi per regione, tipologia di posto e classe di concorso.

Finalmente, si pensa alla sistemazione di questa martoriata categoria eternamente precaria, quale è sempre stata quella degli insegnanti?

In tempi di Covid niente è più così. Una vita intera che gli insegnanti vivono la condizione di precari. Proprio adesso, in pieno Covid, gli si fa il concorso scuola straordinario. Così, non solo si mette a rischio la loro carriera, la vita privata, l’esistenza e quant’altro, già da sempre messi a dura prova, ma mettiamo a rischio pure la loro vita.

Perché tutto questo? Quali i rischi maggiori? Cosa potrebbe succedere e cosa succederà realmente?
Ne parliamo con Antonio Ferrante, presidente della direzione regionale del Partito Democratico Siciliano

Quali rischi?

Il concorso è realmente un rischio?

Proprio qualche giorno fa, il Ministro Speranza ha invitato a limitare all’essenziale gli spostamenti interni e, parallelamente, leggiamo che il governo starebbe preparando il terzo decreto in pochi giorni visto l’aumento esponenziale dei contagi. Se ci aggiungiamo le richieste di alcune regioni di prevedere forme di coprifuoco e il ritorno, per alcuni comuni, alle zone rosse direi senza alcun dubbio che fare spostare 65000 persone in giro per l’Italia, anche in comuni raggiungibili solo con più mezzi di trasporto, sia decisamente un rischio. Il tutto spalmato in venticinque giorni, fatto che a mio parere renderebbe ancora più complessa la tracciabilità in caso di situazioni a rischio. 

I sindacati dicono NO

Il concorso scuola straordinario è stato oggetto di forti critiche pure da parte di tutti i sindacati. Questi ultimi, infatti affermano che il concorso straordinario “illude i docenti”.
Perché si parla in maniera così dura di illusione per i docenti?

L’espressione si riferisce ad una questione relativa ai criteri di ripartizione delle cattedre tra nord e sud e all’esiguità di posti banditi rispetto all’effettiva e urgente necessità di organico in tutta Italia, ma su questo, credo siano in corso dispute legali sulle quali non ritengo corretto esprimermi non avendo piena contezza delle carte

Niente prova suppletiva

Polemiche, in queste settimane, sull’assenza della prova suppletiva. Una prova, pronta ad entrare in gioco per quanti non potranno partecipare a causa di quarantena o sintomi riconducibili al COVID.

In circostanze normali non è pensabile predisporre prove suppletive per chi non può sostenere una prova concorsuale, ma qui parliamo di una situazione tanto straordinaria quanto drammatica: mi chiedo come spiegare ad un docente precario che finisce in quarantena, o addirittura si ammala di Covid facendo il proprio dovere in classe, che non potrà sostenere la prova per la quale attende da anni perchè ammalatosi per colmare un vuoto di organico. In questo senso il mio partito ha spinto fino all’ultimo perché al danno della malattia o dell’isolamento non si aggiungesse anche la beffa dell’esclusione.

Precludere opportunità

Perché niente prova suppletiva? Perché eliminarla? Non significa precludere un’opportunità per tutti coloro che non possono partecipare per cause esterne e lontane alla propria volontà al concorso scuola straordinario?

La Ministra Azzolina ha riportato un parere della funzione pubblica relativa a test di ingresso universitari, qui la situazione è purtroppo ben diversa. Lo ripeto, parliamo di docenti che si ammalano o vengono messi in quaratena perchè impegnati in classe a colmare vuoti di organico e che, come premio, potrebbero trovarsi disoccupati l’anno prossimo. Viviamo tempi in cui, per combattere l’epidemia e salvare l’economia del Paese, abbiamo limitato libertà personali e sforato ogni regola economica. Proprio non capisco perché questo concorso sembra concepito come fuori dal  mondo e dalla realtà.

Secondo la Ministra, tutto è indenne da rischi

Non grandi padiglioni, dieci persone per laboratorio, distanziate, con gli igienizzanti e il controllo della temperatura all’ingresso. Questo è ciò che rassicurano dal ministero.
Detto così, il c
oncorso scuola straordinario
non sembra una situazione veramente ad altissimo rischio.

Certo, se avessimo il teletrasporto come in Star Trek. La realtà ci dice che ci saranno docenti che partiranno da Palermo alla volta di Roma, Frosinone, Lecce, Vairano Patenora per citare solo qualche località, e viceversa. Si immagina quanti mezzi di trasporto e quante ore di viaggio servono? E ovviamente almeno tre giorni fuori con tutte le relative interazioni. Tra l’altro nella domanda era prevista una scelta alternativa in caso di emergenza, salvo poi ignorare del tutto e tirare dritto con gli accorpamenti territoriali. Mi permetta di aggiungere una nota personale: si immagina una persona che ha famiglia, genitori anziani e figli piccoli, che si sobbarca ore di viaggio, notti in albergo e pasti vari e poi, appena dentro l’aula, dimentica magicamente tutto e svolge in serenità l’esame della vita?  

I docenti si lamentano, ma non gli resta altro da fare

Ma i docenti cosa ne pensano?

Sulla mia pagina e in privato ho ricevuto centinaia di messaggi da parte di tanti docenti spaventati per le loro famiglie prima che per il proprio futuro professionale. Alcuni hanno descritto i viaggi della speranza che dovranno intraprendere, altri sono preoccupati addirittura che chiudano le strutture che hanno prenotato e si possano ritrovare senza un posto dove dormire, cosa invero a qualcuno già successa. Il tutto, giova dirlo, per una stabilizzazione che in ogni caso partirà a Settembre 2021 e dunque per una procedura a ragion veduta tranquillamente rinviabile all’estate.  

E l’anno prossimo, dopo il concorso?

Il concorso scuola straordinario eviterebbe di avere meno precari l’anno prossimo. In realtà, che situazione si potrà delineare l’anno prossimo?

In questa crisi storica e imprevedibile l’anno prossimo appare una data lontanissima, oggi si cerca giustamente di evitare l’insegnamento a distanza pur consapevoli che i contagi aumentano, quello che penso è che nell’emergenza si potevano stabilizzare i precari con titoli e anzianità con un anno di prova e un esame in uscita, se non altro per il fatto che per anni hanno educato e cresciuto i nostri figli, come hanno fatto in altri paesi europei. Sento parlare di concorso in termini di “premiare il merito”, per come la vedo io il merito non si attesta con una serie di risposte giuste su un questionario ma nella professionalità e nell’abnegazione al servizio dello Stato, delle scuole e dei nostri figli che tanti insegnanti hanno profuso negli anni, pur consapevoli della loro situazione di precarietà e spesso sballottati anche su più scuole nel corso dello stesso anno scolastico. In questo senso credo che la politica dovrebbe cominciare ad usare in modo meno disinvolto le parole, soprattutto in un momento in cui le certezze vengono meno ed i cittadini hanno bisogno di essere rincuorati e sostenuti.  

Cosa succederà in Sicilia?

Cosa significherà tutto questo per la Sicilia dopo il concorso scuola straordinario?

Che arriveranno docenti da altre regioni per fare il concorso, mentre i siciliani andranno in giro per l’Italia. Una particolarità mi permetta di sottolineare, purtroppo oggi alcuni comuni siciliani sono ritornati zone rosse, con tutte le restrizioni relative. Penso allo stato d’animo di chi dovrà spostarsi da lì per fare il concorso, ammesso che questo sia possibile, come anche quello dei tanti che torneranno da regioni particolarmente colpite e saranno costretti, dopo giorni di stress inimmaginabile, a rimanere ancora lontani dai propri cari in attesa di un tampone o, comunque, di un periodo ulteriore di isolamento. In tanti anni di politica mai come oggi mi pongo la stessa domanda, sperando ovviamente che tutto vada per il meglio: “Che senso ha?”

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