Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Cardiologia interventistica, domani massimi esperti a confronto

Si parlerà di strategie sanitarie di prevenzione dell'ictus nel corso del webinar regionale organizzato da Archigen con il patrocinio del Gise

di Redazione

Il nostro cuore è un vero e proprio metronomo che detta il ritmo della vita. Uno strumento precisissimo che, però, può far registrare anomalie e battere con andamento irregolare.
La fibrillazione atriale (FA) è l’aritmia cardiaca più diffusa al giorno d’oggi, che colpisce circa 33 milioni di persone a livello mondiale. Basti pensare che in Sicilia quasi il 2% della popolazione (circa 95mila persone su 4.968.410 abitanti) soffre di questo disturbo, che vede le camere superiori del cuore contrarsi molto rapidamente.

Domani il webinar

Domani, sabato 20 marzo alle ore 9.00 prenderà il via il webinar – organizzato da Archigen – per approfondire molteplici aspetti legati a questo disturbo, che continua ad avere un’incidenza crescente dettata dall’invecchiamento progressivo della popolazione. Sarà un momento di confronto tra i massimi esperti siciliani di cardiologia interventistica, che vuole essere anche occasione per sensibilizzare i cittadini sulla tematica. La fibrillazione atriale, infatti, è una patologia spesso asintomatica, che comporta un rallentamento del flusso di sangue in atrio (soprattutto in un’appendice chiamata auricola), favorendo la formazione di trombi: un disturbo frequente e potenzialmente molto pericoloso perché aumenta di cinque volte la probabilità annua di incorrere in un evento ischemico.

Prevenzione

«La prevenzione delle complicanze tromboemboliche è una sfida clinica continua per i team di medici multidisciplinari che gestiscono pazienti con questa patologia – spiega Marco Contarini (nella foto di copertina), delegato regionale Sici Gise (Società Italiana di Cardiologia Interventistica) e coordinatore scientifico dell’evento – negli ultimi anni, in alternativa alla terapia farmacologica anticoagulante, che può avere molteplici controindicazioni ed effetti collaterali – il più importante dei quali è sicuramente l’emorragia cerebrale o gastrointestinale – si è consolidata la procedura di occlusione dell’auricola sinistra».
Infatti, sebbene nei pazienti con fibrillazione atriale, la terapia tradizionale preveda l’utilizzo di NAO (anticoagulanti orali di ultima generazione), vi sono importanti limitazioni riguardanti soprattutto pazienti nefropatici, epatopatici, poli trattati, oncologici e anemici, che possono manifestare eventi emorragici.

Il vantaggio di questo tipo di intervento

Il grosso vantaggio dell’intervento mini-invasivo risiede proprio nella possibilità di eliminare definitivamente l’assunzione di tali farmaci. La tecnica d’impianto vede il cardiologo interventista guidare la protesi nel cuore attraverso un tubicino flessibile, un catetere, inserito nella vena femorale all’altezza dell’inguine, sotto la guida dei raggi X. Il cardiologo ecografista misura le dimensioni dell’auricola sinistra per scegliere la protesi adatta, uno speciale “tappo” da collocare con precisione. Il dispositivo viene posizionato all’imbocco dell’auricola e sottoposto a una serie di test per valutarne la stabilità e l’efficacia, prima di essere rilasciato. Una procedura che dura all’incirca 30 minuti e che si può effettuare con una leggera sedazione. Il periodo di osservazione post procedurale è di 24 ore, dopodiché il paziente viene dimesso, pianificando insieme al medico l’interruzione della terapia anticoagulante. Si tratta di una procedura sicura ed efficace: i rischi legati all’intervento sono davvero bassi, dimostrati da diversi studi internazionali.

Un’occasione di condivisione di esperienze

«L’evento si rivolge ai cardiologi interventisti che eseguono o che prevedono di eseguire la procedura di chiusura della LAAC (appendice atriale sinistra) – continua Contarini – un’occasione per condividere conoscenza ed esperienza, attraverso l’aggiornamento tecnico e il confronto sulle procedure. Nel 2020 sono stati trattati in Sicilia circa 300 pazienti, una popolazione sottodimensionata rispetto ai potenziali beneficiari di questo intervento. Fare il possibile per diffondere la conoscenza dei limiti e delle controindicazioni all’utilizzo di terapie farmacologiche in cardiologia in soggetti particolarmente fragili e diffondere i vantaggi delle nuove tecniche, è la vera mission di questa iniziativa scientifica».

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