Dall’archivio cartaceo de L’Inchiesta Sicilia
Dicembre 2001 Anno VI
Pezzo di Danila Subranni
Un’anima antica. Questa potrebbe essere l’eredita di Franco Battiato che sulle ali della sua musica, a volte come in un sogno, regala al mondo immagini e pensieri fatti di luce, aria, penombre e grandi silenzi.
E’ stato un campione delle contaminazioni tra le varie arti.
La dimensione spirituale di Franco Battiato
Una dimensione spirituale alla quale tutti gli uomini possono e devono aspirare tramite la sfera religiosa intesa come strumento e non come fine ultimo, oppure attraverso percorsi interiori dai molteplici significati che, rientrando nel grembo della tradizione, sembrano rivestirsi di parole seducenti e note Cancianti, quasi per catturare l’attenzione di uomini assenti e attratti solo da colori e rumori.
L’armonia del silenzio
Franco Battiato svela, attraverso la musica, l’armonia del silenzio che le l’antico Koan zen si sprigiona dal suono di una mano sola, la potenza che si desta e si addestra nella meditazione, la forza del pensiero che spezza i lacci d’esistenza e si scioglie nell’oceano, culla delle anime.
La sua sicilianità nei ricordi
La sua sicilianità, inoltre, si esprime con la nostalgia dei ricordi, il legame col passato, l’ indolenza araba che spesso dorme sotto la scelta delle parole, l’uso del dialetto che colorisce i pensieri e li trasforma.
Il senso di appartenenza
“L’attaccamento alla propria terra – argomenta il musicista- e il senso di appartenenza che ne consegue sono valori che ogni uomo, degno di essere chiamato tale, considera primari. L’isola ha certamente un fascino particolare, quasi una malattia avvolgente e misteriosa, ma ogni luogo, a meno che non si nasca in un posto sbagliato, e l’unico per chi vi è nato e vive attraverso le caratteristiche che imprime”.
La trasmissione di uno stato o di una sensazione non diventa mai una gabbia dorata nella quale un brano musicale resta intrappolato.
La costante ricerca interiore
“La mia produzione- spiega Battiato- segue, in un certo senso, una ricerca interiore, ma la connessione che intercorre tra questi due aspetti peculiari non è sempre presente nei testi. In alcuni casi coincidono, in altri apparentemente divergono, in altri ancora è meglio stare lontani dalla propria interiorità. I miei orientamenti non coincidono necessariamente con le mie scelte di musicista. Certamente influenza know lo stile, costituendone l’anima profonda ma assolutamente libera, sganciata da ogni possibile schema precostituito. Fare musica comunicare più che mandare messaggi che di solito lascio, a volte con fastidio, sulle segreterie telefoniche. In ogni caso, ritengo che l’esperienza di un uomo possa aiutare gli altri, proprio come alla mia formazione hanno contribuito libri scritti 2000 anni fa”.
Scegliendo tra le sue composizioni
Al di là dell’ordine cronologico, scegliendo casualmente qualche brano dal variegato ventaglio delle sue composizioni, La torre e Patriots to arms rappresentano un ironico attacco alla musica di importazione, priva di ogni contenuto originale, ai finti artisti che considerano l’arte uno strumento di volgare commercializzazione me di prodotti da immettere nel mercato e alle mode senza senso che, anziché perseguire il bello come valore assoluto, esaltano la ricerca dell’assurdo, del cattivo gusto e della sagge razione a tutti i costi, educando i giovani al concetto di massa spersonalizzata adorante un Dio senza nome.
Un centro di gravità permanente
Inoltre, mentre Un centro di gravità permanente diventa quasi un giocoso vessillo contro l’altalena delle opinioni e la mutevolezza degli obiettivi, L’era del cinghiale bianco auspica il ritorno ad un’era primordiale, probabilmente all’età aurea che si oppone, per la sua solarità, al Kaliyugao era della dea Kalì, l’apocalisse dei cristiani o l’età del lupo degli indiani.
Il sufismo indiano
“Come si evince da alcuni brani- puntualizza il musicista- da tempo, sono vicino alla mistica suffica islamica. Sono arrivato al sufismo dopo anni di lettura di mistici indiani come lalal addi- Din Rumi, Mohamed ibn Ali Muhyi ed-Din Ibn al-Arabi e Said Abù l -Khat, non sono, comunque, un esclusivista perché sono aperto a qualsiasi dono nel pieno rispetto di ogni scelta all’interno della tradizione.
L’uomo è una variopinta tavolozza di colori
L’uomo è come una bellissima tavolozza di colori, più ne possiede e più vale. In quest’ottica, mi interessano anche alcuni elementi del buddismo e dell’induismo e condivido l’opinione secondo la quale ogni via tradizionale, percorso correttamente, raggiunge sempre il centro. L’interpretazione, a più livelli, del Corano- continua a Battiato- è sicuramente complessa e offre molte occasioni di fraintendimento. Una guida spirituale diventa necessaria lì dove si intenda trasferire realmente le indicazioni religiose in un iter spirituale vissuto.
jihad
Il significato puro della jihad, ad esempio, è bel lontano da quello promosso dagli pseudo integralisti islamici autori della strage alle due torri. A volte, nelle tasche dei mafiosi sono state trovate santine della Madonna, ma questo di certo non fa di loro dei devoti o degli osservanti”.
Anche l’amore terreno, per Battiato, può essere virgola in determinate condizioni e con certe caratteristiche, una trasposizione dell’amore divino.
Un uomo speciale
Ne La cura, infatti, un uomo speciale, per una donna anch’essa speciale, supera le correnti gravitazionali lo spazio e la luce per non farle invecchiare e la guarisce da tutte le malattie forse quelle invisibili dell’anima. Proprio quest’uomo, attento conoscitore delle leggi del mondo, glielo offrirà in dono perché le posso utilizzare per trasformare la sua natura profonda e rinascere a nuova vita punto questa forma superiore di amore e il ricongiungersi delle due parti spezzate dell’androgino platonico, lo ying e lo yang che si attraggono, si fondono e liberano energia.
Quando un amore è speciale
Amore divino, amore terreno, ma anche amore per la propria patria, dilaniata dai giochi di potere, bagnata dal sangue di chi non si piega e dalle lacrime di chi non sa più reagire.
E’ al brano La patria, infatti, che musicista affida il suo disagio di fronte ad un teatro devastato da logiche malsane e clientelari che hanno ucciso il senso minimo del pudore e della giustizia.
Nel cd L’imboscata si ascolta, per la prima volta, la voce calda di maglio ska Lambro con il quale Franco Battiato intrattiene, ormai da anni, uno stimolante colloquio intellettuale di cui si trova traccia in alcuni brani.
Collaborare e avere punti di vista diversi
“ska Lambro, però virgola non ha influenzato né condizionato la mia produzione musicale- specifica Battiato-. Abbiamo una visione del mondo diversa punto lui è un pessimista sistematico, mentre Io credo. Credo nell’uomo e credo in Dio. Questo non impedisce di aprire un dialogo anche se su fronti diversi, ma implica una capacità distacco dei propri schemi mentali è un impegno particolare per mutuare il confronto intellettuale e psicologico in uno scambio reciproco mirato all’accrescimento personale”.