Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Elezioni comunali in Sicilia: quando votare è una gran confusione

In 42 comuni della Sicilia, si sta votando per le elezioni comunali. L'elettorato siciliano alle prese di un sistema unico, pieno di complessità

di Patrizia Romano

Tra ieri e oggi, 10 e 11 ottobre, in 42 comuni della Sicilia, si sta votando per le elezioni comunali.
Mentre il turno di ballottaggio si terrà il 24 e il 25 ottobre.
Le elezioni comunali in Sicilia vedono il coinvolgimento di tredici comuni con popolazione superiore alla soglia dei 15 mila abitanti e 29 con una popolazione inferiore ai 15 mila.

Elezioni amministrative in Sicilia rappresentano un caso unico

Le elezioni amministrative siciliane costituiscono un caso unico, essendo la Sicilia una regione a statuto speciale. Infatti, la legislazione elettorale dell’Isola non ricade sotto la potestà statale. Questo rende un po’ più farraginoso il nostro sistema elettorale rispetto al sistema vigente in altre regioni d’Italia.

Ma capire come si vota ha qualche elemento di complessità in più. E resta uno dei crucci maggiori per gli elettori nelle convulse ore non solo all’interno, ma soprattutto fuori dai seggi elettorali.

Sistema elettorale in base alla soglia degli abitanti

Ci riferiamo alla differenza relativa alla soglia di abitanti fissata per la scelta del sistema elettorale. Come sappiamo, la legge pone modalità e regole diverse in base al numero di abitanti. Un regolamento che fissa una soglia di 15 mila abitanti. In ventinove comuni siciliani si voterà con il sistema maggioritario, in tredici con quello proporzionale.


Elezioni nei comuni superiori ai 15 mila abitanti

Sopra i 15 mila abitanti, le Elezioni Comunali si svolgono con possibilità di ballottaggio, voto disgiunto e sistema proporzionale puro.
In questo caso, le regole fissate dal sistema elettorale per le Elezioni Comunali 2021 in Sicilia prevedono un maggioritario con soglia di sbarramento al 3 per cento e doppio turno. Cioè la possibilità di andare al ballottaggio se nessuno dei candidati raggiunge il quorum. Concesso il voto disgiunto, cioè voto al candidato e ad una lista non collegata.

In Sicilia sono 13 i Comuni sopra i 15 mila abitanti (Canicattì, Favara, Porto Empedocle, San Cataldo, Adrano, Caltagirone, Giarre, Vittoria, Lentini, Noto, Pachino, Rosolini, Alcamo)


Elezioni nei comuni al di sotto dei 15 mila abitanti

Al di sotto, invece, nei Comuni più piccoli, sotto i 15 mila abitanti, è previsto il voto disgiunto. Si traccia un segno sul candidato sindaco e un altro segno su una lista non collegata. In questo caso il voto viene attribuito sia al candidato sindaco sia alla lista non collegata. È eletto sindaco chi riesce al primo turno ad ottenere il 50 per cento più uno dei voti. Altrimenti si va al ballottaggio.


Doppia preferenza: questione di genere?

Sul piano delle preferenze, invece, per le Elezioni Comunali 2021 in Sicilia vale la consueta regola della doppia preferenza (non vale solo nei Comuni inferiori ai 5 mila abitanti). Negli appositi spazi è possibile scrivere il cognome dei candidati consiglieri comunali della lista votata, fino a 2 preferenze, ma di genere diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza.
Infatti, un elemento importante introdotto è il genere. L’elettore, come detto, può esprimere una o due preferenze per i candidati al consiglio comunale. Nel caso vengano espresse due preferenze, devono essere di genere diverso: una femminile e l’altra maschile. In caso contrario, ribadiamo, la seconda preferenza verrà annullata.


Un banco di prova per le prossime elezioni

Per la Sicilia si tratta di un test preliminare. Infatti, per l’Isola sarà il banco di prova negli assetti politici. Tutte queste alleanze delineate potranno essere sugellate o sciolte, ma comunque, testate, per le elezioni del 2022 nelle grandi città di Palermo e Catania, nonché per le regionali.


I candidati impresentabili

Certo non potevano mancare i candidati impresentabili. O, meglio, ufficialmente impresentabili, per ragioni palesi. In Sicilia, sono due. Uno è il candidato sindaco di Mistretta, Sebastiano Sanzarello, accusato di concussione consumata in concorso con altri. E poi, Sebastiano Malandrino (di nome e di fatto), candidato consigliere di Pachino (Siracusa), condannato per detenzione illecita di stupefacenti.
Questi sono quelli dichiarati e, quindi, di fatto impresentabili. Gli altri: no comment.
C’è un ulteriore dato raccapricciante, cioè un’ulteriore tornata che riguarderà 3 dei 9 centri sciolti per mafia.

Elezione del sindaco e del consiglio comunale in Sicilia

Per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale vige, infatti, un sistema differente rispetto al resto d’Italia. Si tratta di un sistema regolato dalla legge regionale n.17/2016. I motivi che hanno portato a questo sistema risalgono ad una serie di effetti collaterali scaturiti dalla riforma precedente. Una riforma che pretendeva di eliminare quell’arzigogolato e capzioso sistema politico-elettorale siciliano.

Effetto trascinamento

Ci riferiamo all’effetto trascinamento. L’effetto, in base al quale il voto attribuito soltanto alla lista, se non era stata espressa alcuna preferenza al sindaco, non si sarebbe più ripercorso sul candidato sindaco ad essa collegato. Tutto ciò separava il comparto maggioritario per la carica monocratica dal comparto proporzionale per l’organo collegiale.  Cosa che annullava il sistema delle preferenze.
In questo modo, si abbassava il numero di voti necessario per attestarsi oltre il 50 per cento e vincere al primo turno. Vincere senza ballottaggio e raggiungendo la maggioranza assoluta con molto meno di quanto raccolto dal totale delle liste.

Situazione attuale

Adesso, invece, chi viene eletto subito riceve molti più consensi. Ciò avviene nonostante la novità contemplata dalla legge elettorale regionale per i Comuni superiori ai 15.000 abitanti. Ci riferiamo all’abbassamento della soglia al 40 per cento per l’investitura diretta senza una seconda chiamata alle urne.


La debolezza dei partiti nazionali nell’Isola

Le candidature offerte dai partiti dei Comuni siciliani superiori ai 15 mila abitanti riflette la debolezza dei partiti nazionali nell’Isola. Ancora una volta, si rivelano elargitori di millantato credito politico, a favore di un sistema autarchico. Detto in parole povere, l’assenza di alternative al governo regionale. Sono pochi i comuni siciliani in cui permane un substrato culturale di un’alternativa più moderna e meno assoggettata al meccanismo delle preferenze.

Certo le elezioni amministrative assumono sempre una portata nazionale. Un po’ meno in Sicilia, dove c’è un’eccessiva coesistenza variegata. Del resto, cosa ci si aspetta di fronte una moltitudine di individui uniti non tanto sull’egida del progetto politico, quanto dall’immediato tornaconto.

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