Settore agroalimentare. Grano duro, pane, pasta, agrumi, mandorle, fichi d’india, cacio cavallo, pecorino siciliano, provole, olive da mensa, capperi, marsala, malvasia moscati, sono agro-alimenti proiettati come prodotti intrisi di genuinità, qualità, ma soprattutto tanta sicilianità.
Il settore agroalimentare
Il settore agro-alimentare rappresenta l’emblema della Sicilia, costituendo parte essenziale del suo paesaggio.
Si tratta di prodotti di qualità particolarmente adatti al consumo fresco ma anche validamente utilizzati nella trasformazione.
L’immagine della Sicilia è collegata anche alla produzione di frutta in guscio, come mandorle, pistacchio, nocciole, carrube e noci.
Questo tipo di produzione, nonostante le sue criticità, interessa ancora oggi migliaia di ettari del territorio siciliano. Una produzione che si estende prevalentemente tra la zona di Agrigento, Enna e Caltanissetta. Altre aree significative sono collocate nel siracusano, Avola e Noto. Di particolare interesse è la produzione del pistacchio, concentrata a Bronte, in provincia di Catania.
Agrumicoltura
Importante per la Sicilia nel settore agroalimentare è l’agrumicoltura. Tra le produzioni eccellenti, si distingue l’arancia rossa con riconoscimento Dop, denominazione di origine protetta, che interessa vaste aree del catanese, del siracusano, del ragusano e dell’ennese. Altra arancia d’eccellenza è quella di Ribera denominata Riberella, una varietà anch’essa Dop, nonché l’arancia ‘Biondo’ di Scillato.La produzione di limoni investe, invece, i territori della provincia di Siracusa e la costa jonica delle provincie di Catania e di Messina con importanti varietà.
Altra produzione agrumicola di qualità è il mandarino tardivo di Ciaculli, nella zona di Palermo.
Vitivinicultura siciliana
Cosa dire, inoltre, della vitivinicultura siciliana che ha raggiunto, in questi ultimi anni, un grande successo e ricevuto ampi consensi e riconoscimenti in tutte le manifestazioni vinicole internazionali? I vini doc siciliani sono, infatti, in aumento.
La produzione riguarda vaste area della Sicilia con i ‘bianchi’del Trapanese, dell’Agrigentino e del Palermitano, nonché i rossi di Pachino, Rosolini, Vittoria, gli importanti rossi dell’Etna e i sempre più apprezzati vini messinesi. Ma nella viticoltura siciliana, rientra pure un’importante produzione di uva da tavola con la splendida Uva Italia a Canicattì in provincia di Agrigento e il Mazzarone in provincia di Catania.
Olivocoltura
Anche l’olivicoltura riveste un ruolo importante nel settore agro-alimentare. Questa produzione è presente su vaste aree collinari con produzioni di olii extra-vergine che hanno conseguito il riconoscimento di varie denominazioni.
Ma la Sicilia è anche il pilastro della produzione delle olive da mensa che rappresenta il 60 per cento della produzione nazionale.
Coltura orticola
Il settore è veramente ricco di produzioni di eccellenza. A quelle menzionate, si aggiunge una pregiata coltura orticola. Queste si concentrano prevalentemente a Vittoria e Scicli nel ragusano, Pachino nel siracusano, Marsala nel Trapanese e poi in zone sparse in tutto il territorio regionale. Si tratta di produzioni di notevole quantità che alimentano tonnellate di ortalizie, come pomodoro, zucchine, melanzane, peperoni,verdure ed anche molte varietà di fragole.
In pieno campo, invece, le produzioni di carciofi spinosi a Cerda, Lascari in provincia di Palermo, Menfi ad Agrigento e il carciofo violetto in provincia di Catania.
Frutticultura
Sviluppata in alcune aree di eccellenza è la frutticoltura. Concentrata sulla costa palermitana con il nespolo. Mentre nella zona di San Cono, Adrano e Paternò e le aree vicino a Santa Margherita Belice e Catalafimi con la produzione di fico d’india. Un frutto che raffigura l’immagine della sicilianità.
Ed inoltre l’area dell’Etna con le produzioni di mele, pere, castagne, pesche bianche e gialle. Pesche di Bronte e di Moio Alcantara in provincia di Messina. Sono notevoli le produzioni di pesche anche a Leonforte (En) con la “tardiva”. Ma anche la zona di Maletto (CT) per la produzione di fragole e quella di Sciacca per le “fragoline”. Famose per la loro qualità e per il gusto squisito sono anche le ciliegie di Graniti, nei pressi delle gole dell’Alcanatara. E poi abbiamo la famosa produzione di capperi e di cucunci di Salina e Pantelleria che sono riconosciuti sempre più per le loro qualità.
La superficie coltivata
Il comparto agrumicolo in Sicilia con una superficie di oltre 105 mila ettari, fornisce una produzione complessiva di oltre 15 milioni di quintali. Mentre la viticoltura, con una superficie investita di oltre 154 mila ettari ed una corrispondente produzione di 13 milioni di quintali, raggiunge una Produzione lorda vendibile di 356 milioni di € .
Produzione olivicola
Il valore della Produzione olivicola regionale ammonta a 199 milioni di €. Tra gli altri comparti produttivi quello delle coltivazioni erbacee in Sicilia assume una rilevanza marcata. In maggior misura gli ortaggi. Tra questi una posizione di spicco è occupata dalle produzioni in serra.
Crisi
Questa situazione, apparentemente paradisiaca, contrasta con la grave crisi che investe tutti i settori. La tempesta finanziaria mondiale degli ultimi due-tre anni, con la conseguente caduta della domanda e dei prezzi dei prodotti alimentari, ha ulteriormente aggravato la crisi.
Diverse sono le cause esterne alla regione, come diverse sono le cause interne, anche se riconducibili ad un’unica essenza.
Modifiche strutturali
Nel corso degli anni, si è modificata l’impostazione strutturale ed organizzativa del settore agricolo. Si è trasformato in sistema agroalimentare. Qui risulta ampliata non solo la rete delle relazioni con il mercato, ma anche con quella dei servizi e con altre attività territoriali.
Le strutture, l’organizzazione e le modalità comportamentali e strategiche delle imprese agricole, agroalimentari ed alimentari, per stare sul mercato, sono ormai quelle dettate dalle politiche di marketing.
E’ questo, ormai, il contesto di riferimento per l’agricoltura e l’agroalimentare della Sicilia, con tutte le nefaste conseguenze.