Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Madres paralelas e Freaks Out

Per il cinema di questa settimana, L'Inchiesta Sicilia segnala Madres paralelas (id., Spagna/Francia 2021) di Pedro Almodóvar con Penélope Cruz, Milena Smit, Aitana Sánchez-Gijón, Israel Elejalde e Freaks Out (Italia/Belgio, 2021) di Gabriele Mainetti con Aurora Giovinazzo, Claudio Santamaria, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini. Due film da non perdere

di Massimo Arciresi

A proposito di questi due…

Segnalazioni cinematografiche

Madres paralelas e Freaks Out sono i film che L’Inchiesta Sicilia vuole sottoporre ai propri lettori. Un breve flash delle trame vi convincerà di più a vederli.


Madres paralelas

Madres paralelas (id., Spagna/Francia 2021) di Pedro Almodóvar con Penélope Cruz, Milena Smit, Aitana Sánchez-Gijón, Israel Elejalde


Madres paralelas

L’indiscussa vocazione per il mélo (personalizzato) di Almodóvar, ormai esaltata da una forma imbattibile (menzione d’obbligo per la fotografia di José Luis Alcaine), si manifesta una volta di più in questa stratificata vicenda di maternità parallele eppure intrecciate, speculari, sofferenti, assenti (per i più svariati motivi) e talvolta solo potenziali (ivi includendo il rapporto tra le protagoniste).
Janis e Ana sono puerpere di età ed esperienza diverse che hanno condiviso la stanza in clinica, sviluppando un legame dal nucleo doloroso e dai risvolti impensati.
La loro vicenda si rivela coerentemente una parentesi nella Storia, quella parimenti tormentata di un Paese, da non dimenticare perché non si ripeta. Oltre all’intensa Cruz, tornano le fedelissime Julieta Serrano e Rossy de Palma.


Freaks Out

Freaks Out (Italia/Belgio, 2021) di Gabriele Mainetti con Aurora Giovinazzo, Claudio Santamaria, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini


Freaks Out

È valsa la pena di aspettare tanti rinvii: l’opera seconda di Gabriele Mainetti contiene e rilancia (questione anche di budget) un esportabile realismo magico sfociante nell’ucronia di stampo tarantiniano, già collaudato dal popolare Lo chiamavano Jeeg Robot.

È valsa la pena di aspettare tanti rinvii. L’opera seconda di Gabriele Mainetti contiene e rilancia (questione anche di budget) un esportabile realismo magico, che sfocia nell’ucronia di stampo tarantiniano, già collaudato dal popolare Lo chiamavano Jeeg Robot.
Quattro fenomeni da baraccone (una ragazza elettrica, un “lupo” forzuto, un albino “entomofilo” e un nano magnetico) perdono il paterno manager ebreo (un mesto Giorgio Tirabassi).
La sua ricerca diventa un’avventura marveliana (specie nell’esagerato finale) con un occhio alla nostra migliore commedia che fu e uno al circo di Burton (più che di Fellini).

Madres paralelas e Freaks Out garantiscono una piacevole serata al cinema tra sentimenti e avventura

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