A proposito di questi due…
The French Dispatch (id., USA/Germania 2021) di Wes Anderson con Benicio Del Toro, Frances McDormand, Jeffrey Wright, Bill Murray
Il perfezionismo esterno di Wes Anderson, tra inquadrature centrate, montaggio cronometrato e scenografie-giocattolo, ora può contare anche su formati variabili e alternanza tra colore e b/n, più per il gusto di variare che per vere esigenze narrative. La redazione americana rétro (il regista s’ispira dichiaratamente allo storico settimanale The New Yorker ) di stanza in Francia, osservatorio privilegiato per raccontare l’Europa, è mera cornice (di lusso) di tre rocambolesche vicende in guisa di reportage (con coinvolgimento dei cronisti): l’ exploit di un artista carcerato, la turbolenta creazione di un manifesto rivoluzionario, il rapimento del figlio di un commissario durante una cena da recensire. L’epilogo annunciato segna la fine dello strorytelling classico (forse pure del cinema). Cast impressionante.
3/19 (Italia, 2021) di Silvio Soldini con Kasia Smutniak, Francesco Colella, Paolo Mazzarelli, Caterina Forza
Avvocato di Milano da mediazioni milionarie, Camilla (una fibrillante Smutniak) è investita da una moto. La morte di uno dei ragazzi in sella la turba al punto da farla voltare indietro, verso il resto dell’umanità e verso il suo passato, quando “morì” la sua adolescenza (efficace il sogno con l’acqua del fiume e il conseguente bisogno di dissetarsi). In tal senso, il supporto di un cortese impiegato dell’obitorio (Colella, ottimo) è provvidenziale. Uscito in sordina, il lavoro di Soldini, vibrante quando mostra il progressivo scollamento della stressata protagonista, diventa più canonico nell’ultima parte.