Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Occupazione femminile in Sicilia e divario di genere

L'occupazione femminile in Sicilia e il divario di genere nell'ambito lavorativo hanno gravi ripercussioni sulla qualità psico-fisica della donna

di Patrizia Romano

I dati che riguardano l’occupazione femminile in Sicilia sono davvero sconfortanti. Nell’Isola lavora meno di una donna su tre.
Un valore, quello dell’occupazione femminile in Sicilia che, in percentuale, si traduce nel 29,3 per cento contro il 52,9 per cento dell’occupazione maschile. E che, per questa ragione, appare ancora più stridente.
Il divario di genere aumenta, dunque, a livelli insostenibili.
Con la pandemia, poi, l’occupazione femminile ha subito un calo ulteriore rispetto all’anno precedente. Parallelamente, si assiste ad una crescita dell’occupazione maschile.

Una grande sfiducia


L’ulteriore contrazione dell’occupazione femminile ha generato una grande sfiducia nella donna. Sfiducia in sé  stessa. Sfiducia verso un futuro più equo. Molte di loro hanno quasi gettato la spugna, abbandonando la ricerca di un’occupazione.
In questo modo, secondo l’ultimo rapporto della Banca d’Italia, le donne hanno arricchito la folta schiera degli inattivi. Una categoria che, lo scorso anno, sfiorava metà della popolazione siciliana; cioè un siciliano su due.
La novità di quest’anno, è stata proprio il maggiore coinvolgimento di donne. Addirittura, poco meno dei due terzi del totale.
Un piano straordinario per l’occupazione femminile.

Difficoltà a trovare un lavoro

Comunque sia, le donne hanno molte più difficoltà a trovare un lavoro. Percepiscono salari più bassi e faticano, a parità di competenze, ad accedere a posizioni di potere o a ruoli verticistici.
Rispetto al contesto europeo, le differenze di genere sul lavoro in Italia sono tra le più alte. In Sicilia, invece, sono tra le più alte, rispetto al contesto nazionale.

L’agenda di genere

L’agenda di genere, di cui parlano i sindacati, o strumenti similari dovranno essere il cuore delle politiche che scaturiranno in Sicilia dall’attuazione del piano Ue di ripresa e resilienza. Alla luce del ruolo sociale che la donna riveste nella società odierna, più che mai diventa necessario e impellente formare la politica alla logica della parità di genere, nonché le scelte di politica di bilancio.
E’ opportuno sollecitare un piano straordinario per l’occupazione femminile. Nonché, una serie di misure che facciano uscire la donna dal proprio ruolo di subordinazione economica e che la rendano, quindi, indipendente. La via verso l’emancipazione economica potrebbe essere, in molti casi, un forte deterrente alla violenza.


Parità di genere nel patto per il lavoro tra Governo e Sindacati

I sindacati chiedono parità di genere nel patto per il lavoro tra Governo e Sindacati. Questi chiedono, pure, una riorganizzazione del lavoro al femminile. Una riorganizzazione capillare, dove si coniughino il lavoro femminile con le innumerevoli esigenze familiari, come, per esempio, la maternità, che è una scelta condivisa tra l’uomo e la donna.
Tutto questo, sul piano pratico, si traduce in orari di lavoro flessibili, che stanno alla base dell’impiego femminile. Ma anche promozione e sostegno all’imprenditoria femminile.

Misure necessarie per la parità

Nonché una serie di misure in materia di servizi, welfare e, non per ultimo, sanità.
Inoltre, superare il gap storico tra donne e uomini nel mondo del lavoro è possibile, grazie al Familiy Act e alle risorse per la parità di genere stanziate nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Le prime risorse del Pnrr sono state erogate in tutta Italia. In Sicilia, in particolare, riguardano gli asili nido, anche se bisogna vedere i tempi di realizzazione, ma che, comunque, rappresentano un grande sostegno per la donna lavoratrice che sceglie di mettere su famiglia.
Un incremento dell’occupazione femminile e la riduzione del divario devono obbligatoriamente passare attraverso una serie di sforzi normativi e culturali.

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