Novità per il settore pesca: si sono aperti, alle 8 di stamattina, i termini per la presentazione delle istanze per chiedere i sussidi, cioè l’indennità giornaliera riconosciuta in caso di sospensione dal lavoro derivante da misure di arresto temporaneo obbligatorio e non obbligatorio, previsti dal Governo. Termine ultimo per la trasmissione delle richieste è il 15 marzo 2022.
L’indennità, onnicomprensiva, è pari a 30 Euro al giorno ed è stata prevista, come misura di sostegno al reddito, dal Decreto Interministeriale n. 1 del 13 gennaio 2022 in esecuzione della Legge 30 dicembre 2020, n. 178. E riguarda il 2021.
Le istanze devono essere presentate esclusivamente tramite il sistema telematico “CIGSonline”, non essendo ammesse altre modalità di presentazione.
La procedura di inoltro, allegati ed istruzioni sono disponibili nella pagina web Fermo Pesca
Cosa fare per ottenere i sussidi
La Direzione Generale degli ammortizzatori sociali, svolge l’istruttoria sulle richieste aziendali, verificandone i presupposti di legittimità, elabora gli elenchi degli aventi diritto, per giurisdizione di Direzione Marittima e quantifica l’ammontare per ciascun marittimo. Qualora le richieste aziendali superino lo stanziamento previsto, la relativa indennità sarà ridotta proporzionalmente per ogni singolo lavoratore. Per effetto di quanto comunicato, il termine entro il quale il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali concluderà l’istruttoria delle istanze al fine di predisporre il provvedimento di autorizzazione, è fissata al 20 giugno 2022.
È importante ricordare che il sistema CIGSonline del Ministero del Lavoro ha aggiornato le modalità di pagamento dell’imposta di bollo, a cui è subordinato l’invio della domanda. Non sarà più possibile assolvere il pagamento tramite titolo cartaceo, l’unico strumento di pagamento riconosciuto è disponibile utilizzando, esclusivamente, il sistema di pagamento “PagoPA“, attivabile attraverso l’apposita funzione integrata, all’interno dell’applicativo CIGSonline.
Il sistema non consentirà l’invio dell’istanza in caso di omesso pagamento dell’imposta di bollo. Solo alla conclusione positiva della procedura di pagamento, sarà possibile inoltrare la domanda.
L’argomento è interessante e abbiamo voluto sentire alcuni operatori del settore, alcuni pescatori che, sebbene senza esporsi personalmente, hanno voluto dire la loro.
Cosa dicono i pescatori?
“Questi sono solo pannicelli caldi – ci dicono alcuni pescatori -. Sono importi che possono avere, forse, un senso per il piccolo operatore. Ma quando parliamo di pesca industriale, di grossi pescherecci, sono cifre risibili”.
“Noi preferiamo lavorare – continuano – che avere dei sussidi, una logica che non porta sviluppo. Ci mettano in condizione di andare a pescare, lo preferiamo ai giorni di cassa integrazione. Ci facciamo imporre regole e fermo pesca dalla comunità europea e non sappiamo difendere un settore, come quello della pesca, che è importantissimo per l’economia italiana”.
E le quote tonno?
“E sarebbe importante rivedere anche le quote tonno –
aggiunge un giovane che vive la pesca come tradizione di famiglia -. Il tonno
ci passa sotto il naso e non possiamo toccarlo. Non è assurdo che una marineria
come quella di Porticello, ad esempio, non abbia alcuna quota tonno?”.
“Dobbiamo finirla con l’assistenza – afferma il più anziano dei pescatori
intervistati -. Chi ci governa dovrebbe capire che ci deve esser consentito di
andar per mare e pescare, per portare sulle tavole un pescato eccellente com’è
quello del nostro mare. Invece permettiamo che arrivino, nei nostri piatti,
pesci, crostacei e molluschi da tutto il mondo. Talvolta anche pescati in acque
inquinate dai residui dei bombardamenti della seconda guerra mondiale”.