Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Constancia. Donne e potere nell’impero di Federico II

Inaugurata la mostra all’Istituto Italiano di Cultura di New York: molte opere inedite dalla Sicilia per narrare quattro regine. Per l’Ambasciatrice italiana negli Stati Uniti, Mariangela Zappia, “un’occasione unica per vedere con i nostri occhi come l’Europa e il Mediterraneo, nonostante guerre e crociate, siano da sempre luogo di fusione di cultura, bellezza e arte”. Durante l'inaugurazione, un omaggio all'Ucraina.

di Redazione

Ancora più di una mostra … l’esposizione Constancia. Donne e potere nell’impero mediterraneo di Federico II, di cui vi parliamo, è una vera gioia per gli occhi, un tuffo nella nostra storia e nella nostra cultura. Dalle icone ai gioielli, ai preziosi libri liturgici, a New York si respira aria siciliana, si raccontano i fasti di un tempo passato, ci si ritrova in una dimensione fuori dal tempo.

Pezzi inediti e preziosi che hanno attraversato l’oceano per raccontare – da Palermo e Monreale, in Sicilia, all’Istituto Italiano di Cultura di New York – le quattro regine e imperatrici che accompagnarono la vita di Federico II di Svevia, quello “stupor mundi” anticipatore dell’idea di Italia e Europa multiculturale a cui si guarda oggi. Quattro regine e imperatrici unite dal comune nome di Costanza: la madre, la moglie, la figlia naturale e la nipote raccontate attraverso codici miniati, icone, gioielli, corredi funebri, ma anche tele e oggetti che segnarono il revival ottocentesco dedicato alla corte sveva.

Constancia, donne e potere

La mostra “ Constancia. Donne e potere nell’impero mediterraneo di Federico II ”, prodotta dall’IIC, per la prima volta guarda alla Storia da un punto di vista femminile; e raccoglie un vero tesoro che resterà esposto a New York fino a fine aprile. Su 25 opere in mostra, ben 12 sono inedite per il pubblico: dal famoso quarzo, il “cuore” prezioso della fibula del manto con cui l’imperatore fu posto nella tomba, mai mostrato prima; a pezzi conservati nei depositi dei musei palermitani – come gli orecchini di Costanza –, altri di collezionisti privati che li prestano per la prima volta, come una tela ottocentesca di Bernardino Riccardi di proprietà dei conti Tasca o un cofanetto in osso con intagliata la genealogia completa della corte sveva.

Al vernissage, accolta dal direttore dell’IIC, Fabio Finotti – alla guida dello staff di curatori formato da Maria Concetta Di Natale , Pierfrancesco Palazzotto e Giovanni Travagliato , docenti dell’Università di Palermo – è intervenuta l’Ambasciatrice italiana negli Stati Uniti, Mariangela Zappia che ha voluto ricordare la condanna europea dell’attacco russo all’Ucraina. “ Questa mostra davvero unica è un’occasione per vedere con i nostri occhi come l’Europa e il Mediterraneo, nonostante guerre e crociate, siano stati luogo di fusione di cultura, di bellezza, di artigianato e di arte – ha detto l’Ambasciatrice che si è soffermata sulla tecnologia tutta italiana di Arterìa, ditta che si è occupata del trasporto e della climatizzazione delle opere in mostra. Sono quindi risuonate le note dell’inno nazionale ucraino e ha preso la parola l’addetto culturale ucraino a New York, Andrew Horodysky che ha ricordato “ i legami stretti del suo Paese con l’Italia, fondati su un passato di forti relazioni culturali, sociali, religiose”.

L’Amabasciatrice Mariangela Zappia e il direttore Fabio Finotti

Presenti il Console italiano a New York, Fabrizio Di Michele , il direttore dell’Ice Antonino Laspina , Lila Castellaneta , moglie dell’ex ambasciatore italiano negli Usa, Giovanni Castellaneta, oltre a critici, artisti, direttori di istituzioni museali, giornalisti. I due curatori, Pierfrancesco Palazzotto e Giovanni Travagliato hanno esposto il filo concettuale che lega le quattro regine Costanze, collegando i diversi pezzi in mostra e legandoli al revival ottocentesco. Da remoto ha portato il ​saluto istituzionale della Regione Siciliana, l’assessore ai Beni culturali Alberto Samonà.
“ Una mostra attraverso cui raccontiamo una porzione di storia dell’Isola, la sua cultura profonda e radicata, e non solo. E che pone l’attenzione su regine e imperatrici che hanno sostenuto la visione cosmopolitica di Federico II, ancora oggi attuale e contemporanea” .

Collaborazione culturale nel nome di Constancia…

Sono poi intervenuti i responsabili dei due pilastri scientifici che sostengono la mostra, l’Università di Palermo, con Maria Concetta Di Natale, esempio delle studiose che oggi elaborano una visione nuova del passato e del presente; e l’Università del Salento il cui rettore, Fabio Pollice – intervenuto con Francesco Somaini , coordinatore del nuovo Centro Studi Medievali – ha offerto all’ambasciatrice Zappia e al direttore dell’Istituto di Cultura Fabio Finotti, il sigillo dell’Ateneo, simbolo di una collaborazione culturale destinata a durare nei prossimi anni. Dal Teatro Massimo di Palermo sono giunti in video, frammenti dall’allestimento dei Vespri verdiani, e una selezione dall’opera è stata proposta dalla pianista italo-americana Laurie Adamo-Ricigliano.

Le quattro regine

Costanza d’Altavilla, regina e imperatrice (1154-1198), madre di Federico II; la prima moglie dello Stupor mundi, l’imperatrice Costanza d’Aragona (1184ca.-1222); l’imperatrice Costanza (1231ca.- 1307/13) figlia naturale di Federico II e dell’amata Bianca Lancia, sposa bambina di Giovanni III Ducas Vatatze, imperatore d’Oriente a Nicea; la regina Costanza (1249-1300), figlia di Manfredi, altro figlio naturale di Federico II.
Quattro donne – la madre, la moglie, la figlia e la nipote dell’imperatore svevo – che divisero un nome importante e che non rimasero mai in secondo piano.

Constancia, Paliotto Carondelet

Constancia, la mostra

Prodotta interamente dall’IIC – organo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) per promuovere all’estero l’immagine dell’Italia e la sua cultura umanistica e scientifica – la
mostra riunisce pezzi provenienti da istituzioni, musei, biblioteche, archivi di Palermo e Monreale, collezioni private.
Tra i pezzi inediti in esposizione, il quarzo taglio cabochon che adornava la fibula del mantello con cui Federico II venne deposto nel sarcofago di porfido rosso nel 1251 nella Cattedrale di Palermo; gli anelli del corredo funebre e la placca con l’iscrizione che identificava il corpo dell’imperatrice Costanza d’Aragona; l’antichissimo Martirologio della Cappella Palatina e il rarissimo Typikón (“regolamento”) di una confraternita medievale bizantina in pergamena (1080); i famosi “orecchini di Costanza” dal Museo Abatellis e il ricchissimo paliotto Carondelet. Ideale introduzione
alla mostra, una preziosa riproduzione, realizzata dagli orafi Moramarco di Altamura, della celebre corona dell’imperatrice Costanza d’Aragona, esposta in Cattedrale a Palermo.

La visita virtuale alla mostra Constancia

Donne e potere nell’impero mediterraneo di Federico II, condotta dagli
stessi curatori, oltre a testi, approfondimenti e interviste a corredo, e un ciclo di video-lezioni dell’Università del Salento, saranno disponibili sulla piattaforma www.stanzeitaliane.it che da un anno costituisce il museo virtuale dell’IIC.

Le opere esposte

Tre grandi icone di Maria, donna e Madre di Dio, esempi della religiosità normanno-sveva legata alla cultura mediterranea, aprono il percorso espositivo nelle due sale messe a disposizione dell’IIC. Il mosaico (prima metà XII secolo) della Madonna Aghiosorítissa (dell’Intercessione) si accompagna al Typikón (regolamento) in pergamena (1080) dalla Cappella Palatina, e avvia un dialogo formale sia con la Madonna della Perla (1171) del Museo Diocesano di Palermo, che con la più tarda Hodighítria (Madonna della Bruna, metà XIII secolo) della Cattedrale di Monreale. Riporta alle celebrazioni eucaristiche dei monaci di Monreale lo straordinario Evangelistario (precedente al 1189), con delicatissime miniature che segnano graficamente il passaggio dalla tradizione normanna a quella sveva. La tradizione locale lega alla regina madre Costanza gli orecchini in filigrana d’oro conservati al museo Abatellis, mentre le preghiere del clero per l’imperatrice Costanza, moglie di Federico II, sono indicate nel Sacramentario dell’Archivio Storico Diocesano e nel Martirologio che per la prima volta lascia la Biblioteca Comunale
di Palermo (XII-XIII secolo).

Dal corredo nella tomba dell’imperatrice giungono i tre preziosi anelli d’oro con gemme policrome e la placca d’argento con l’iscrizione funebre, cucita nel drappo nel 1222 (esattamente 800 anni fa), e descritta nel volume di Francesco Daniele (esposto in copia originale all’IIC) che narrò l’apertura nel 1781 dei sepolcri regi e imperiali della Cattedrale di Palermo; il confronto con una tavola dello stesso volume ha consentito la localizzazione originaria del famoso quarzo (ritrovato di recente ed esposto per la prima volta in assoluto) nella fibula che chiudeva il manto sepolcrale dell’imperatore svevo.

Constancia, allestimento quarzo di Federico II

Ritorniamo a Costanza, moglie di Federico II: il suo nome compare nei due denari “delle nozze” (1209-1212) conservati al Museo archeologico Salinas; come reggenti del Regno di Sicilia, Costanza madre e Costanza moglie emanano due dei documenti esposti, redatti in favore della Cattedrale della città e datati 1196 (con il sigillo raffigurante l’imperatrice) e 1213. Del 1210 è, invece, un privilegio di Federico non ancora imperatore con il sigillo in ceralacca rossa di re di Sicilia. All’epoca di quest’ultimo e all’emblema della casata imperiale degli Staufer, rimandano le sei aquile con smalti azzurri cucite sul ricchissimo Paliotto Carondelet, parte del tesoro della Cattedrale diPalermo, ricamato in oro, seta e perle.

Costanza (figlia) è virtualmente presente anche nelle immagini dell’Evangelario in greco (tra XII e XIII secolo) a lei appartenuto, piuttosto
che all’omonima madre di Federico come voleva la tradizione, proveniente dal monastero femminile del Santissimo Salvatore. Il fascino di quell’epoca in Sicilia ritorna prepotentemente nel XIX secolo e si concentra in mostra sulla quarta Costanza (nipote di Federico II), personaggio chiave che spingerà il marito Pietro III d’Aragona alla guerra del Vespro nel 1282 contro gli Angioini appoggiati dal Papato: all’origine della guerra, leggenda vuole l’oltraggio dei soldati francesi ad una donna siciliana, come si vede nel dipinto di Bernardino Riccardi (metà‘800), parte di una collezione privata ed esposto per la prima volta. Federico II è ritratto anche da Giacomo Conti (1861) in un ambiente che ricorda vagamente la Sala della Fontana della Zisa di Palermo.

Da Monreale a New York

Dal Museo Diocesano di Monreale giungono a New York pezzi che non furono ricollocati dopo il devastante incendio che distrusse il Duomo nel 1811: il capitello e la base di una colonna, in porfido e un frammento di transenna in marmo con mosaici della seconda metà del XII secolo. L’apertura dei sarcofagi regi di Palermo nel 1781 – oltre alla cronaca del Daniele – ebbe uno strascico romantico nelle suggestioni dei viaggiatori del Gran Tour (in mostra il volume di Henry Gally Knight, London 1840), e influenzò gli artigiani di fine Ottocento: tra loro il mobiliere palermitano Andrea Onufrio che realizzò il cofanetto in osso(collezione privata,1889-90) che riporta sul coperchio l’incoronazione di Pietro III d’Aragona e Costanza.

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