La classica domanda “ma chi te lo ha fatto fare?”, Michele Sardo, candidato all’ottava circoscrizione di Palermo alle prossime amministrative, se l’è sentita rivolgere più volte. E lui risponde “l’entusiasmo e la voglia di spendermi per questa città”.
Classe 1974, sposato e padre di due bellissime bambine, Michele è un collega, iscritto all’Albo dal 2008, che ha iniziato la sua carriera professionale in radio, svolgendo l’attività di giornalista come speaker di radiogiornali e trasmissioni di intrattenimento e sportive. Ha lavorato in diverse emittenti televisive, ideato trasmissioni e scritto per diverse testate. Attualmente è Direttore Responsabile delle testate giornalistiche Palermo Live e Rosanero Live, direttore editoriale di Catania Live e responsabile della comunicazione dell’avvocato palermitano, ex consigliere comunale, Nadia Spallitta.
Noi de L’InchiestaSicilia abbiamo avuto la sensazione che poco spazio sia stato dato ai candidati alle circoscrizioni che pure dovrebbero essere l’avamposto del dialogo tra cittadini e Amministrazione comunale. Per questo abbiamo deciso di sentire l’opinione di uno tra coloro i quali credono in questa istituzione e vorrebbero vederla funzionare in linea con l’obiettivo per il quale è stata creata.
Michele, dal giornalismo alla politica: cosa ti aspetti da questa tua candidatura e quale pensi possa essere il tuo contributo?
“L’ idea di candidarmi non la vivo come un passaggio da una professione all’altra ma come un connubio. Da giornalista molto impegnato sul territorio ho potuto constatare, documentando e denunciando in articoli e video, l’abbandono in cui versa la nostra Palermo. L’ottava circoscrizione, che comprende il cosiddetto salotto bene della nostra città, non è da meno. Un vero e proprio degrado a cui bisogna porre rimedio, non solo documentando ma scendendo in campo. Il decentramento che propongono Miceli e Lagalla, candidati sindaci che a mio avviso si contenderanno la vittoria finale, è fondamentale per la funzione del consigliere di circoscrizione. Ho mille idee in testa e non vertono solo alla risoluzione delle criticità. Vorrei puntare al bello, rivalutando e risvegliando luoghi dimenticati, come la grotta dell’Acquasanta (borgata palermitana, ndr), dove scorreva un’acqua definita miracolosa, il cimitero inglese, la nave di pietra, Montepellegrino e il Santuario di Santa Rosalia. Grazie all’aiuto degli istituti d’arte, dell’Accademia di Belle Arti e degli artisti palermitani potremmo far diventare Borgo vecchio un luogo attrattivo per i turisti, una specie di Borgo Parrini. Un borgo allegro, colorato, ricco di folclore, di profumi, di opere d’arte da vedere, porterebbe benessere, aiutando tante famiglie disagiate. Altra cosa che mi sta a cuore sono i centri di aggregazione. Nei quartieri Malaspina-Palagonia, Libertà e Politeama c’è una massiccia presenza di anziani. Per loro nessuno ha mai pensato a luoghi di ritrovo. Eppure ci sono tanti edifici abbandonati al degrado”.
E poi ci sono i ragazzi…
“Anche i giovani hanno bisogno di supporto, di essere ascoltati, soprattutto dopo il periodo terribile che abbiamo passato. Bisogna lavorare con le scuole, con le parrocchie, con gli psicologi, creare punti di ascolto. Bisogna aiutarli ma anche inculcare loro amore verso la loro città. Serve senso civico ed è essenziale cominciare dai più piccoli”.
Non sono un po’ troppi 1200 candidati per 8 circoscrizioni? Come spieghi questi numeri? C’è davvero voglia di contribuire al bene comune o si cercano solo interessi di parte? Ci aspettiamo una risposta da giornalista e non da politico…
“È evidente che siano tanti. Negli ultimi anni si è diffusa l’idea che chiunque possa fare politica. Le circoscrizioni sono diventate una sorta di ufficio di collocamento per aspiranti consiglieri. Con tutto il rispetto, ho visto girare con i facsimile in mano gente improponibile per il ruolo che si andrebbe a svolgere. Però, l’errore lo fanno i partiti che quando scelgono un candidato guardano ai voti e non scelgono profili. Quando il gruppo left wing, area del Pd di Antonio Rubino, mi ha incontrato, due anni fa, per chiedermi se volevo fare strada con loro non ci ho pensato neanche mezza volta, proprio perché stavano puntando su curriculum e storia dei loro candidati, con l’intenzione di creare al più presto nuova classe dirigente. Questo, a mio avviso, dovrebbe fare chi va a creare una lista. Ma spesso è più importante riempire le liste senza curarsi di chi si mette dentro”.
Decentramento e circoscrizioni
Qual è il ruolo che spetterebbe alle circoscrizioni? Il cittadino cosa potrebbe aspettarsi da questo che dovrebbe essere il primo gradino di dialogo con un’amministrazione comunale?
“Col decentramento le circoscrizioni dovrebbero avere potere e portafoglio. In tutte le grandi città esistono i municipi. Qui da noi, al momento, un consigliere di circoscrizione può solo segnalare al Consiglio comunale o all’Assessore di turno. C’è chi, nonostante tutto, è riuscito a fare molto bene negli scorsi anni, lottando tanto. Ma non è così che dovrebbe funzionare. Bisogna affidare ruoli e competenze a chi conosce e vive i territori, mettendoli nelle condizioni di poter operare in autonomia”.
Poca comunicazione
Che ruolo hanno avuto le Circoscrizioni di Palermo con l’ultima Amministrazione? Non ti è sembrato, qualche volta, che sembrava ci fossero contrapposizioni invece che collaborazione?
“Non sono un consigliere uscente quindi ho poca contezza del clima tenuto all’interno delle aule, però da giornalista ho spesso avvertito un senso di impotenza, soprattutto da parte di quei consiglieri o quei presidenti di circoscrizione che non riuscivano ad avere legami stretti con Assessori o membri del Consiglio comunale. C’è un’evidente difficoltà di comunicazione tra i vari organi al momento. Ed è da qui che bisogna ripartire”.
Le amministrative di Palermo si giocano anche sulle liste per il Consiglio Comunale e per le Circoscrizioni, dunque, non solo il Sindaco. Pensi che il cerchio sul Consiglio e sulle Circoscrizioni, all’interno del centrosinistra, si sia chiuso tra i candidati del Pd e del M5S?
“Il Pd e il M5S hanno schierato i migliori uomini e le migliori donne per affrontare questa tornata elettorale. Volutamente, non hanno optato per tante liste ma hanno puntato su professionisti. Dall’altra parte è evidente che ci sia un centrodestra disunito, prova ne è la difficoltà a trovare un candidato sindaco. Abbiamo un’opportunità importante, ovvero il Pnrr, un piano che deve avvalersi di competenze per poter impiegare i fondi per il rilancio nel miglior modo possibile. Credo fermamente che la coalizione progressista sia in grado di farlo per gli uomini messi in campo. Sul centrodestra ho seri dubbi, sia per le suddette spaccature interne, che continueranno in ottica regionali, sia perché all’interno della loro coalizione c’è Prima l’Italia, ovvero la Lega di Salvini, storicamente contro il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.
Una tornata elettorale con troppi déjà vu
A tuo avviso, in questa campagna elettorale, ci sono più déjà vu oppure volti nuovi?
“Direi troppi dejà vu. Il problema vero è che la poltrona e il potere, una volta raggiunti, non li vuole mollare nessuno. La politica andrebbe interpretata come servizio e non come posto fisso. Ad un certo punto bisognerebbe rendersi conto che va dato spazio a nuove idee, a nuovi profili. C’è chi è entrato giovane a Sala delle Lapidi e oggi ha i capelli bianchi e le rughe. La cosa divertente è che nei manifesti elettorali alcuni di loro usano le foto di 20 anni fa per apparire sempreverdi”.
Ci vogliono più giovani
E i giovani? Che posto hanno nelle candidature del centro-destra e del centro-sinistra?
“I giovani sono ancora pochi, in ambedue gli schieramenti. Ne servirebbero molti di più. Loro sono il presente e il futuro, hanno idee nuove ed originali, e sono al passo coi tempi e con le nuove tecnologie. Il loro apporto è fondamentale per una vera ripresa. Ma per dare spazio ai giovani serve che qualcuno degli anziani di cui parlavamo prima molli la propria poltrona. L’appello è agli elettori: abbiamo un’arma, la matita. Sfruttiamola, iniziando dal 12 giugno prossimo”.