Visita guidata ai Ripari preistorici di Termini Imerese. Nell’ambito delle “Giornate Europee dell’Archeologia”, organizzata da BCsicilia, con l’Associazione HimerAzione, si è tenuta a Termini Imerese nei giorni scorsi, l’iniziativa: “Sulle tracce delle antiche Comunità di Cacciatori e Raccoglitori: visita guidata ai Ripari preistorici di Termini Imerese”. Una visita, che noi potremmo ripercorrere, seguendo le tracce fornite da BCsicilia nel corso di questo articolo
“L’uomo sembra essere
arrivato molto tardi in Sicilia”, scriveva negli anni ’50 del secolo scorso,
il padre della preistoria siciliana Luigi Bernabò Brea nel suo libro “La
Sicilia prima dei greci”, durante il Paleolitico finale, quando l’ambiente
aveva raggiunto l’attuale configurazione ed il clima era leggermente più freddo
dell’attuale.
Egli non era diverso da noi: era l’Homo Sapiens Sapiens del tipo di
Cro Magnon (dal nome del riparo della Dordogna, nella Francia meridionale, dove
fu rinvenuto nel 1868). Facendo tesoro dei reperti sopravvissuti, custoditi nei
Musei di Termini Imerese e Palermo, si può affermare che il territorio
termitano sia stato frequentato da gruppi di cacciatori e raccoglitori
paleolitici (all’incirca 13000–8000 a. C.) e poi da comunità umane che hanno
attraversato tutto l’arco della preistoria siciliana.
Un lungo viaggio
Il percorso è un lungo viaggio attraverso la presenza dell’uomo preistorico nel territorio termitano a partire dalla prima scoperta, circa 150 anni fa, per opera dell’erudito sacerdote Carmelo Palumbo, che rinvenne in una contrada di Termini i segni dei nostri antichissimi padri, allorquando traevano vita nomade e quasi selvaggia.
Il Riparo del Castello
Il sito venne scoperto nel 1899 durante i lavori di sbancamento per la costruzione di una rotabile che dalla parte bassa conduceva alla parte alta della città. Dalle ricerche archeologiche effettuate il riparo è stato datato al Paleolitico superiore. Nel deposito furono rinvenuti un numero inconsueto di utensili litici e schegge di lavorazione, tanto da essere denominato “officina preistorica”. Per una serie di circostanze particolari il sito divenne famoso in tutta Europa e fu visitato dai maggiori paletnologi dell’epoca.
Il Riparo di Borgo scuro
Il riparo si trova nella valle del San Leonardo in una sorta di promontorio roccioso con una parete larga, alta una trentina di metri. La prima segnalazione della presenza del sito preistorico risale al 1985. Il riparo risale al Paleolitico superiore, datazione che viene confermata dalla presenza di un piccolo gruppo d’incisioni lineari all’altezza del piano di calpestio su una parete molto levigata alcuni metri a sinistra dello scavo. Si tratta di una decina di linee lunghe da 4 a 17 cm. con l’andamento verticale, con tratto netto e sezione a V, larga circa cm 0,2.
Il Riparo di Contrada Franco
La Contrada Franco si
trova nel lato orientale del Monte S. Calogero. Si tratta di una parete
rocciosa lunga circa 50 m, alta circa 40 m, sulla quale passa il confine
comunale Termini Imerese-Sciara. In questa parete, che guarda verso il Fiume
Torto, distante alcune decine di metri dalle omonime case con annessa
chiesetta, si apre una fessura che può ospitare due persone in piedi. Sulla
parete destra a circa m 0,70 dal suolo della stessa, si trovano quattro
incisioni lineari lunghe da 2,5 a 18 cm. con sezione ben marcata a V, sparse in
uno spazio alto circa un metro. Sull’opposta parete si trovano invece 24
incisioni lineari e diciannove di queste sono raggruppate, lunghe da 2 a 18 cm.
Furono le prime incisioni lineari rinvenute in Europa. Lo stanziamento risale
al Paleolitico finale.
L’affascinante mondo dell’Archeologia: laboratorio didattico per ragazzi propedeutico ad uno scavo simulato
Sempre nell’ambito delle “Giornate Europee dell’Archeologia”, organizzata da BCsicilia, questa volta, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” si è tenuta a Trabia, l’iniziativa: “L’affascinante mondo dell’Archeologia: laboratorio didattico per ragazzi propedeutico ad uno scavo simulato”.
Il laboratorio didattico di archeologia ha l’obiettivo di aiutare i ragazzi a scoprire in modo avvincente e giocoso il passato e stimolare nei giovani la curiosità nei confronti di una disciplina che parla attraverso i materiali antichi. Lo scopo è quello di iniziare i “piccoli Indiana Jones” all’archeologia. Un incontro propedeutico alla successiva esperienza di archeologia sperimentale.