A proposito di questi due…
Segnalazioni cinematografiche
Elvis (id., Australia/USA, 2022) di Baz Luhrmann con Austin Butler, Tom Hanks, Olivia DeJonge, Kelvin Harrison Jr.
Non si ferma un attimo questo biopic musicale fuori dai canoni (al di là di alcune scene familiari comunque intonate) firmato Luhrmann (assente da troppo), concentrato sull’ascesa (in sapienti frammenti) del ragazzo che, ispirato dalla black music (quanti cantanti neri avrebbero potuto sfondare prima di lui?), diede la spinta finale al rock’n’roll (Butler, che compensa la scarsa somiglianza con Presley a colpi d’anca) fino a condurlo in una gabbia dorata, con nette responsabilità del laido e losco manager detto Parker, nel quale si trasfigura un insolito Hanks, incarnazione delle catastrofiche narrazioni alternative odierne. Che in un contesto così “agitato”, fatto anche di eleganti riarrangiamenti di sottofondo, si ricordino le desolanti sorti del reverendo King e di Bob Kennedy non può che aggiungere punti.
Black Phone (The Black Phone, USA, 2021) di Scott Derrickson con Mason Thames, Ethan Hawke, Madeleine McGraw, Jeremy Davies
Si ricostituisce la squadra di Sinister (l’onesto regista Derrickson + Hawke che non teme più ruoli indifferibilmente negativi). Lo studente insicuro (da manuale) Finney, rapito – come altri coetanei ben più piazzati – da un recidivo maniaco con passione per le maschere (horror impone) e aiutato durante la prigionia (via telefono dismesso) dalle smarrite vittime precedenti, è chiara metafora d’un difficile coming of age (occhio a sorella e padre) in cui tutto serve. Un’applicazione corretta del genere, non un modello adeguato ai tempi. L’autore del racconto di partenza, Joe Hill, è figlio di Stephen King…