Debutta martedì 1 novembre, alle ore 21.00 al Teatro Biondo di Palermo, il Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare tradotto e adattato da Angela Dematté per la messa in scena diretta da Andrea Chiodi e prodotta dal LAC di Lugano insieme al Centro Teatrale Bresciano e al Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano di Milano.
Dopo il successo de La bisbetica domata, Andrea Chiodi torna a collaborare con il LAC firmando la regia della più famosa commedia di Shakespeare. La nuova produzione vede in scena un cast di quattordici attori, molti dei quali alla loro prima prova importante dopo il diploma alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano: Giuseppe Aceto, Alfonso De Vreese, Giulia Heathfield Di Renzi, Caterina Filograno, Igor Horvat, Jonathan Lazzini, Sebastian Luque Herrera, Alberto Marcello, Marco Mavaracchio, Cristiano Moioli, Alberto Pirazzini, Emilia Tiburzi, Anahì Traversi, Beatrice Verzotti.
Un progetto che viaggia sul doppio binario realtà-fantasia, seguendo la strada suggerita dall’autore di tornare – attraverso il mezzo del gioco – in contatto con l’irrazionale, con il bambino che ognuno ha dentro di sé.
Protagonisti i sentimenti
La commedia è una girandola di amori e corteggiamenti, che coinvolge umani e creature fatate. Teseo, duca di Atene, per celebrare le nozze con Ippolita, regina delle amazzoni, proclama giorni di riti e feste. Bottom e altri artigiani, per l’occasione, decidono di mettere in scena la storia di Piramo e Tisbe recandosi nel bosco per le prove. Lì ci sono anche Lisandro ed Ermia, che si amano e stanno fuggendo da Atene perché il padre di lei vorrebbe darla in sposa a Demetrio; quest’ultimo insegue la coppia di amanti, rincorso a sua volta da Elena, di lui perdutamente innamorata. Oberon, il re delle fate, e Puck, il folletto che è al suo servizio, si divertono confondendo gli amori dei quattro giovani e spingendo Titania, sposa di Oberon, ad una arcaica passione. Amanti, artigiani e fantasie mischiano così, nel bosco, i loro mondi. La trama di equivoci, litigi e confusione si scioglie quando il re Oberon riesce a dissipare tutti gli incanti. Dopo aver rintracciato gli innamorati, il duca Teseo ufficializza le unioni secondo i sentimenti.
Il Sogno come un gioco di bambini
«Il mio Sogno – spiega il regista – vuole partire da qui, dal gioco dei bambini, un gioco che diventa però molto serio perché capace di indagare sulla natura dell’uomo e di descrivere gli stadi di evoluzione di una vita umana, e Shakespeare lo fa, nel Sogno, facendoci fare un percorso nei vari stadi della vita: l’infanzia nel prologo, l’adolescenza nel bosco incantato e complesso e la maturità nel finale. Realtà e fantasia, Atene e la foresta incantata, Teseo e Oberon, tutto nell’opera ci racconta di razionalità e magia, di pensiero e rituale, sempre su un doppio binario».
Le scene dello spettacolo sono di Guido Buganza i costumi di Ilaria Ariemme, le musiche di Zeno Gabaglio e il disegno luci di Pierfranco Sofia.
Repliche fino al 6 novembre.