Parliamo di un grande dipinto che diviene racconto, forse, una delle opere più importanti di Francesco Guadagnuolo: “La piccola grande Libreria-Salvatore Sciascia”. La nuova opera è stata realizzata dall’artista a Roma nel 2022, il quale si è trasferito da Caltanissetta nella Capitale nel 1974 e, nonostante la lontananza, ha avuto sempre un particolare sentimento per la sua Città natale. Per chi è figlio di Caltanissetta, ogni volta che si parla di personaggi intellettuali illustri, si cita la nota Libreria Sciascia, che ha raccontato un’attività ricca di vitalità culturale della Città. La Libreria Sciascia negli anni successivi al dopoguerra ha pubblicato il fior fiore degli scrittori dando ai visitatori che entravano nella Libreria, un’esultanza di colori dominato dai libri. Per queste ragioni, Guadagnuolo ha dipinto “La piccola grande Libreria-Salvatore Sciascia”cogliendo nel segno lo stato d’animo di ciò che si respirava al suo interno e nell’incontrare l’Editore personaggio carismatico del nisseno, per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo lo ricorderà sempre, non essendo un personaggio che ingiallisce nel tempo. Ma adesso che la Libreria di Corso Umberto non esiste più, il quadro è divenuto realtà dipinta, testimonianza della Libreria ove Guadagnuolo è riuscito a effigiare l’epoca culturale di Caltanissetta e falla rivivere tra un passato straordinario ed il tempo presente, ma anche futuro agli occhi degli spettatori.
Se nel 1974 Renato Guttuso ha lasciato testimonianza di sicilianità con la grande “Vucciria” che immortala Palermo, circa 50 anni dopo l’artista Guadagnuolo realizza l’opera “La piccola grande Libreria Salvatore Sciascia” che si occupa della nascita culturale del dopoguerra. Salvatore Sciascia volle un apporto culturale per Caltanissetta nonostante la sua ubicazione geografica fosse al centro della Sicilia, periferica per la cultura, questo non rappresentò per l’Editore un impedimento poiché realizzò un ponte culturale tra Caltanissetta e la Capitale.
Nel celebre dipinto di Guttuso si parla del più importante e caratteristico mercato, con lo sfavillio cromatico, la corporeità della calca e le derrate straripanti sui tavoli. La “Vucciria” non è solo mercato siciliano, è un paese di concordanza di interessi, laddove accadono trattative di ogni genere oltre comprare i prodotti dai profumi particolari possiamo dire che rappresenta un passaggio di energia nonché il sentimento della città.
Caltanissetta e Palermo – Cultura e Cibo sono diventati, grazie a Guadagnuolo per la Città di Caltanissetta, che ci dà una descrizione di una realtà culturale nutrita dai libri, mentre grazie a Guttuso per la Città di Palermo, ci dà una realtà quotidiana fatta di cibo, nutrimento di vita, che sono entrambi l’anima simbolica dell’umanità siciliana. I due artisti sembrano bloccare un tempo trascorso ma propagato, consegnandolo alle future generazioni. Nei due quadri di grande dimensione possiamo dire che ci sono delle similitudini. In Guttuso c’è l’accumulo della merce in vendita una grande natura morta vivace e colorata, in Guadagnuolo c’è l’accumulo dei libri, la cultura fatta di penombre e apparizioni. In Guttuso c’è l’abbondanza, ne coglie la natura e la sua decadenza. In Guadagnuolo ci si sente la circolazione culturale, la malinconia, la luminosità dell’esistenza e del sonno eterno, tutto nel rimando del tempo.
Un’anticipazione del grande evento culturale nel 2023
Il quadro “La piccola grande Libreria Salvatore Sciascia” è una sorta di omaggio dell’artista all’Editore Salvatore Sciascia e alla Città di Caltanissetta che gli è valso l’appellativo di “Piccola Atene”, dallo scrittore Leonardo Sciascia. Non a caso l’opera è nata per una riconoscenza nei riguardi della Casa Editrice che ha allargato gli orizzonti culturali nisseni attraverso Roma.
Nel grande quadro, di circa tre metri per un metro e mezzo, realizzato ad olio su tela, è effigiata la caratteristica Libreria Salvatore Sciascia che era ubicata in Corso Umberto a Caltanissetta. A rendere l’atmosfera è la presenza di alcuni scrittori, filosofi e poeti ritratti da Guadagnuolo che occupano tutto lo spazio con realismo evocativo come se si volesse riconvocarli in vita. Gli intellettuali effigiati, ben dodiciappaiono ambientati a quello stretto incontro, in quanto la Libreria, in cui si svolge la cultura, è proprio stretta, al centro campeggia l’Editore. Tutti i personaggi paiono impegnati nei loro raccoglimenti e si avverte che vivono una situazione culturale di amicizia dove ascoltano Salvatore Sciascia che presenta un nuovo libro della sua Casa Editrice, espressione di comunicabilità culturale che riusciva a dare nel suo innovativo cenacolo nisseno, ponendo un ideale ponte intellettuale con la Capitale.
Emozioni personali
L’intento di Guadagnuolo su quest’opera è stato di riuscire a mettere a frutto, con la sua esperienza di ritrattista, quella forza evocativa data dalla narrazione per rappresentazione congiunta all’inventiva compositiva, mirando a esortare nel pubblico una reazione di tipo emozionale in complemento al pensiero intellettuale. L’idea della preparazione della tela deriva dalla sentita emotività che originava all’artista in gioventù quando varcava la soglia della storica Libreria, l’osservazione di tutti quei libri lo interessavano e lo incantavano. La Libreria Salvatore Sciascia era, per certi versi, un’arena culturale e formativa fatta di scenari colorati dati dalle multiformi copertine dei libri allestite intorno ai tavoli per soddisfare i desideri letterari. Pertanto “La piccola grande Libreria Salvatore Sciascia” di Guadagnuolo è un’opera di evocazione dinamica, di riflessiva introspezione, che conquista l’osservatore, capace di afferrare lo spirito della cultura nissena di quel tempo.
Memoria e immagine culturale si diffondono nei personaggi ritratti che non vogliono essere una semplice storia illustrativa, a farli essere compresenti e propagarsi tra loro, ma un resoconto più sincero e dialettico di alte presenze contemporanee: Giorgio Caproni, Pier Paolo Pasolini, Franco Fortini, Roberto Roversi, Achille Campanile, Leonardo Sciascia, Valerio Volpini, Ferruccio Ulivi, Rosario Assunto, Angelo Romanò, Ezra Pound, Mario La Cava. Al centro Salvatore Sciascia l’Editore che sta vicino ai suoi fedeli scrittori intellettuali. A destra, sulla scala, come solito fare, a cercare i libri, c’è Gaetano Buscemi, amichevolmente “Tano”, leggendario impiegato della Libreria. Dalla porta di entrata, la visione di una parte di Corso Umberto dove si nota la Chiesa di Sant’Agata al Collegio tra i più scenici complessi religiosi della città. Il radioso stile Barocco siciliano emerge, infondendone un incanto originale nella sua natura. Guadagnuolo le ha dato un’area metafisica, con accenni cromatici che va dall’oro al rosato ai tenui gialli, da pochi tratti nella quasi schizzata Chiesa amalgamandosi con la piazza circostante, com’è solito fare l’artista nei suoi appunti di viaggio.
Il dripping per la libreria Sciascia
Tutta l’opera è stata realizzata con la tecnica del dripping che ha permesso all’artista più movimento nell’azione pittorica, fatta di sgocciolature, macchie di colore e segni, e ovviamente stesure cromatiche che qualificano le forme, il tutto nella risoluzione e superamento del consueto realismo. L’intramontata passione di Guadagnuolo per il mondo letterario lo porta al legame arte e letteratura e la rilettura evocativa della maggior parte degli scrittori ritratti che sono stati anche amici di Guadagnuolo, che ricorda con affetto e con una certa malinconia per non averli più tra noi, per questo l’opera trasmette anche parte del pensiero autobiografico dell’artista. Guadagnuolo affronta la grande dimensione del dipinto, in chiave Transrealista, giacché tutti gli intellettuali ritratti oggi, sono scomparsi, per cui c’è un tempo passato in un tempo presente, ragionando sull’importanza culturale che essi hanno assunto e che hanno lasciato ai posteri. Guadagnuolo lo realizza nel momento dell’incontro che ci fa scoprire come possa vivere un innovativo realismo in arte, l’accostamento con la consapevolezza della vita e della realtà passata, dandone un realismo “rivelatore” nella sua applicazione di rivelare il mondo con visione transreale, fuori dalla realtà, oltrepassando la storia presente per immergerci nel passato per poi ritornare al presente fondendo i due aspetti.
Inoltre pensando all’oggi, si può fare un’altra considerazione, che diventa valore aggiunto, in quanto il dipinto analizza la condizione di stato sociale dell’uomo comune, nel suo difficile rapporto con il mondo culturale, una materia più che mai odierna, sentita oggi, che ci porta a pensare sugli inattesi isolamenti sociali causati dai mezzi di comunicazione digitali: internet, social network, televisioni, ecc. che diventano responsabili della cosiddetta cultura di massa. É necessario riscoprire le proprie identità culturali storiche e per fare ciò bisogna mostrare, come ha fatto Guadagnuolo, attraverso la sua opera laddove identità e cultura vanno di pari passo insieme per allargare quelle conoscenze superiori che sono fondamentali per l’evolversi dell’umanità e per il nostro modo di vivere. Questo è il messaggio che intende trasmettere Guadagnuolo a tutti i giovani volenterosi del suo dipinto educativo-istruttivo che ci porta a migliori risultati nella comprensione della vera cultura facendoli entrare nella grande tela pittorica e viverla intimamente nella considerazione dei grandi pionieri della storia culturale che sono, oggi più che mai, indispensabili com’è stato Salvatore Sciascia Editore a Caltanissetta. Guadagnuolo ci ha restituito il suo più appassionato dipinto culturale, espressamente intenso di italianità, sulla realtà della sicilianità che conta.
Articolo a cura di Critica ArteContemporanea