Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Rosa Di Stefano: divulgando arte e cultura

La sua iniziativa ricorda i salotti letterari ottocenteschi dove si riunivano le menti più colte e le penne più abili. Giornalista e madre di due figli, nonché imprenditrice a tutto tondo, Rosa Di Stefano ha portato in città una ventata di cultura di altri tempi

di Patrizia Romano

di Adelaide J. Pellitteri

Rosa Di Stefano. Imprenditrice palermitana nel settore ricettivo, amante della poesia e di ogni forma d’arte capace di trasformarsi in sentimento, nell’inverno appena trascorso ha aperto la dimora storica Il Palazzo del Poeta, accogliendo autori e personalità di vari campi con l’intento di promuovere e divulgare il pensiero critico e formativo, in una sola parola la cultura. La sua iniziativa ricorda i salotti letterari ottocenteschi (anche la location contribuisce a tale associazione) dove si riunivano le menti più colte e le penne più abili, dai quali abbiamo ereditato i grandi “Classici”. Ricorda anche i salotti, i circoli e i caffè letterari sorti lungo le sponde del Tevere negli anni sessanta, quelli frequentati da Pasolini, Montale e tanti altri.

Un tè con l’autore

Proponendo Un tè con l’autore, ospita gratuitamente presentazioni libri, mostre, dibattiti, scrittori e non solo. Una valida opportunità per ogni artista, mentre la ristretta selezione è un ulteriore sigillo di qualità. Attualmente direttore artistico dell’istituzione di alta cultura Gianbecchina nel comune di Gangi, giornalista e madre di due figli, Rosa Di Stefano è un’imprenditrice a tutto tondo.

L’input

L’Inchiesta Sicilia – In una società che spende sempre meno per i libri e concede più tempo alle chiacchiere da talk show che alla riflessione, lei sembra andare contro corrente.
Ci spiega qual è stato l’input?

L’amore per i libri

Rosa Di Stefano – Controcorrente è una parola impegnativa. Diciamo che non ci si accorge di esserlo e che a un certo punto hai la sensazione che siano gli altri ad andare nella direzione sbagliata. In realtà ho avuto la fortuna di avere genitori meravigliosi, che mi hanno circondata di affetto e di … libri. Che poi è un modo speciale di dimostrare amore per i figli. Quando senti il profumo dei libri, i passatempi consueti non ti soddisfano, non provi noia. E io continuo. E ti sembrerà strano ma ogni volta che scelgo un nuovo libro, non posso fare a meno di apprezzare il profumo della carta prima di acquistarlo.

Le aspettative

L’Inchiesta Sicilia – La risposta è stata pari alle sue aspettative?

In percentuale la quantità di persone interessate alla fruizione della cultura è assai ristretta rispetto a chi preferisce vivere piaceri effimeri, che popolano mondi superficiali e virtuali dove l’essere è sostituito dall’apparire e nei quali vivere coincide con consumare non soltanto gli oggetti ma il nostro stesso prossimo. Eppure, nel mio piccolo salotto viviamo grandi emozioni, perché quella parte colta della città, avida di confronti e di crescite culturali, arricchisce così tanto i nostri animi che compensa numericamente questo sbilanciamento.

Le spose bambine

L’Inchiesta Sicilia – Lei si è mostrata sensibile all’argomento spinoso della condizione delle “spose bambine”, tanto che su Rai 1 è andato in onda un servizio a lei dedicato. Ci racconta da dove nasce questa sua idea?

Un fenomeno da combattere attraverso la diffusione capillare di valori

Rosa Di Stefano – Per molti anni ho svolto l’attività di volontariato in quartieri in cui le “spose bambine” nate dalle “fuitine” erano quasi una routine e questo argomento mi ha sempre toccato emotivamente in modo profondo perché la violenza, specie quella sulle donne, non è espressione della singola brutalità di individui, ma il frutto avvelenato di una weltanschauung malata, di una visione del mondo che considera gli esseri umani – e le donne in particolare – come oggetti da usare e gettare via quando non servono più. Anche qui l’unica arma non sono solo leggi più severe ma una diffusione capillare di valori e di cultura.

Contatti con le realtà territoriali

Per questa ragione ho iniziato a comunicarlo in primis ad alcune scuole della città, proprio il giorno dedicato alla “festa della donna” e sul progetto, è caduta immediatamente l’attenzione dei media nazionali, ho ricevuto anche il patrocinio dall’ordine dei giornalisti e adesso il progetto sta arrivando in Europa, ma spero di poterlo raccontare presto in una prossima intervista.

Rosa Di Stefano – In quel servizio abbiamo appreso che a farle scattare l’interesse è stata una poesia di Lucilla Trapazzo. Ciò conferma che: solo il pensiero dell’uomo sa toccare le corde più profonde di un altro uomo. Le chiedo: possiamo ancora credere in questo magico potere della letteratura? Oppure anche qui (tutti scrittori e pochi lettori) ci stiamo trasformando in maestri di noi stessi, incapaci di imparare e con nulla da insegnare?

Una sposa bambina raccontata dalla madre

Rosa Di Stefano –“Le menti degli uomini sono specchi di altre menti” diceva Hume e in me la poesia di Lucilla Trapazzo ha tracciato la via del racconto di una storia, terribile, quella di una sposa bambina narrata dal punto di vista della madre. Ho trasformato una poesia in un video dolcissimo e straziante, per fa si che il messaggio compenetrasse nella memoria delle nuove generazioni, grazie anche alla sua melodia da ninna nanna che, purtroppo accompagna piano piano allo strappo violento della vita.

La letteratura cambia solochi ha voglia di ascoltare

Se la letteratura ha ancora un potere magico su cui credere io penso che in realtà sia la letteratura che la poesia non hanno alcun potere di cambiare chi non è disposto ad ascoltare. Ecco quale dovrebbe essere la missione dell’insegnante: lasciare che i fanciulli imparino a rimettersi in discussione, rinnegando l’idea degli adulti, immobili nella loro presunzione di essere sempre nel giusto. Unlibro ci interroga, ci consola, ci mortifica, ci esalta, ci commuove.

Tra gli incontri più interessanti

L’Inchiesta Sicilia -Tra i tanti incontri tenuti nel suo salotto, interessante è stato quello con il Giudice Lorenzo Matassa su “La giustizia e il suo contrario” (titolo ben significativo). Un altro pomeriggio ha visto protagonista Vincenzo Pipitone con la sua mostra fotografica Corpi in-tensione. Cito solo questi per sottolineare come Lei sia orientata verso la più ampia visione e rappresentazione della cultura. Chiusa questa stagione, ha già un programma per il prossimo inverno?

Esperimenti di comunicazione creativa

Rosa Di Stefano – La vita di un magistrato che racconta se stesso negli ultimi quarant’anni di eventi efferati di mafia e violenza, si, ho voluto raccontarla così, “La riflessione a voce sussurrata sulla Giustizia e il suo contrario” che ho scritto per il giudice Lorenzo Matassa. Un esperimento di comunicazione creativa ambiziosa in cui il protagonista ha parlato di sé con tre profili totalmente diversi e in simultanea: la cronaca, la vita e la sua coscienza.

Un’apnea emotiva

Un momento di fortissima introspezione che ha mantenuto incollata l’attenzione dei numerosi ospiti presenti per quasi due ore. Un’apnea emotiva, difficile ancora da dimenticare. Così come la mostra fotografica Corpi in-tensione che ho fortemente voluto e prodotto dopo aver visto alcuni degli scatti del talentuoso fotografo Vincenzo Pipitone in cui il corpo umano, senza vesti, in bianco e nero è ritratto in luoghi disabitati della Sicilia, diventando un tutt’uno con lo spazio circostante per esprimere uno stato d’animo riflesso nel circostante. Queste foto sono divenute anche oggetti per contribuire alla ricerca contro il cancro.

Tutto in beneficienza

A seguito di un’asta di beneficienza è stato devoluto tutto il ricavato alla Lilt di Palermo. Ma la rassegna “Un tè con l’autore” ha visto passare dai suoi saloni dal 9 dicembre allo scorso 30 maggio, senza interruzioni, ben 45 autori, 38 case editrici, quasi tremila persone, 10 attori teatrali e un miliardo di emozioni tradotte in parole. Il prossimo 15 settembre riparte con grandi novità e non si fermerà fino alla prossima estate.

L’Inchiesta Sicilia – Per concludere la nostra conversazione le chiedo di rispondere a una domanda che NON le ho fatto.
La domanda che non mi hai fatto?
Scriverai mai un tuo libro?
Rosa Di Stefano – Quando mi chiedono il motivo per cui io non ho mai scritto un libro, anche se ho sfornato milioni di pagine sparse, più o meno belle, è perché io mi reputo una lettrice. Io amo leggere e non smetterò mai di farlo perché mi arricchisco di storie con le quali poter capire, riflettere, ragionare e ricercare anche un senso e un significato a ciò che siamo, alle nostre origini, dare le ali alle fantasie, conoscere le svariate prospettive della vita e scegliere, discernere, saper dire Sì e anche i No.

L’Inchiesta Sicilia – La ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato, scoprire realtà propositive come la sua arricchisce noi e i nostri lettori

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