Yuliana Trengia*
Sempre peggio: adesso, raddoppia l’IVA su assorbenti e prodotti per l’infanzia. Nell’ultima conferenza stampa la premier Giorgia Meloni ha dato conferma del fatto che le esigenze delle donne e dei bambini passano sempre in secondo piano. La prova è l’ultima dichiarazione nella bozza della Manovra finanziaria e prevede che assorbenti, coppette mestruali, latte in polvere e prodotti per l’infanzia tornino al 10% di IVA. Il governo Meloni però nella prima campagna elettorale ne aveva annunciato l’abbassamento dal 10% al 5% e così fu a dicembre, nonostante lo stupore eravamo tutti soddisfatti di questo traguardo considerate le tante iniziative promosse di regione in regione, attraverso campagne, comunicati e dirette Facebook con sindaci e Senatori della Repubblica per ottenere l’auspicato abbassamento dell’IVA dal 22% al 10%. Ma la felicità è durata poco, dopo questa notizia, che nessuno si aspettava, ci rendiamo conto che in Italia quando si pensa di fare un passo avanti, poi si torna indietro di dieci.
Intanto, raddoppia l’IVA su assorbenti e prodotti per l’infanzia
Durante gli ultimi due anni ci siamo impegnati molto su questo tema. L’IVA sugli assorbenti rappresenta un’ingiustizia. In primis perché si tratta di beni di prima necessità. Nessuna donna decide nella propria vita di avere ogni mese le mestruazioni. Federconsumatori ha sempre sottolineato quanto sia importante abolire la tampon tax. Ogni donna nel corso della propria esistenza affronta più di 450 cicli mestruali, con l’inizio del menarca a 12 anni fino alla menopausa a 52 anni circa. Inoltre, ogni ciclo mediamente dura 5 giorni, quindi, utilizza 5 o 6 assorbenti al giorno. Con un totale di 25 nell’arco di un ciclo sono circa 11500 assorbenti ed una spesa pari a 4140 euro. Un lusso che non tutte le famiglie si possono permettere, considerato che le donne possono essere più di una per nucleo familiare e non sempre le esigenze sono le stesse. Ognuna necessita di determinati prodotti a volte reperibili solo in farmacia con un costo superiore al supermercato.
Ci chiediamo, quindi, perché raddoppia l’IVA su assorbenti e prodotti per l’infanzia.
Una questione di gender equality
Il governo italiano non si rende conto che è una questione di gender equality. Soprattutto, ancora, non ha compreso che esiste la povertà mestruale. Tema, questo, affrontato in gran parte dei Paesi europei che hanno già abolito l’IVA da anni. Questi stessi Paes si sono monitorati affinché le famiglie in difficoltà possano usufruire gratuitamente di questi prodotti, non solo nelle scuole, ma anche nei supermercati.
Inoltre, il diritto alla salute delle donne è una questione di Welfare. Infatti, le donno che non possono cambiare frequentemente gli assorbenti incorrono in gravi malattie come l’infertilità, se non addirittura nella morte.
Professare la famiglia tradizionale e aumentare le spese per l’infanzia
Lo stesso governo che professa la famiglia tradizionale e che pretende più nascite aumenta la tassa sui pannolini e prodotti della prima infanzia, nonostante l’Italia rappresenti il paese dove ogni anno la natalità cala sempre più a picco. Non dimentichiamo che per mantenere un bambino i primi 12 mesi si va da un minimo di 7000 euro a un massimo di 17000 euro di spesa.
Massima sfiducia nelle istituzioni
La sfiducia nelle istituzioni è al massimo. Politica e cittadini ormai fanno fatica ad incontrarsi. Sicuramente stiamo vivendo gli anni peggiori. Dopo una pandemia, i conflitti ed una crisi economica sempre più pressante, non vengono tutelati i diritti fondamentali dei cittadini da chi ci dovrebbe rappresentare, ma sono sempre di più i tagli ai diritti inviolabili in un paese che è tutto tranne che civile.
Noi continuiamo a combattere per raggiungere la parità su ogni fronte, ma chiediamo alle istituzioni non solo ascolto, ma concretezza e coerenza.
*Federconsumatori Sicilia