Elezioni regionali: proseguono gli incontri tra Cgil Cisl e Uil siciliane e i candidati alla presidenza della Regione, in vista delle elezioni del 5 novembre. Lunedì 23 sarà la volta di Fabrizio Micari, alle 15,30 nella sede della Cgil regionale, in via Bernabei 22 a Palermo. Qualche giorno fa il confronto con Claudio Fava. Dopo Micari, sono già in agenda Nello Musumeci, con il quale i sindacati si incontreranno venerdì 27 alle 10,30 nella sede della Cisl regionale, in piazza Castelnuovo 35 a Palermo. E sempre il 27 nella sede regionale Cisl, ma alle 13, il confronto con Roberto la Rosa. Il faccia a faccia, sulla base di un documento programmatico in cinque punti messo a punto dalle organizzazioni guidate da Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo e Claudio Barone, spedito nei giorni scorsi a tutti i candidati alla poltrona di palazzo d’Orleans. A tutti è stata chiesta la disponibilità all’appuntamento, a una discussione di merito. E nel caso di elezione, a “impegni precisi” su lavoro e sviluppo, occupazione giovanile, infrastrutture materiali e immateriali, contrasto alle diseguaglianze sociali e alla povertà, legalità, risanamento e riforme. Per Cgil Cisl e Uil, sono questi i temi che devono state “al centro di qualunque politica punti seriamente a interrompere il declino della regione e a intraprendere una nuova strada di sviluppo”, come recita in premessa il documento, che leggete di seguito.
Ai candidati alla Presidenza della Regione
Premessa:
I dati degli aggregati economici confermano il preoccupante declino del “sistema Sicilia”, sia sotto l’aspetto economico che sociale. Il Pil dell’Isola, tra il 2008 ed il 2016, ha registrato una perdita di 13 punti percentuali. Il valore aggiunto dell’industria è calato del 40%, gli investimenti del 50% e i consumi delle famiglie del 12%. Sono andati persi oltre 120 mila i posti negli ultimi 8 anni, e gli indicatori relativi al mercato del lavoro classificano la Sicilia nelle ultime posizioni. L’unico primato riguarda i tassi di povertà relativa ed assoluta e il tasso di disoccupazione giovanile, pari al 57%. A fronte di questo quadro economico e sociale drammatico non c’è stata un’iniziativa politica e di governo capace di invertire la rotta. Per questo, le scriventi OO.SS chiedono un confronto sulle principali criticità, sollecitando impegni precisi a chi si candida a guidare la Regione, affinché la Sicilia possa interrompere il suo declino e intraprendere una nuova strada di sviluppo.
Lavoro e Sviluppo:
In Sicilia, il lavoro non c’è, non si trova e si continua a perdere. La pesantissima e lunghissima crisi finanziaria ed economica, tutt’ora in corso, continua a determinare il pesante ridimensionamento del manifatturiero e dei settori produttivi in senso stretto, dei quali la Sicilia non può fare a meno. Sono necessarie politiche di sostegno per i settori produttivi cosiddetti “maturi”. Innovazione, riconversione e bonifiche sono ambiti su cui è necessario accelerare e investire attraverso piani mirati. Le 2 “Aree di Crisi Complessa” e le 63 “Aree di Crisi industriale non Complessa”, la crisi della cantieristica navale, sono l’esempio tangibile della desertificazione industriale in corso su cui bisogna intervenire, attraverso politiche di sostegno per le PMI, attraverso servizi e garantendo l’accesso al credito anche nell’ambito del commercio e del turismo. Così come è necessario intervenire per contrastare il sempre più dilagante lavoro nero, grigio e irregolare che, in assenza di controlli, è quasi sempre lavoro insicuro fino a diventare fatale per la vita di chi lo compie. L’emorragia dei posti di lavoro va contenuta anche con adeguate politiche attive del lavoro capaci di dispiegarsi attraverso adeguati servizi per l’impiego, formazione, formazione professionale e soprattutto senza fare mancare adeguati finanziamenti per gli Ammortizzatori Sociali in Deroga.
Occupazione Giovanile:
Non sono più rinviabili azioni, anche straordinarie, capaci di sostenere e creare nuova occupazione giovanile attraverso la valorizzazione dei beni archeologici, museali, culturali e naturali anche mediante la “Banca della Terra”, mai decollata. Per Cgil, Cisl e Uil è necessario inoltre ripensare un utilizzo finalizzato ed efficace, in chiave lavoro per i giovani, delle risorse europee e non solo attraverso un nuovo “Piano Giovani Straordinario” partendo da un utilizzo coerente di “Garanzia Giovani”. Investire sui giovani significa, inoltre, combattere la dispersione scolastica garantendo il “Diritto allo Studio” a tutti E’ auspicabile, inoltre, a partire dai giovani, immaginare di dare un nuovo slancio alle PA nella direzione di acquisire nuove competenze, negli Uffici Tecnici, necessarie per le progettazioni esecutive e capaci di realizzare l’innovazione e la digitalizzazione della PA non più rinviabile.
SICILIA
Infrastrutture Materiali e Immateriali:
Piano Strategico Nazionale della Portualità, Patto per la Sicilia, Patti per lo Sviluppo delle Città Metropolitane, Snai, (Strategia Nazionale Aree Interne), Decreto Sud, Zes (Zone Economiche Speciali): sono strumenti della politica economica del Paese improntati sull’una tantum. E’ inutile ribadire che la Sicilia ha bisogno di investimenti aggiuntivi, che vanno dunque rivendicati, così come di un sapiente utilizzo dei fondi europei e che questi strumenti andrebbero posti in correlazione con una visione capace di disegnare la Sicilia del futuro superando il pesantissimo gap infrastrutturale attraverso un sistema intermodale anche in relazione con il TPL (Trasporto Pubblico Locale), così come con il raddoppio ferroviario e con la viabilità secondaria, abbandonata a se stessa dopo il fallimento della riforma delle ex province. Non c’è dubbio che vadano rimosse le cause dello stallo, come la mancanza di progetti esecutivi, che determinano il blocco della spesa e di conseguenza il blocco dell’edilizia pubblica, settore anticiclico per eccellenza indispensabile per il rilancio del lavoro. Le infrastrutture immateriali sono altrettanto indispensabili per la qualità della vita. Ambiti come i servizi pubblici in generale, banda larga, ultralarga ma anche Università, Scuola e “tempo scuola” sono gli esempi tangibili di un Paese diviso a metà e di una Sicilia che arranca scaricando tutte le contraddizioni sui cittadini e sulle future generazioni come nel caso della sanità e del mutuo necessario per riequilibrare i conti che i cittadini siciliani pagheranno fino 2045 attraverso l’addizionale fra le più alte d’Italia a fronte di un servizio sanitario non sempre di qualità e con una medicina del territorio inadeguata.
Contrasto delle Disuguaglianze Sociali e della Povertà:
Per contrastare le disuguaglianze sociali e la povertà prima di tutto è necessario un ruolo preponderante delle funzioni pubbliche. La Regione Siciliana è chiamata a svolgere un nuovo protagonismo garantendo trasparenza ed efficienza a partire dai beni comuni. Di conseguenza Acqua, Rifiuti e più in generale i servizi a rete sono ambiti su cui è necessario intervenire non solo per creare sviluppo e occupazione ma anche qualità della vita. Questa passa attraverso la tutela dei cittadini più deboli, delle donne e bambini disagiati, dei disabili, dei non autosufficienti per cui è necessario garantire l’acceso ad una rete ospedaliera adeguata ma anche alla medicina del territorio e soprattutto è necessaria la piena integrazione dei servizi socio sanitari (Fondo Unico). Inoltre per una regione la cui popolazione è in costante diminuzione e invecchia e dove la stragrande maggioranza dei pensionati e più in generale dei disagiati è a rischio povertà sia assoluta che relativa, bisogna intervenire senza trascurare ambiti come quello dell’emergenza abitativa, delle Ipab delle RSA. Questi sono gli strumenti necessari e le misure d’inclusione che torniamo a rivendicare.
Legalità, Risanamento e Riforme:
È inutile ribadire che la Legalità è la precondizione dello sviluppo e della convivenza civile. La Legalità va praticata in ogni ambito della quotidianità attraverso una maggiore trasparenza, ed equità, valorizzando la meritocrazia, realizzando la sburocratizzazione, contrastando le mafie e la corruzione. La Legalità passa attraverso adeguate politiche di risanamento del bilancio della Regione e attraverso una seria e concreta lotta all’evasione fiscale. La stagione che ci lasciamo alle spalle è stata caratterizzata da pseudo riforme tutte fallite, pertanto è necessario intervenire con uno spirito riformatore nuovo, veloce e progressista per intervenire sugli Enti di Area Vasta, sulle Autonomie Locali, sulle Società Partecipate, sulla Formazione Professionale, e gli Sportelli Multifunzionali, sul settore della Forestazione, dei Consorzi di Bonifica, dell’Esa, guardando anche al dissesto idrogeologico, alla messa in sicurezza del territorio o ancora alla tutela dell’ambiente. Bisogna rimettere al centro il ruolo e la validità del lavoro pubblico. In questo contesto è necessario stabilizzare il precariato diretto e indiretto e procedere al rinnovo contrattuale.